L’immagine che ritrae Maria che gioca con Gesù Bambino, è custodita a Firenze ed è la Madonna dei Casini, detta anche “Madonna del Solletico”.
Rappresenta la scena tipica di intimità tra Mamma e Figlio, Maria con suo Figlio in braccio, è intenta a fargli il solletico sul collo, mentre il piccolo Gesù ride divertito.
Sembra però che il pittore volesse rappresentare la Mamma che benedice Gesù Bambino.
Un Cardinale argentino, Cardinale Eduardo Francisco Pironio (1920-1998), adesso in processo di beatificazione, ne fu particolarmente devoto, tanto da far nascere una Preghiera.
Maria, madre dei poveri e dei piccoli,
di quelli che non hanno nulla,
che soffrono solitudine
perché non trovano comprensione in nessuno.
Grazie per averci dato il Signore.
Ci sentiamo felici e col desiderio
di contagiare molti di questa gioia.
Di gridare agli uomini che si odiano
che Dio è Padre e ci ama.
Di gridare a quanti hanno paura: «Non temete».
E a quelli che hanno il cuore stanco:
«Avanti che Dio ci accompagna».
Madre di chi è in cammino,
come te, senza trovare accoglienza, ospitalità.
Insegnaci a essere poveri e piccoli.
A non avere ambizioni.
A uscire da noi stessi e a impegnarci,
a essere i messaggeri della pace e della speranza.
Che l’amore viva al posto della violenza.
Che ci sia giustizia tra gli uomini e i popoli.
Che nella verità, giustizia e amore
nasca la vera pace di Cristo
di cui come Chiesa siamo sacramento.
Dal sito Izi.Travel, riprendiamo la Sua storia.
Proprio per il piccolo formato e quindi per la facile trasportabilità, ebbe varie peripezie: fu rubata dai nazisti, recuperata nel dopoguerra, di nuovo rubata e ritrovata negli anni Settanta, fino ad approdare finalmente agli Uffizi.
L’attribuzione a Masaccio, all’inizio osteggiata da diversi critici, è adesso quasi unanimemente accettata: pur non esistendo documenti che parlino di questo piccolo capolavoro, che, essendo destinato alla devozione privata, non fu citato nelle fonti né conosciuto dal pubblico.
L’autore è stato quindi proposto in base allo stile del dipinto: in questo caso il gesto scherzoso della Madonna e il Bambino ridente e gioioso che allontana con le manine la mano della mamma, mettono in evidenza un’umanità spontanea e naturale che ha fatto pensare proprio a Masaccio, il massimo pittore del primo Rinascimento
La posizione della Madonna, decentrata e voltata verso destra, suggerisce movimento e spazio all’interno del tradizionale fondo oro; le due aureole sono sovrapposte, in modo da far capire che ci sono due piani di profondità; notate le fasce eleganti del Bambino, la camicina di velo trasparente, il rametto di corallo spostato scherzosamente sulla spalla, il bordo prezioso del manto della Madonna, il colore morbido e soffuso dei volti.
In questo caso noi non abbiamo, come nelle opere precedenti, una figura o un volto che indichino il committente, ma se girate intorno all’opera potrete osservare uno scudo con sei stelle rosse in campo giallo e sopra un cappello cardinalizio.
Lo stemma apparteneva ad Antonio Casini, vescovo di Siena, nel 1426 eletto cardinale: ecco dunque svelata l’identità del proprietario ed anche la probabile data di esecuzione, appunto il 1426, testimoniata dalla presenza del cappello cardinalizio.
Colto e raffinato, il cardinale era un appassionato committente di opere: tra di esse questo piccolo gioiello che, anche se non ci mostra il suo volto, ci rivela però il suo nome, i suoi gusti e il suo amore per l’arte.
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