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“Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore. L ‘Atteso dei popoli verrà senza tardare, non ci sarà più timore sulla nostra terra: egli è il nostro Salvatore. O Germoglio della radice di Iesse, che t’innalzi come segno per i popoli, vieni a liberarci, non tardare”.
Procuriamo di contemplare il quadro, cioè la scena di Betlemme, in trasparenza.
Questo momento di attenzione è del tutto conforme allo stile mentale del nostro tempo, avido di sapere il significato reale dei fatti e delle cose, di conoscere la realtà di un avvenimento tanto importante e centrale, qual è la nascita di Colui, che si chiama Salvatore.
Gesù vuol dire Salvatore; Cristo vuol dire Messia, cioè colui nel quale si incontrano e si compiono i disegni divini relativi ai destini dell’umanità. Dobbiamo allora considerare il Natale come un’apparizione. E’ una rivelazione. Quale apparizione? Ce lo dice San Paolo: “Apparve la bontà e l’amore di Dio salvatore nostro verso gli uomini”. È il segreto di Dio, che s’è svelato in Gesù Cristo: Dio è bontà, Dio è Amore. Questo è il Natale! Il Natale nella fede. (Dai discorsi di Paolo VI)
La prima condizione per fare bene il Natale è quella di conservargli la sua autenticità religiosa.
Bisogna guardare al Natale con fede. Quel Bambino che giace nella greppia di una vecchia grotta, avvolto in poche fasce, è il Verbo eterno di Dio, è il rivelatore del Padre, è il Salvatore del mondo. Quel Bambino ci dice che Dio si è fatto uomo perché ha amato l’uomo e ha voluto salvarlo. Se noi ci chiediamo quale è la via scritta che ci porta a quell’umanità di Cristo, nella quale troviamo la rivelazione di Dio e la nostra salvezza, la risposta è pronta: quella via è la Madonna, è la Madre di Cristo, e perciò Madre di Dio e Madre nostra.
Questa è la migliore stagione liturgica del culto alla Vergine.
Il Natale dura in noi se Cristo nasce e vive in noi per via di fede, la quale non è semplice nozione di Cristo, ma è una forma misteriosa e vitale, che lo porta a vivere in noi. San Paolo ce lo dice: il cristiano, cioè l’uomo giusto nel senso biblico, vive di fede.
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