Pubblicità
HomeVerbum DominiVangelo (5 marzo) Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è...

Vangelo (5 marzo) Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato

Mt 4,1-11
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Per essere tentato dal diavolo

Come un buon soldato prepara il suo corpo al combattimento, così Gesù prepara la sua anima, il suo spirito, il suo corpo al grande combattimento contro Satana. Sappiamo che Mosè dinanzi al Signore, dovendosi preparare a ricevere le tavole della legge non mangiò per quaranta notti e per quaranta giorni. Ciò che il Signore sta per dargli è così grande che richiede una così forte preparazione da parte di Mosè. Per ricevere le seconde due tavole non mangiò anche per il grande dolore.

Ricòrdati, non dimenticare, come hai provocato all’ira il Signore, tuo Dio, nel deserto. Da quando usciste dalla terra d’Egitto fino al vostro arrivo in questo luogo, siete stati ribelli al Signore. All’Oreb provocaste l’ira del Signore; il Signore si adirò contro di voi fino a volere la vostra distruzione. Quando io salii sul monte a prendere le tavole di pietra, le tavole dell’alleanza che il Signore aveva stabilito con voi, rimasi sul monte quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bere acqua. Il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva detto sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell’assemblea. Alla fine dei quaranta giorni e delle quaranta notti, il Signore mi diede le due tavole di pietra, le tavole dell’alleanza. Poi il Signore mi disse: “Àlzati, scendi in fretta di qui, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dall’Egitto, si è traviato; si sono presto allontanati dalla via che io avevo loro indicata: si sono fatti un idolo di metallo fuso”.
Il Signore mi aggiunse: “Io ho visto questo popolo; ecco, è un popolo di dura cervice. Lasciami fare: io li distruggerò e cancellerò il loro nome sotto i cieli e farò di te una nazione più potente e più grande di loro”. Così io mi volsi e scesi dal monte. Il monte bruciava nelle fiamme. Le due tavole dell’alleanza erano nelle mie mani. Guardai ed ecco, avevate peccato contro il Signore, vostro Dio. Avevate fatto per voi un vitello di metallo fuso: avevate ben presto lasciato la via che il Signore vi aveva prescritto. Allora afferrai le due tavole, le gettai con le mie mani, le spezzai sotto i vostri occhi e mi prostrai davanti al Signore. Come avevo fatto la prima volta, per quaranta giorni e per quaranta notti, non mangiai pane né bevvi acqua, a causa del grande peccato che avevate commesso, facendo ciò che è male agli occhi del Signore per provocarlo. Io avevo paura di fronte all’ira e al furore di cui il Signore era acceso contro di voi, al punto di volervi distruggere. Ma il Signore mi esaudì anche quella volta (Dt 9,7-19).
Nel deserto Cristo Gesù dovrà compiere ciò che finora l’umanità non ha mai compiuto: sconfiggere il diavolo superando ogni sua tentazione. Come Mosè, più di Mosè, si prepara assistito dallo Spirito Santo e quasi annullandosi in Lui. Il diavolo va sconfitto.






Anche nel cristiano, tutto: preghiera, crescita nelle virtù, ascolto della Parola, celebrazione dei sacramenti, la stessa Eucaristia, devono avere come fine la sconfitta di Satana e la vittoria su ogni sua tentazione. Per questo occorre al discepolo di Gesù una vita temprata, morigerata, sobria, attenta, prudente, saggia, forte, piena di Spirito Santo. Avendo noi oggi sposato il peccato come componente essenziale della nostra vita, quanto viene fatto è visto come fine a se stesso, compresa la celebrazione dell’Eucaristia. Cristo aveva un altro cuore, un’altra mente, un altro spirito, un altro desiderio. Lui viveva per vincere su Satana, per sconfiggerlo, per togliere a lui ogni potere. Lui lo ha legato. Sono i discepoli che vanno ad accarezzarlo per essere morsi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vittoriosi su Satana.

Commento al Vangelo a cura del Movimento Apostolico

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome