A preoccupare è in primis il focolaio scoppiato in provincia di Vicenza, in Veneto: cinque persone sono risultate positive e altre 89 sono finite in quarantena dopo che un manager della Laserjet, azienda dedita alla lavorazione delle lamiere di Pojana Maggiore, è stato contagiato nel corso di un viaggio in Serbia, da dove era tornato lo scorso 25 giugno.
L’uomo, che ha partecipato a un funerale e ad una festa di compleanno quando già mostrava i sintomi dell’infezione e che ha anche rifiutato il ricovero, si trova ora in terapia intensiva e in prognosi riservata.
Un comportamento, il suo, che ha mandato su tutto le furie il governatore Luca Zaia, che ha annunciato: “L’ordinanza di lunedì prevederà misure più efficaci per l’isolamento fiduciario per i positivi e per i contatti stretti”.
Allerta anche in Toscana, dove tra Firenze, Arezzo e le località costiere sono stati identificate piccole comunità di immigrati, in prevalenza peruviani e cingalesi, che si sono passati fra loro il virus all’interno di abitazioni sovraffollate, per un totale di 18 casi positivi.
In Piemonte sono stati individuati 13 contagi in Val d’Ossola, riconducibili a personale frontaliero, mentre si sta spegnendo il focolaio di Mondragone, in Campania.
Sempre dall’estero arriva il paziente zero del nuovo focolaio registrato a Predazzo, in Trentino: un kosovaro, di ritorno dal suo paese, ha eluso l’isolamento e ha fatto una festa per poi scoprirsi infetto. Risultato? 8 contagiati.
In Emilia-Romagna, dopo lo scoppio del focolaio nel magazzino di Bartolini, oggi Brt, in zona Roveri a Bologna, sono stati confermati 117 positivi e 2 ricoverati, ma il problema del settore logistica si sta espandendo secondo i sindacati, che hanno anche chiesto un incontro urgente al governo.
Anche il Lazio è stato costretto a far fronte a diversi focolai dalla ripartenza a oggi: esaurito quello più grave, partito dall’istituto di ricovero e cura San Raffaele Pisana, che ha portato a oltre 120 casi e 5 decessi, preoccupa ora un piccolo focolaio in zona Casilino, dove è bastata una cena di classe per far scattare l’allarme: due fratellini con i sintomi del Covid-19 si sono presentati al Bambin Gesù, dove sono risultati positivi. Sono scattati controlli a tappeto, che per ora non hanno trovato altre criticità. Infine, anche in Friuli Venezia Giulia, nello specifico a Trieste, sono state riscontrate 8 positività collegate a un ufficio di pratiche import-export che lavora con i Paesi della ex Jugoslavia.