Continua a salire il numero dei morti tra le persone colpite dal coronavirus simile alla Sars in Cina.
Un medico, Liang Wudong di 62 anni, è morto dopo essere stato contagiato dal coronavirus mentre lavorava nell’Hubei Xinhua Hospital di Wuhan, epicentro dell’epidemia. Lo riferiscono i media locali.
Le vittime ora sono 42 con 1.287 infezioni confermate in 30 province del Paese, ha riportato oggi la televisione di stato Cctv. Oltre 500 casi sono si sono registrati nella città di Wuhan dove le vittime sono 39, secondo quanto reso noto dalle autorità della provincia di Hubei. Gli altri due decessi si sono avuti nelle province di Hebei e di Heilongjiang.
Le autorità sanitarie cinesi stanno inviando squadre di medici per affrontare l’emergenza sanitaria a Wuhan. Secondo quanto reso noto dalla Commissione sanitaria nazionale nella città sono stati inviati 1.230 medici arrivati da Shanghai, Guangdong e dagli ospedali militari.
La Cina ha ordinato misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti del coronavirus su treni, aerei e autobus poiché il bilancio delle vittime e il numero di pazienti è aumentato in maniera spropositata. Lo ha annunciato la Commissione sanitaria nazionale. Esteso il cordone sanitario volto a circoscrivere l’infezione del coronavirus. I provvedimenti riguardano ora 56 milioni di persone.
Saranno istituiti alcuni punti di ispezione e tutti i viaggiatori con sintomi di polmonite saranno «immediatamente trasportati» in un centro medico, ha annunciato la Commissione nazionale sanitaria in una nota.
Nel tentativo di contenere l’epidemia, le autorità cinesi hanno bloccato i mezzi di trasporto con 12 città cinesi isolando 43 milioni di persone. La misura è stata presa in occasione del weekend dei festeggiamenti del Capodanno cinese, periodo che segna lo spostamento all’interno del Paese centinaia di milioni di persone.
Il ministro della Sanità dello stato australiano di Victoria, Jenny Mikakos, ha confermato il primo caso di infezione dal nuovo coronavirus in Australia. Si tratta di un uomo sulla cinquantina, di nazionalità cinese, che è stato a Wuhan prima di tornare a Melbourne il 19 gennaio scorso. In una conferenza stampa Mikakos ha detto che il paziente è ricoverato in isolamento e le sue condizioni sono stabili. «È importante sottolineare che non c’è motivo di allarme per la comunità», ha aggiunto.
Credito: Leggo