Coronavirus, nel mondo superato il milione di contagi. In Gb record di decessi in 24 ore, Germania supera la Cina per numero di casi
E’ stato un giovedì drammatico sul fronte dell’emergenza coronavirus. I casi di contagi nel mondo hanno superato il milione e alcune grandi metropoli, come Madrid, Parigi, Londra e New York, sono sempre più in difficoltà, con la speranza che il picco sia arrivato. In Gran Bretagna sono stati registrati 569 morti in 24 ore, il numero più alto finora, la Germania ha superato la Cina per numero di casi e a New York il numero dei cadaveri ha imposto l’utilizzo di obitori mobili.
In Spagna viene superata la soglia di 10mila morti per l’epidemia (10.003, per l’esattezza): si tratta di poco meno del 10% del totale delle persone conteggiate come positive. Sono numeri terribili, che si avvicinano a quelli italiani, dove le vittime sfiorano quota 14mila, ma la speranza e’ che il bollettino quotidiano si faccia a poco a poco meno drammatico. Il ministro della Sanità di Madrid, Salvador Illa, dichiara: “Abbiamo raggiunto il picco della curva, e stiamo iniziando la fase di rallenamento”. La Spagna, appena arriveranno le omologazioni, dovrebbe avere a disposizione 400 ventilatori polmonari al giorno: 100 saranno prodotti quotidianamente da Hersill, azienda con sede nei pressi di Madrid, e 300 dalla casa automobilistica Seat. Il rischio che alcune strutture sanitarie siano già collassate, purtroppo, e’ comunque tutt’altro che remoto.
Diversa, ma non meno drammatica, la situazione in Gran Bretagna. Qui i decessi registrati in ospedale sono almeno 2.921. Le persone testate sono complessivamente 163.194 persone, di cui 33.718 sono risultate positive all’infezione. Tra queste c’è il premier britannico Boris Johnson, che continua ad avere “moderati sintomi”. Venerdì scorso Johnson, dopo aver accusato febbre e tosse, era risultato positivo al test, e aveva iniziato un periodo di isolamento di sette giorni. Adesso, resosi conto sulla sua pelle della situazione, promette test sulla popolazione “in maniera massiccia”. Ma le critiche gli piovono addosso giorno dopo giorno.
Sono spaventosi anche i numeri degli Stati Uniti. Secondo il conteggio della Johns Hopkins University, che include tutti e 50 gli Stati, Washington D.C. e gli altri territori statunitensi, oltre ai casi di cittadini statunitensi rimpatriati, ci sono almeno 226.374 casi di coronavirus e 5.316 persone sono morte, Il Wyoming è l’unico Stato a non aver registrato alcun morto. Lo Stato più colpito è quello di New York: secondo l’ultimo aggiornamento fornito dal governatore Andrew Cuomo, ci sono almeno 92.381 casi di nuovo coronavirus e 2.373 persone sono morte, di cui 432 nelle ultime 24 ore. Una situazione che ha richiesto il ricorso a obitori mobili per gestire il grande numero di cadaveri. La gravità della situazione ha spinto il presidente Trump ad affidarsi nuovamente alla legge di guerra degli anni 50, la ‘Defense Production Act’, per facilitare la produzione e la fornitura di respiratori. Nella lista sono indicate sei aziende: General Electric, Hill-Rom Holdings, Medtronic, Resmed, Royal Philips N.V. e Vyaire Medical.
Dall’altra parte della Manica, in Francia, il numero dei positivi totali quasi raddoppia: 59.105, con 4.503 decessi, di cui 471 solo nelle ultime 24 ore. Al premier Edouard Philippe vengono poste le stesse domande che pressano gli italiani: quando torneremo alla normalità? La risposta è più o meno quella che viene data a Roma: “E’ probabile – dice Philippe – che non andremo verso un’uscita generale, in una volta, ovunque e per tutti”. Nei prossimi giorni verrà discussa la strategia di allentamento, ma tenendo conto degli “imperativi della salute”, sottolinea il premier a Parigi, sottolineando che in Francia il ‘tracking’ dei cittadini attraverso telefonini non sarebbe legale.
Rimane invece meno colpita la Germania: i dati ufficiali parlano di 1.074 morti a fronte di 84.600 casi totali, che quindi superano quelli della Cina e della Francia, dove c’è però un numero quattro volte maggiore di decessi. Andrà capito se, in questo caso, il numero viene sottostimato oppure se, forse, ha avuto un ruolo la strategia tedesca sui tamponi, nettamente superiore a quelli italiani. C’è, comunque, una certezza anche qui: il dramma colpisce chi è in prima linea, gli operatori sanitari. “Sueddeutsche Zeitung” parla di almeno 2.300 contagi tra medici e infemieri. Sul fronte della vita quotidiana, poi, anche i tedeschi si sono messi in coda agli alimentari. Di fronte ad una domanda imponente, alcun catene della grande distribuzione hanno organizzato treni speciali per rifornirsi di pasta.
Fonte: TgCom24