Il battesimo di Giovanni da dove veniva?
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Capi dei sacerdoti, anziani del popolo, farisei, scribi, non perdono occasioni. Quando Gesù è a tiro, sempre gli assestano dei colpi per farlo cadere in quale loro trappola di morte. Tra loro e Gesù non vi è antipatia, astio, invidia, gelosia, o cose del genere. Vi è incompatibilità ontologica, teologica, religiosa, di fede. È la stessa incompatibilità che regna tra la luce e le tenebre.
Le tenebre sono assenza di luce. La luce è assenza di tenebre. Insieme non possono coesistere. O l’una o le altre. Questa verità ci viene insegnata da Gesù stesso nel suo discorso con Nicodemo.
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In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
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E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» (Gv 3,11-21).
Gesù è venuto per trasformare ogni tenebra in luce. Dio ha fatto tutto per rendere possibile questa trasformazione. Se però l’uomo si ostina nella sua disobbedienza, Lui nulla potrà più fare. Ha fatto tutto. Ha dato tutto. Oggi si chiede a Gesù perché la luce sia luce e non tenebre. Perché la luce agisca da luce e non da tenebre. È questa una domanda stolta, da insipienti. La luce agisce per natura, così come anche le tenebre agiscono per natura. Solo trasformandosi in luce, agirebbero come luce. Gesù parla del vero Dio perché Lui stesso Dio. Parla secondo verità perché Lui è la verità. Parla di luce perché Lui è la vera luce del mondo. Purifica il tempio, perché quella è la casa del Padre suo e Lui sa cosa vuole il Padre dalla sua casa: che sia casa di preghiera per tutti i popoli. Non vuole che sia resa una spelonca di ladri.
Gesù non può dire che Lui è la luce, la verità, Dio. Le tenebre lo ucciderebbero all’istante. La loro avversione per la luce è di natura. È ontologica. Non è morale. È morale perché è ontologica. Risponderà ad una condizione: che essi gli dicano la natura della missione di Giovanni il Battista. Il suo battesimo era di origine umana o divina? Veniva dal cielo o dagli uomini? Da Dio o da se stesso, dal suo cuore? I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo non valutano la storia secondo la verità di essa, bensì secondo la loro convenienza. Cosa è più utile rispondere? Non dal cielo. Non dalla terra. Dicono semplicemente che loro non sanno rispondere. La ricerca della propria utilità ci rende muti dinanzi alla verità, alla storia, alla propria responsabilità. È questo il vero male del mondo: la ricerca di ciò che è utile e che giova a noi. È questa la differenza ontologica con Gesù. Lui invece cerca il nostro vero bene e per esso si lascia inchiodare sulla croce, ma prima ancora nasce in una grotta in Betlemme.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci utili per gli altri.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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