Gli Stati Uniti superano i 18mila morti a causa del coronavirus: sono per esattezza 18.002. E’ quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University. Dall’inizio della pandemia sono quasi 486.500 i casi confermati di Covid-19 negli Usa. Soltanto l’Italia al momento ha registrato più vittime degli Stati Uniti a causa dell’emergenza sanitaria.
I disabili negli Stati Uniti – ricorda il quotidiano dei Vescovi Avvenire – stanno morendo di Covid-19 a un ritmo cinque volte superiore a quello del resto della popolazione. Ed è salito a 25 il numero degli Stati che permettono agli ospedali di non fornire un respiratore ai malati cronici o a chi presenta minorazioni fisiche o mentali. I primi dati sulla mortalità dei disabili durante la crisi da coronavirus, che provengono dalle aree più colpite dal contagio, mettono in evidenza quanto una categoria già vulnerabile sia esposta al nuovo virus, a causa delle condizioni di vita in strutture dove l’isolamento è difficile o del contatto frequente con personale sanitario o di supporto che introduce il virus nelle case degli assistiti.
E sottolineano anche come condizioni di salute non ottimali rendano ardua la battaglia con la malattia. A Long Island, ad esempio, l’80% dei residenti di una casa per disabili intellettivi è risultato positivo al coronavirus. Una percentuale simile si è registrata in varie strutture in Massachusetts e Michigan. Mentre in Louisiana è morta April Dunn, presidente del Developmental disabilities council, che aveva protestato contro le linee guida del suo Stato sull’accesso ai respiratori per le persone affette da malattie croniche. Infatti, mentre si trovano ad affrontare una probabilità quintuplicata di morire di Covid-19 (5,34 volte più del resto della popolazione per l’esattezza, secondo il gruppo New York Disability Advocates), i disabili americani continuano a lottare contro regole discriminatorie sull’accesso alle cure intensive stilate dai Parlamenti o dalle Amministrazioni locali.
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