Di guai e fallimenti avevo fatto il pieno ma Dio è sceso proprio nel mio disastro personale per farne una benedizione per la mia vita e per gli altri.
Nei nostri zingaraggi in giro per l’Italia spesso ci fermiamo ad Assisi. È il nostro porto sicuro e allo stesso tempo il luogo che sconvolge tutti i nostri piani … come qualche settimana fa. Eravamo dalle suore di S. Filippa Mareri per altre cose quando scoviamo padre Giovanni nel corridoio del convento a far prediche a quelle povere suorine. Incuriositi ci avviciniamo.
“Dio è creativo!”
“Dio prende il tuo peccato e lo fa diventare la pietra angolare”
“Prende ciò che è storto nella tua vita per farlo diventare il tuo punto di forza”
“I tuoi fallimenti li trasforma in benedizioni per te e per gli altri”
E giù a raccontare anedotti di quella ragazza che, di quella coppia che, ecc. ecc. nella mischia cita anche la storia di Maria Chiara Mangiacavallo, storia che lui ha vissuto in prima persona fin dall’inizio e che ci aveva raccontato già tante volte ma che solo ora capiamo essere Maria Chiara (!).
DIO NON SI SBAGLIA
Io di casini nella vita ne ho fatti a vagonate, alcuni passabili, alcuni gravi e pesanti da sopportare. A volte queste storturedella vita non dipendono affatto da noi stessi, penso ad una malattia come nel caso di Maria Chiara o di Chiara Corbella (per citare due casi più recenti). Ma altre volte si. Altre volte come nel mio caso sono peccati profondissimi compiuti proprio da noi stessi. Tradimenti, violenze, azioni cattive verso se stessi e gli altri, droga, sesso, alcool. Nomina la tua. Sono azioni profonde che hanno segnato il nostro essere e ci pesano addosso come una condanna. Io sicuramente ho le mie. Cercavo la vita, ma più cercavo di “risolvere” la mia esistenza e più mi affossavo in dinamiche autodistruttive. Fu proprio una confessione durante uno dei corsi ad Assisi ad aprirmi gli occhi tanti anni fa. Il frate mi disse con forza:
“L’amore di Dio è più grande del tuo peccato!”
“Accetta il suo perdono, accogli la sua riconciliazione, riconoscilo come Padre buono!”
Dio è più grande di qualsiasi azione noi possiamo aver compiuto perchè Egli stesso veglia sulla nostra vita e desidera la nostra gioia. È nell’ottica del Suo perdono che ora posso dire:
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; Il mio calice trabocca. (Salmo 22)
A CHI MOLTO È STATO PERDONATO
La cosa più incredibile di tutto questo è che non solo chi si avvicina a Lui con cuore pentito riceve il suo perdono ma che Egli prende il tuo peccato e lo rende una benedizione per te e per gli altri. Lo fa diventare la pietra angolare, ti riempie di Spirito Santo e ti manda ad annunciare il Vangelo proprio a causa di quel peccato. Chi può meglio capire un malato se non chi a sofferto la malattia sulla sua carne? Chi può meglio parlare della fedeltà se non un uomo che ha sperimentato le conseguenze dell’infedeltà sulla sua pelle? Chi può meglio parlare di castità e purezza se non un uomo o una donna che hanno svenduto se stessi per il mondo?
Come Anja.
Oggi Anja vive la purezza e la annuncia al mondo. Perchè dopo aver incontrato il Signore ed aver riconosciuto la profondità del peccato non può fare a meno di annunciare al mondo intero dove si trova la vera gioia e la vera pace.
Non è un caso che esistano tante storie di conversione come la sua. E io mi metto nel gruppo, perchè la mia vita è stata quanto di più lontano dal Signore finchè Lui non mi è venuto a ripescare proprio nel mio fallimento. E da dove viene quella bellezza che si vede ad esempio in Anja? Tale fervore è semplice illusione? fanatismo? La risposta io l’ho trovata nel vangelo di Luca. Gesù al capitolo 7 racconta questa parabola a Simone il fariseo:
«Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». (Lc7, 41-50)
Quella donna del vangelo era una peccatrice, molti credono fosse una prostituta. Gesù stesso ce lo dice: a chi si perdona poco, ama poco. A chi è stato perdonato molto, ama molto. La chiave di lettura di questo passo non sta nel diventare tutti dei grandi narcotrafficanti cosí poi ci possiamo pentire, ma proprio nel riconoscersi bisognosi del Suo perdono. Chi si riconosce povero e piccolo entra nel regno dei cieli, in effetti … soloquando ci riconosciamo in questa condizione possiamo entrare nel regno dei cieli.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. (Mt5,3)
Tutto questo è per dire che Dio sta facendo grandi cose in te ora. No, non si è sbagliato e non si sta sbagliando. Sarà una sofferenza o un peccato che ti pesano addosso come una condanna, oppure una difficoltà, un desiderio profondo che non si realizza. Dio non si sta sbagliando. Non ti è chiesto di soffrire in silenzio ma di alzare il tuo grido a Lui e di invocare il suo Perdono.
È il momento di riconoscersi figli per entrare pienamente nella Sua gioia.
È il momento di avere fede nella bontà di Dio.
Buon cammino.
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