La Camera ha approvato il decreto “Cura Italia” con 229 sì, 123 no e 2 astenuti. Montecitorio ha confermato il testo approvato dal Senato, che diventa dunque legge.
La Camera ha approvato il decreto Cura Italia con 229 sì, 123 no e 2 astenuti. Montecitorio ha confermato il testo approvato dal Senato, che è dunque legge.
Con 216 voti contrari e 119 favorevoli la Camera ha bocciato l’ordine del giorno di Fdi che chiedeva di “impegnare il Governo a non utilizzare in alcun caso il Mes per far fronte all’insieme delle misure volte a contrastare l’attuale emergenza” coronavirus. Il governo aveva espresso parere contrario.
Il Cdm ha anche approvato, a quanto viene confermato, la relazione alle Camere per chiedere l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, in vista del decreto di aprile.
“Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica – si legge nella bozza del Def -, l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso. Tale ripresa avrebbe condotto ad una modesta espansione nel primo trimestre dell’anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6 per cento formulata nella Nadef di settembre 2019″.
E’ in arrivo un nuovo decreto con un pacchetto di misure per una “drastica semplificazione” in settori “cruciali per il rilancio degli investimenti che interesserà appalti, edilizia, commercio e controlli, si legge ancora nella bozza, in cui si precisa che l’emergenza Covid-19 “impone di accelerare il processo di digitalizzazione e, in alcuni casi, di adottare misure di deroga, eccezionali o comunque temporanee, nel rispetto dei principi generali”.
Il processo di privatizzazione per contenere il debito pubblico non si ferma con l’emergenza Coronavirus: nella bozza del Def il governo indica un target di oltre tre miliardi l’anno sia per il 2020 sia per il 2021 (lo 0,2% del Pil) da “privatizzazioni e altri proventi finanziari”. Nell’ultima nota di aggiornamento dell’inverno scorso si prevedevano per quest’anno e il prossimo le stesse percentuali, comprensive però dei dividendi straordinari delle partecipazioni pubbliche.
L’obiettivo “prioritario della strategia seguita dall’Italia” nell’emergenza Coronavirus “è stata la minimizzazione delle perdite umane – si legge nella Def – e del numero di ricoveri ospedalieri, in particolare in terapia intensiva. Al contempo, la capacità del sistema ospedaliero è stata fortemente incrementata, al punto che a metà aprile il numero di letti per terapie intensive risultava aumentato di due terzi in confronto a fine febbraio”.
L’emergenza Covid peserà sui consumi e sopratutto sugli investimenti, che crolleranno di una percentuale a due cifre. Secondo le previsioni contenute nella bozza del Def, i consumi dovrebbero registrare quest’anno un calo del 7,2% e gli investimenti fissi lordi del 12,3%. Le esportazioni sono previste crollare del 14,4% e le importazioni del 13,5%. Si tratta in questo caso di andamenti analoghi a quelli riscontrati in occasione della precedente crisi globale del 2008-2009.
Prima del Cdm riunione del premier Giuseppe Conte con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e i capi delegazione di maggioranza. Con il presidente del Consiglio riuniti Dario Franceschini, Roberto Speranza, Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
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