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Conte resiste anche al Senato: 156 sì e 140 no, sono 16 gli astenuti. Quale Italia vedremo?

Dopo aver ottenuto ieri il disco verde alla Camera con con 321 sì, il Presidente del Consiglio incassa la fiducia anche al Senato con 156 voti favorevoli, 140 contrari e 16 astenuti. I numeri per il governo a Palazzo Madama restano però molto stretti, rendendo difficile la governabilità.

Il capo del governo ha lasciato l’Aula del Senato prima della proclamazione della votazione ma con il risultato che, a parte il “caso Ciampolillo”, è già chiaramente a favore della fiducia.

I senatori Lello Ciampolillo, ex parlamentare del M5s, e Riccardo Nencini di Italia viva sono stati riammessi al voto sulla fiducia al governo, nell’aula del Senato. L’ha annunciato la presidente Elisabetta Casellati dopo la verifica fatta dai senatori questori.

Alla richiesta di Lello Ciampolillo, ex parlamentare del M5s e ora al gruppo Misto, di poter votare anche se le urne si erano chiuse al Senato (era risultato assente alla prima e seconda chiama), nell’aula si è scatenata la bagarre con molti senatori in piedi che protestavano contro la presidente Elisabetta Casellati. Da qui la scelta di far decidere ai questori.

Causin e Rossi, i due senatori di Fi che hanno votato sì alla fiducia, “sono fuori dal partito: votare con il governo in questo caso non è una questione di coscienza”. Lo dice Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, interpellato in transatlantico al Senato. Tajani spiega di aver informato Silvio Berlusconi, insieme alla capogruppo Anna Maria Bernini.

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