«I due cittadini cinesi ricoverati presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, nelle ultime ore hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura. Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva». Lo comunica in un Bollettino la Direzione Sanitaria dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.
Sono stati ad oggi dimessi 26 pazienti dallo Spallanzani di Roma dopo il risultato negativo del test per la ricerca del nuovo coronavirus. Presso l’Istituto sono ricoverati in questo momento 11 pazienti sintomatici provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia. Tutti sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt’ora in corso. Per quanto riguarda le 20 persone, che non presentano alcun sintomo e che hanno avuto contatto con la coppia cinese positiva all’infezione da nuovo coronavirus, continuano ad essere osservate presso l’Istituto Spallanzani. Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni.
Primo caso di coronavirus in Belgio.
Secondo quanto comunicato dal ministero della Sanità di Bruxelles, a essere risultato positivo ai test è uno dei «nove connazionali arrivati domenica da Wuhan e che ieri sono stati sottoposto ad analisi specifiche all’ospedale militare di Neder-Over-Heembeek». Il paziente è stato trasferito all’ospedale universitario di Bruxelles «in buone condizioni e per il momento non presenta alcun sintomo della malattia». Gli altri otto belgi rimpatriati da Wuhan, epicentro del focolaio di coronavirus, sono risultati tutti negativi ai test.
Intanto a Hong Kong c’è stata la prima vittima del nuovo coronavirus.
Una portavoce dell’ospedale Princess Margaret ha confermato la morte di un uomo di 39 anni, le cui condizioni erano peggiorate nelle ultime ore. Secondo quanto riferito dal South China Morning Post, l’uomo è morto a causa di un infarto.
Londra e Parigi: via dalla Cina.
Il governo britannico ha suggerito ai connazionali presenti in Cina di lasciare il paese, a causa dell’epidemia di coronavirus. «I consolati generali a Wuhan e Chongqing sono chiusi, se vi trovate in Cina e siete in grado di partire, dovreste farlo», si legge in una nota del Foreign Office, in cui si aggiunge che «le persone più anziane e quelle con problemi clinici pre-esistenti rischiano maggiormente» di contrarre il virus. «Alcune compagnie aeree sono ancora operative, ma nelle prossime settimane potrebbe essere più difficile partire». In considerazione dell’evolversi dell’epidemia di coronavirus e «a titolo precauzionale», la Francia raccomanda ai suoi connazionali, «in particolare alle famiglie, che non hanno ragioni fondamentali di restare in Cina, di allontanarsi momentaneamente dal Paese». Lo si legge nei ‘Consigli ai viaggiatorì del sito del Quai d’Orsay.
Anche Berlino.
La Germania suggerisce ai tedeschi di lasciare la Cina e anticipare il rientro in patria non solo per il rischio di contagio da coronavirus ma anche per le «crescenti restrizioni» nella normale mobilità, dai viaggi in treno ai voli, che potrebbero rendere poi impossibile partire. Il ministero degli Esteri sottolinea tra l’altro che «le enormi richieste» nei confronti del sistema sanitario cinese «possono portare a restrizioni nell’assistenza medica». Il rischio per i viaggiatori tedeschi, aggiunge il ministero, nella provincia di Wuhan e Hubei è valutato come «elevato»
Credito: Leggo