Sette articoli. Il testo varato dal Governo – a cui seguiranno nei prossimi mesi i decreti legislativi di attuazione – riguarda più aspetti. Sarà innanzitutto riformata la disciplina delle imprese sociali – nate con la legge 155 del 2006, attualmente sono 852 – che “nel rispetto di condizioni e limiti prefissati”, potranno raccogliere capitali tramite internet, come le start up innovative, vedranno ampliato il loro campo di attività e sarà superato il divieto attualmente esistente della non distribuzione di utili e avanzi di gestione. Vengono anche previste nuove misure fiscali per favorire gli investimenti di capitale, insieme alla diffusione di “titoli di solidarietà” e i “social bond”, titoli a rendimento garantito con una quota destinata a un soggetto del terzo settore). Il Servizio civile nazionale, nato nel 2001, sarà aperto anche agli stranieri e si dovranno prevedere meccanismi per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani che l’hanno svolto. Si prevede che circa 100mila giovani tra i 18 e i 28 anni potranno essere coinvolti da questo nuovo “Servizio universale”. Sarà ridefinita la “mappa” di coloro che beneficiano del 5 per mille, che sarà stabilizzato – attualmente ne beneficiano circa 40mila soggetti – con l’obiettivo di individuare i soggetti più meritevoli e saranno riviste le agevolazioni, le detrazioni e le deduzioni fiscali di cui godono le Onlus. Saranno studiate forme per accelerare l’assegnazione agli enti del Terzo Settore degli immobili pubblici inutilizzati o dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Oltre alla riforma degli articoli del codice civile, sarà istituito il Registro Unico del Terzo Settore, che servirà a dare conoscenza e trasparenza a tutte le attività sul territorio nazionale. Saranno interamente rivisitate la legge 11 agosto 1991, n. 266, che disciplina le attività associative, di volontariato e di promozione sociale, in particolare la legge-quadro sul volontariato e la legge 7 dicembre 2000, n. 383, che disciplina l’attività delle associazioni di promozione sociale.
Le coperture finanziarie. Si stima che la riforma, nelle sue varie articolazioni, possa comportare, a regime, investimenti pari a un miliardo di euro. È un problema che sarà affrontato con la scrittura dei decreti delegati, ha sostenuto il Governo, che attraverso il sottosegretario Luigi Bobba ha affermato che “il dato politico rilevante è che il terzo settore diventa parte integrante di un disegno di riforma dello Stato, di cui fanno parte anche la riforma del lavoro e quella istituzionale”.
Di Benedetto Riga per Agensir
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