Nuova protagonista la Banca Prossima, attraverso Intesa San Paolo, che ha spiegato il
cardinale Angelo Bagnasco alla presentazione questa mattina a Roma, “erogherà quadriplicato il fondo di garanzia di 25 milioni di euro messo a disposizione dalla Cei”.La “fase due” del Prestito della speranza è stata presentata questa mattina a Roma nella Sala Marconi della Radio Vaticana; oltre al presidente della Cei, erano presenti monsignor Luigi Bressan, presidente della Caritas italiana, Margo Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, Carlo Messina, Ceo di Intesa San Paolo, e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio.
Il cardinale Bagnasco ha ribadito la richiesta ai “responsabili della cosa pubblica” di mettere al primo posto dei loro pensieri “il lavoro e l’occupazione”. La crisi economica persiste, anche se ci sono segnali incoraggianti. “Condividiamo la speranza di tutti, mentre tocchiamo con mano come il disagio continui a tormentare moltissime famiglie. I nostri giorvani e i meno giovani conoscono l’amara esperienza di sentirsi inutili perché privi di un’occupazione e di una prospettiva sicura”.
Bagnasco ha ripercorso la storia del Prestito della speranza, progetto di microcredito sociale nato nel 2009 con l’idea di “costruire un ponte per le famiglie in difficoltà, che permettesse loro di superare la crisi”. Da allora sono stati erogati 26 milioni di finanziamenti a 4.500 famiglie, attraverso il lavoro delle Caritas che a livello diocesano hanno individuato i destinatari del prestiti. Le regioni che hanno usufruito maggiormente del prestito sono state Campania, Puglia e Lombardia.
Ora parte la fase due: un rilancio che contempla, accanto al credito sociale rivolto alle persone e alle famiglie, anche il finanziamento verso le microimprese o nuove iniziative imprenditoriali. Il partner della Cei, che ha previsto un fondo di garanzia di 25 milioni, in questa nuova avventura è Intesa Sanpaolo, che per il biennio 2015-2016 garantirà “più credito a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà”, quadruplicando il fondo di garanzia della Cei. “Fare Impresa” è rivolto a enti o aziende all’inizio del loro progetto o in fase di ristrutturazione. Un segno forte di speranza contro la crisi.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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