Piero Floreno, malato di Sla, offre agli ospedali che curano i malati di coronavirus uno dei due ventilatori polmonari che ha in casa. Quello di riserva. Se avesse un problema con quello principale potrebbe morire.
Raccontata da La Stampa ha la notizia ha tocca il cuore di molti.
Antonella ha 56 anni ed è moglie di Piero Floreno, che ne compie 57 tra dieci giorni. Malato di sclerosi laterale amiotrofica da più di dieci anni. Non di un forma leggera, ma di quella bulbare: più invasiva e degenerativa possibile. Dal 2012 è inchiodato nel suo letto a Nichelino e come tutte le persone che vivono questa terribile malattia ha bisogno dei respiratori meccanici.
Per comunicare usa un lettore oculare: uno strumento che converte in parole i battiti di palpebre e i movimenti della pupilla. Quando ieri mattina sua moglie si è alzata e come ogni giorno è scesa al piano di sotto per salutare quell’uomo con cui ha condiviso 40 anni di vita, lo ha trovato con gli occhi sgranati. E lo ha ascoltato attentamente: «Visto che uno lo teniamo di riserva, può invece aiutare subito una persona colpita dal virus. E se l’emergenza finisce entro due o tre mesi, poi ce lo riportano». Il cuore oltre la tragedia: perché solo chi sa cosa significa il dolore può avere pensieri ancora più grandi del male stesso