Coronavirus, Niccolò è atterrato alle 7,38 nella base di Pratica di Mare ed è stato portato allo Spallanzani dove sarà messo in quarantena. Il Boeing KC767 dell’Aeronautica militare ha riportato in Italia lo studente di 17 anni di Grado bloccato a Wuhan a causa della febbre. Ad attenderlo sulla pista dell’aeroporto, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Lo studente 17enne di Grado, bloccato a Wuhan per due volte a causa della febbre, ha superato al terzo tentativo i controlli medici ed è così potuto partire. Il 17enne che ha viaggiato in aereo protetto all’interno di una cosiddetta struttura di «alto biocontenimento» è stato sottoposto ad ulteriori controlli prima di lasciare in ambulanza l’aeroporto di Pratica di Mare. Poi il ricovero allo Spallanzani per la quarantena.
Per Niccolò è stato utilizzato lo stesso protocollo con il quale è stato rimpatriato dalla Sierra Leone un connazionale con una grave forma di tubercolosi polmonare resistente a ogni trattamento farmacologico. Si tratta di una barella speciale protetta da un involucro di Pvc che permette l’osservazione e il trattamento del paziente in isolamento (gestito da un’equipe medica) con potenti filtri che impediscono il passaggio di particelle potenzialmente infette. L’isolamento, sempre da protocollo, proseguirà anche durante il suo imminente trasferimento in ospedale con una speciale autoambulanza. Il ragazzo ora sarà ricoverato in quarantena allo Spallanzani di Roma.
NICCOLÒ, LE PRIME PAROLE: «PECCATO PER STUDIO, TORNERÒ IN CINA»
«Sono un pò amareggiato perché ho dovuto interrompere il percorso di studi che avevo iniziato in Cina grazie a Intercultura. È un bellissimo progetto, chi poteva pensare che sarebbe finita così? Però almeno non dovrò perdere l’anno scolastico». Lo ha detto Niccolò, il 17enne di Grado atterrato stamani a Pratica di Mare, in un’intervista telefonica rilasciata a Repubblica ieri, prima di salire sull’aereo dell’Aeronautica militare che lo ha riportato in Italia.
«Sono contentissimo, soprattutto perché stavolta, dopo due tentativi, so che partirò. Non vedo l’ora di rivedere la mia Grado, anche se so che a Roma dovrò fare la quarantena. Ma, insomma, il peggio è passato», ha affermato Niccolò, spiegando di non aver avuto paura. «Certo sono stato inquieto. Nelle lunghe ore di attesa mi ripetevo ‘stai calmo, stai calmo, stai calmo’, cercando di non perdere il controllo. Però ero in contatto con i miei genitori, i miei amici, lo staff della onlus Intercultura, e questo mi ha aiutato. Così come devo ringraziare la nostra ambasciata, che mi è stata sempre vicina e non mi ha fatto sentire né solo né abbandonato». In Cina «certo che tornerò. Più avanti, quando tutta questa storia sarà finita. Ci tornerò da solo, non più nell’ambito di un programma di scambio culturale», ha dichiarato il giovane.
CORONAVIRUS: PRIMO CASO IN AFRICA
Intanto è stato scoperto il primo caso in Africa: in Egitto hanno ricoverato un paziente contagiato. Era solo questione di tempo, avevano detto gli esperti sottolineando anche l’arretratezza delle strutture mediche in molti paesi del continente africano.
Secondo il sito Arabnews, la persona colpita è straniera. L’Egitto ha confermato ufficialmente la notizia, ma senza rendere nota la nazionalità: il malato è stato subito messo in isolamento in ospedale. Il ministero della Salute egiziano ha anche dichiarato di aver immediatamente informato l’Organizzazione mondiale della sanità e di aver adottato tutte le misure preventive necessarie.
Il velivolo KC-767A (derivato dal bireattore Boeing 767-200 a lunga autonomia) dell’Aeronautica militare è allestito per garantire il trasporto in bio-contenimento con a bordo personale sanitario specializzato, medici e infermieri dell’Esercito e dell’Aeronautica, coordinati da un team dell’Ospedale Spallanzani. Una “squadra” che in Europa non ha eguali per competenza, professionalità, esperienza e qualità delle dotazioni tecnologiche. Periodicamente a Pratica di Mare arrivano militari e medici di ogni parte del mondo per essere addestrati e imparare a muoversi in questi scenari. Niccolò, se verrà ritenuto necessario, viaggerà all’interno di una speciale barella che permette di assisterlo senza rischiare contagi.
Il ruolo dell’Aeronautica militare
«Il mio ringraziamento va agli uomini e alle donne delle Forze Armate che senza alcun risparmio, notte e giorno, hanno operato al servizio dei connazionali rientrati e che stanno ancora rientrando dalla Cina in una situazione di emergenza sanitaria a livello mondiale. In particolare ho apprezzato la collaborazione con altre articolazioni dello stato, con cui sono state condotte le operazioni di trasporto aereo, comprese le necessarie predisposizioni di assistenza attuate in volo sul KC767 dell’Aeronautica militare e in Italia presso le strutture della Cecchignola e del Policlinico Celio dell’Esercito».
Lo ha affermato il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. In stretto coordinamento con la protezione civile e con gli altri dicasteri per il tramite del Coi sono stati organizzati nei giorni scorsi i voli dedicati al rientro dei cittadini italiani bloccati a Wuhan, la città cinese maggiormente colpita dall’emergenza sanitaria legata alla diffusione del nuovo coronavirus.
A bordo dei velivoli militari è stato impiegato personale medico, infermieri e adeguato equipaggiamento sanitario per fronteggiare possibili casi di infezione e per garantire un trasporto sicuro. Il primo volo, avvenuto il 2 febbraio con un KC767A in dotazione al 14º Stormo dell’Aeronautica militare, ha riportato in patria i primi 56 italiani che si trovavano a Wuhan. Una volta giunti in Italia, dopo i primi screening medici da parte del Team sanitario, composto da medici e infermieri dell’Aeronautica militare e personale specializzato dell’Ospedale Spallanzani, sono stati trasportati e sottoposti ad un periodo di osservazione presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito presso la città militare della Cecchignola.
Il 9 febbraio, sempre un KC767A dell’Aeronautica militare è decollato da Brize Norton (Inghilterra) con otto italiani, rientrati da Wuhan, ed è poi atterrato a Pratica di Mare. I connazionali, dopo i primi controlli medici, sono stati trasportati con mezzo militare presso l’ospedale militare del Celio, dove trascorreranno un periodo di sorveglianza sanitaria a cura del personale medico dell’Esercito, come previsto da protocollo sanitario.