Quali sono i consigli che Papa Francesco condividerebbe con Donald Trump nel caso in cui si dovessero incontrare oggi stesso? Il Santo Padre ha condiviso in molte occasioni la sua visione della politica e non ha mai avuto problemi a dare consigli in pubblico ai politici.
Aleteia ha raccolto alcuni di questi consigli particolarmente validi oggi per Trump, ma anche per gli americani.
Due consigli per Trump
Il primo consiglio che darebbe il Papa a Trump è di “amare il suo popolo”. “Un governante che non ama non può governare. Al massimo può mettere un po’ d’ordine ma non può governare”, ha spiegato nell’omelia di Santa Marta, il 16 settembre 2013.
Il secondo consiglio del Papa ad un governante è essere “umile”. Francesco chiederebbe a Trump di porsi questa domanda: “Sono umile da sentire le opinioni degli altri per scegliere la migliore strada?”.
Se i politici «non si fanno queste domande, il loro governo non sarà buono».
Consigli agli americani
Ma i consigli del Papa, quando parla di politica, non si riducono ai politici. La democrazia è una questione che riguarda tutti, in particolare i cittadini.
“Nessuno di noi può dire: ma io non c’entro, sono loro che governano —spiegava il Papa in quell’omelia—. No, io sono responsabile del loro governo e devo fare del mio meglio perché loro governino bene, partecipando alla politica come posso”.
Secondo Francesco, la politica “è una delle più alte forme della carità, perché è servire il bene comune”.
“E io non posso lavarmene le mani: ciascuno di noi deve fare qualcosa. Ma ormai abbiamo l’abitudine di pensare che dei governanti si deve solo chiacchierare, parlare male di loro e delle cose che non vanno bene”.
In proposito il Santo Padre ha notato che in televisione e sui giornali ricorrono soprattutto “bastonate” per i politici: difficilmente si trovano osservazioni come «questo governante in questo ha fatto bene; questo governante ha questa virtù. Ha sbagliato in questo, in questo e in questo, però in questo ha fatto bene».
Dei politici invece si parla “sempre male e si è sempre contro”.
“Forse il governante è un peccatore, come lo era Davide —riconosceva —. Ma io devo collaborare, con la mia opinione, con la mia parola, anche con la mia correzione: non sono d’accordo per questo, per questo. Dobbiamo partecipare al bene comune. A volte abbiamo sentito dire: un buon cattolico non si interessa di politica. Ma non è vero: un buon cattolico si immischia in politica offrendo il meglio di sé perché il governante possa governare”.
Qual è allora «la cosa migliore che noi possiamo offrire» ai governanti? Secondo il Papa, “la preghiera”.
“Si dirà: quello è una cattiva persona, deve andare all’inferno —aggiunge— No, prega per lui, prega per lei, perché possa governare bene, perché ami il suo popolo, perché sia umile. Un cristiano che non prega per i governanti non è un buon cristiano”.
(Fonte it.aleteia.org)