Sì a messe e celebrazioni in chiesa ma solo a distanza di sicurezza e niente catechismo di gruppo. La Chiesa cattolica si adatta all’allerta Coronavirus
Monsignor Pierangelo Pedretti, prelato segretario del Vicariato, ha fornito infatti nuove indicazioni alle parrocchie romane: fino al 15 marzo non sarà possibile svolgere incontri di gruppo per il catechismo o per l’oratorio, chi può si organizzerà online. Ma sono sospesi la maggior parte dei corsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle coppie, i ritiri e gli esercizi spirituali, i pellegrinaggi e i corsi per giovani e adolescenti.
SOTTO AL CIELO. Le messe potranno svolgersi purché ci sia lo spazio per mettere i fedeli a distanza di un metro l’uno dall’altro. Chi avesse difficoltà per motivi di spazio – spiegano dal Vicariato – potrà predisporre delle celebrazioni all’aperto: «Soprattutto per le chiese del Centro, si invitano i fedeli a partecipare alle celebrazioni nelle chiese più grandi».
VATICANO. Il pensiero va quindi ai prossimi appuntamenti del Papa e della Santa Sede, come l’udienza generale dell’11 marzo: al vaglio ci sono diverse possibilità per evitare una presenza massiccia di fedeli, otrebbe essere prevista anche la trasmissione via web dell’udienza.
ANZIANI. Il Vicariato di Roma invita inoltre i fedeli ad assistere gli anziani soli chiusi in casa, anche solo per telefono, e a interrompere la raccolta e la distribuzione di abiti usati. Per quanto riguarda le mense per i bisognosi, si è deciso di pensare a una distribuzione di pasti da asporto, evitando di far consumare i pasti tutti insieme in parrocchia.
La carità non si ferma
Inoltre dal sito del Vaticano si riporta che:
“le visite ai malati siano effettuate rispettando ancor più rigorosamente le condizioni di distanza minima e di igiene, utilizzando le apposite mascherine e “limitando le occasioni di interazione con i medesimi soggetti deboli all’amministrazione di Sacramenti e Sacramentali”. Si invitano quindi le comunità parrocchiali a non interrompere i servizi caritativi, coordinandosi con la Caritas diocesana. In special modo si incoraggiano “iniziative di vicinanza agli anziani soli che vivono nel loro territorio perlomeno attraverso contatti telefonici”. Si raccomanda quindi a caritas, empori di solidarietà e centri di distribuzione alimenti di fissare appuntamenti con le persone assistite e di non incentivare l’apertura indiscriminata, onde evitare assembramenti. No all’interruzione dei servizi di mensa sociale, di accoglienza per i senza fissa dimora e richiedenti asilo, ma con l’attenzione di attenersi scrupolosamente alle indicazioni di sicurezza”.