Ritorniamo per un momento all’umile e santa casa di Nazaret, dove il nostro Dio ha vissuto fino a trent’anni. Forse ci sarà più facile essere buoni, pensando che Egli è venuto tra noi! Ameremo di più questo nostro pianeta, scelto fra miliardi di astri come abitazione di Dio! Compiremo santamente anche le nostre più umili azioni, ricordando che le ha compiute anche il nostro stesso Creatore!
Pensiamo a quegli attrezzi di falegname passati in quelle Mani che hanno plasmato la terra… (Sal 94,5). Oh, se volessimo capire a quale dignità sublime è stata innalzata la nostra natura umana, nella Persona divina di Cristo! Riflettiamoci di più e con più fede. Non aspettiamo a renderci conto di tanta nostra grandezza, quando saremo nella luce vera dell’eternità, senza più la possibilità di crescere in ciò per cui siamo stati creati… A trent’anni, Gesù lascia quegli attrezzi, per iniziare il suo cammino di Evangelizzatore; per far conoscere agli uomini, di cui si è fatto fratello, le verità eterne portate dal Cielo: l’esistenza di un Padre che ci ama e la sua santità infinita; il dono di volerci suoi figli per renderci in eterno felici della sua stessa felicità… La Vergine sua Madre, alla quale nessuna pena era stata risparmiata, come Corredentrice, doveva ora conoscere anche quella della solitudine; il distacco da un Figlio che amava come una Madre può amare un Figlio-Dio e che sapeva destinato alla incomprensione, all’odio, alla persecuzione, e infine alla uccisione violenta… I profeti l’avevano predetto chiaramente, il vecchio Simeone apertamente svelato, la persecuzione di Erode messa in opera con feroce crudeltà… La spada del dolore che avrebbe trafitto Madre e Figlio era da tanti anni infissa nel suo Cuore, tanto sensibile e tanto amante… Dicendo il suo «sì» per esserGli Madre, Ella aveva dato via libera all’Amore del Padre che la univa a tutta la vicenda dolorosa del Figlio Redentore… A quell’Amore che predilige le sue vittime innocenti e le incorona di spine per poterle incoronare di gloria che mai tramonta. Notiamolo: non era il timore di dover soffrire che creava l’ansia dolorosa della madre; la previsione invece che Lui, il suo Dio, da Lei immensamente amato più di se stessa, avrebbe dovuto soffrire a causa dell’ingratitudine e della malvagità umana. Quanto doloroso quel distacco da Gesù, unico, supremo Bene di quella Mamma Immacolata! Distacco già acutamente provato nei tre giorni dello smarrimento di Gesù al Tempio e che sarà più doloroso ancora nei tre giorni che seguiranno la sua morte. Con questi penosi distacchi, la nostra Corredentrice divina accumulava tesori immensi di grazie per la Chiesa di Gesù che era anche la sua; li accumulava per i suoi figli di ogni tempo; li accumulava per ciascuno di noi: grazie per tante separazioni dolorose che ci trafiggono il cuore: rese necessarie dal lavoro in terre straniere; separazioni capricciose e disumane provocate dall’egoismo e dal vizio; o imposte dal dovere e da Dio stesso per seguire la sua chiamata… Non c’è pena umana che Gesù e la sua Madre Santa non abbiano provata, per poter dare a noi conforto e aiuto di santificazione. Ricordiamo le loro penose separazioni per averne grazia nelle nostre, permesse o volute dalla Bontà divina, al fine di accrescere la nostra unione eterna e felice con la Trinità sulla terra e nel Cielo. Il Vangelo non fa che pochi accenni a Maria, durante i tre anni della Evangelizzazione di Gesù: ma questo non deve farci pensare che Ella vi sia stata estranea o che il Figlio non abbia voluto averla unita alla sua divina missione… Egli era venuto «a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10). Per tutto il tempo che gli resterà di vita sulla terra percorrerà senza soste le vie della Palestina per ricercare «le pecore perdute della casa di Israele» (Mt 15,24) e «per annunziare ai poveri il suo lieto messaggio» (Lc 4,18). Il nostro Salvatore incontrerà sul suo cammino anime aperte al suo Vangelo e molte, molte anime chiuse e sovente ostili al dono della verità divina. Pensiamo quanto il suo Cuore sensibilissimo di Figlio di Dio deve aver sofferto per l’ostinato e cieco rifiuto del suo annuncio di salvezza e di amore: Lui che ne conosceva tutto il valore profondo e le eterne tristi conseguenze… Quale nausea deve aver provato la sua anima divinamente pura al contatto col fetore dei vizi umani! Egli ben vedeva ciò che nascondevano i cuori pieni di malizia e di putridume degli uomini, creati all’inizio ad immagine e somiglianza di Dio… La Piena di grazia seguiva maternamente tutti i passi del Figlio nella sua non facile missione di Salvatore. Per la stretta unione di grazia che aveva con Lui, conosceva ogni sua sofferenza; il suo Cuore di Madre ne era l’eco sensibilissima. Sapeva, condivideva, soffriva, pregava e riparava… Oh, quante volte, angosciato dall’amarezza che gli causava il contatto con gli uomini, Gesù ha cercato nel ricordo di sua Madre immacolata, così aperta al dono di Dio, il conforto per il suo Cuore di Inviato, il profumo del materno candore per la sua anima purissima. E quanto desiderava ritrovarsi con Lei che l’attendeva «più che le sentinelle l’aurora» (Sal 129,6) per confortare il suo spirito sofferente; per dimenticare, a contatto con la sua anima d’Immacolata, i miasmi nauseanti del mondo; per rinnovare la gioia del suo donarsi a tante anime lontane da Dio; per riprendere il suo cammino di Conquistatore con l’anima prondamente ritemprata dal candore e dall’amore materno! Incontri che sempre più divinamente univano questi due Cuori nel dono di sé agli uomini, per la gloria del Padre.
CONSACRAZIONE A Maria, Madre della Divina Grazia
Cuore Immacolato di Maria, che sei la Madre di Dio, la Corredentrice del mondo e la Madre della Grazia Divina: io riconosco che ho bisogno del tuo aiuto per santificare questa mia giornata e l’invoco con filiale confidenza. Sii Tu l’ispiratrice d’ogni mio pensiero, il modello d’ogni mia preghiera, azione e sacrificio, ch’io intendo compiere sotto il tuo sguardo materno ed offrirti con tutto il mio amore, in unione a tutte le tue intenzioni: per riparare le offese che ti reca l’umana ingratitudine e specialmente le bestemmie che continuamente ti trafiggono; per salvare tutti i poveri peccatori ed in particolare perché tutti gli uomini ti riconoscano loro vera Madre. Tieni oggi lontano da me e da tutti i miei cari ogni peccato mortale e veniale; concedimi di corrispondere fedelmente ad ogni tua grazia, e dona a tutti la tua materna benedizione. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
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