Si allunga ancora l’elenco dei sacerdoti deceduti dall’inizio del contagio, ad oggi, sono purtroppo sono cento.
Molti nomi sono noti solo alle comunità che li hanno avuti come guide, di altri l’intera diocesi (e non solo) conosceva il volto, la storia e l’impegno pastorale. Con i quattro sacerdoti spirati sinora durante la Settimana Santa il totale è ora di cento preti diocesani e religiosi in servizio pastorale presso parrocchie, ai quali va aggiunto l’elenco ancora più lungo (e tutto da ricostruire) dei consacrati e delle suore.
Dai loro profili emergono ormai almeno cinque tratti comuni: la popolarità del nostro clero (la gran parte dei preti sono morti contagiandosi perché sono rimasti in mezzo alla gente anziché pensare a mettersi in salvo, i pochi altri erano in case di riposo); la capillarità della presenza di comunità in quartieri di città ma anche in piccoli e minuscoli centri in cui il prete è custode della memoria condivisa, partecipe del passaggio di tesimone e di valori tra generazioni; la fedeltà a un luogo, spesso per decenni (ci sono parroci rimasti in una comunità per quasi 40 anni); l’umiltà di uno stile di servizio nel nascondimento più assoluto, fino a una morte in solitudine; e la preziosità di presenze che la gente scopre essere indispensabili, specie quiando la lontananza coatta – o la morte – li privano di una persona sempre cara, vicina, disponibile.
Il centesimo prete a perdere la vita per il Covid-19 nelle diocesi italiane è di Pesaro: si tratta don Marcello Balducci, 61enne, malato da tempo, comunque ancora attivo in Cattedrale dove dava una mano alla pastorale. Aveva curato a lungo una rubrica di commento al Vangelo sul settimanale diocesano “Il Nuovo Amico”.
Un nome noto tra i morti più recenti è quello di don Renato Lanzetti, 67 anni, vicario generale della diocesi di Como, prima vittima nel clero della Chiesa lariana. Accanto al vescovo Oscar Cantoni dal 2017 dopo vari incarichi pastorali nella provincia di Sondrio della quale era originario, è morto il mattino del Mercoledì Santo.
Dopo un periodo di tempo in cui sembrava che si fosse arrestata l’emorragia di sacerdoti (quasi uno al giorno nel primo periodo del contagio), la diocesi di Parma ha dovuto contare un altro lutto, il settimo, anche in questo caso il Mercoledì Santo, per la morte di don Giuseppe Canetti, 89 anni, già vicario parrocchiale di Colorno, ritirato presso la Casa del Clero.
La vicina diocesi di Fidenza piange la scomparsa di monsignor Stefano Bolzoni, da fonti locali attribuita al coronavirus anche se manca la conferma ufficiale, del resto – come molti altri casi – impossibile da definire con certezza in assenza di un tampone o del referto autoptico. Ndl suo curriculum un gran numero di incrichi pastorali e diocesani: è stato, tra l’altro, parroco di Busseto e presidente della Fondazione San Donnino.
Nei giorni attorno alle Palme si era registrato il primo lutto per un prete calabrese, primo sarecdote in servizio pastorale all’estero a morire per il contagio: si tratta di don Gioacchino Basile, 60 anni, originario di Reggio Calabria, legato al Cammino Neocatecumenale, esperienza che lo portò nel 1988 a partire missionario per gli Stati Uniti dove diventò sacerdote nel New Jersey per poi fare il parroco a Porto Rico ed entrare nella diocesi di New York. E’ qui che è morto, al Winthrop University Hospital, sabato 4 aprile, vigilia delle Palme.
In diocesi di Albenga-Imperia è scomparso don Ercole Turoldo della Comunità dei Canonici regolari lateranensi. Fiulano, 70 anni, era in servizio pastorale ad Andora.
La diocesi di Palermo perde il suo primo prete: don Silvio Buttitta, 83 anni, figura legata alla memoria di Giovanni Paolo II, del quale custodiva una reliquia, e che è morto la sera dello stesso giorno in cui scomparve il Pontefice polacco 15 anni fa.
Primo prete morto anche a Vittorio Veneto: è don Corrado Forest, 80 anni, ordinato prete dall’allora vescovo Albino Luciani. «Non è male che anche qualche prete prenda questo tipo di malattia per condividere quello che vivono motte altre persone» aveva detto al suo vescovo Corrado Pizziolo durante il ricovero, secondo quanto riferiscono i media locali.
La lista dei lutti si allunga per la diocesi di Milano, che con la morte di don Erminio Scorta arriva a 12 sacerdoti morti. 92 anni, 66 anni di Messa, da 33 Scorta era cappellano alla Casa del Cieco.
Cremona infiine perde il suo nono prete, ed è una figura molto nota in diocesi: don Alberto Franzini, 72 anni, parroco della Cattedrale. Nato a Bozzolo, il paese di don Primo Mazzolari, del quare era stato anche chierichetto, aveva ricoperto uin gran numero di incarichi di responsabilità in diocesi, tra i quali quello di direttore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica”.
Primo morto in una diocesi friulana: a 85 anni è deceduto don Enrico Pagani, per 49 anni parroco di Talmassons, in diocesi di Udine.
Un lutto anche a Torino: è morto padre Bruno Castricini, 73 anni, dell’ordine dei Servi di Maria, molto popolare in città per il suo impegno pastorale in due parrocchie del centro: San Pellegrino in corso Racconigi e San Carlo nell’omonima, frequentatissima piazza.
Altre situazioni in Piemonte. Don Pierfranco Chiadò Cutin, 72enne parroco di Bosconero, morto il 31 marzo, apparteneva alla diocesi di Ivrea. Ordinato dal vescovo Luig Bettazzi, ne era anche divenato segretario particolare.
Della diocesi di Mondovì era invece don Erasmo Mazza, 90 anni, deceduto nella casa di riposo di Garessio, nella quale continuava a svolgere il suo ministero, dopo essere stato parroco per oltre mezzo secolo in varie comunità dell’Alta Val Tanaro.
Una vittima anche nella diocesi di Casale Monferrato: don Mario Defechi, 89 anni.
Un sacerdote morto per il virus in diocesi di Vercelli: don Fiorenzo Vittone, 81 anni, vicino al Movimento dei Focolari, per molti anni impegnato nella pastorale della salute. Collaborava ancora con il santuario della Vergine del Trompone, nella diocesi eusebiana, e viveva con la Comunità dei Silenziosi Operai della Croce.
In terra piemontese ma nella regione ecclesiastica liguere è la diocesi di Tortona che conta un morto nel clero diocesano: don Giacomo Buscaglia, 82enne. In diocesi sono anche deceduti due religiosi orionini: don Cesare Concas, sardo, 81 anni, e don Serafino Tosatto, 90enne. Entrambi svolgevano il loro servizio pastorale presso il santuario della Madonna della Guardia, voluto dallo stesso don Orione, fondatore dei Figli della Divina Provvidenza, congregazione alla quale entrambi appartenevano e che ha contato nelle sue diverse case un numero elevato di vittime sia nel ramo maschile sia in quello femminile.
Ben tre i sacerdoti scomparsi in altrettanti giorni attorno a domenica 29 marzo in diocesi di Bolzano-Bressanone, due nella sola giornata di sabato 28, decessi che portano il totale a 4. Aveva 83 anni don Anton Matzneller, nato in Alto Adige, che era stato ordinato sacerdote nella diocesi austriaca di Innsbruck, incardinato poi per 45 anni in un’altra Chiesa locale d’oltreconfine, Gurk-Klagenfurt. Nel 2007 il ritorno in Italia. All’età di 71 anni si è spento don Reinhard Ebner, già missionario in Brasile, in servizio pastorale poi nelle comunità di Laives, Vipiteno e Dobbiaco. Il giorno prima era morto a 85 anni don Heinrich Kamelger, già parroco in Bassa Atesina e in Val d’Isarco. Si aggiunge a don Salvatore Tonini, 84enne di origini trentine, collaboratore pastorale a Bolzano, vicino al Movimento dei Focolari.
Quattro i sacerdoti scomparsi in diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato. L’ultimo è stato don Franco Sciaccaluga, 93enne. Decano del clero spezzino, goveda di buona salute finché non è stato contagiato dal Covid. Esperto e cultore di canto gregoriano, ha anche diretto il coro in cattedrale. Prima di lui era mancato don Giovanni Tassano, 83 anni, direttore del Centro missionario diocesano, primo “fidei donum” della diocesi del Levante ligure, parroco in Burundi per 17 anni e per altri 8 in Congo, realtà nelle quali ha superato epidemie, guerre e povertà estrema. Si aggiunge ai due lutti recenti per don Piergiovanni Devoto, 76 anni, parroco e latinista insigne; e don Nilo Gando, 89 anni, nato a Monterosso, parroco in varie comunità e in ultimo assistente diocesano delle Confraternite.
Per la diocesi di Bergamo è arrivato a quota 25 il numero dei sacerdoti morti dall’inizio dell’epidemia. Ultimo sinora in ordine di tempo don Luigi Rossoni, 75 anni. Sabato 28 marzo la diocesi orobica aveva comunicato il decesso del 93enne don Angelo Bernini, vicario parrocchiale ad Almenno San Salvatore dal 1957 al 2019. Prima di lui era mancato don Tarcisio Avogrado, 80enne, incarichi in diverse comunità, fino alla località montana di Selvino: don Savino Tamanza, 73 anni, che ha svolto il suo ministero anche in diocesi di Massa Carrara-Pontremoli; don Battista Mignani, 74 anni; e don Alessandro Longo, 87 anni; don Evasio Alberti, 86 anni; e una delle figure più note del clero orobico, don Fausto Resmini, 67enne, che è stato presidente dell’Opera Patronato San Vincenzo, delegato regionale per la pastorale carceraria e cappellano delle carceri sin dal 1992. Era anche presidente dell’Associazione Psicologia Psicoterapia “Il Conventino” e di Conventino Adozioni dal 2009, oltre che direttore della Casa del Giovane dal 2018 Nella triste contabilità compaiono don Guglielmo Micheli, 86 anni, per 30 direttore della Casa dello Studente a Bergamo e assistente diocesano dell’Apostolato della Preghiera; don Adriano Locatelli, 71 anni; don Ettore Persico, 77 anni; e don Donato Forlani, 88 anni, che tra i molti suoi incarichi annovera, negli anni, anche quelli di assistente della Fuci e di direttore dell’Istituto dei Sordomuti. In un solo giorno sono morti in tre: don Enzo Zoppetti (88 anni), don Francesco Perico (91) e don Gian Pietro Paganessi (79).
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Nei giorni precedenti erano già saliti al Cielo don Remo Luiselli (81 anni), don Gaetano Burini (83), don Umberto Tombini (83), don Giuseppe Berardelli (72), don Giancarlo Nava (70), don Silvano Sirtoli (59 anni), don Tarcisio Casali (82), monsignor Achille Belotti (82), don Mariano Carrara (72) e monsignor Tarcisio Ferrari (84), la figura più nota essendo stato segretario dell’arcivescovo Gaddi dal 1963 al 1977.
Con l’ultimo decesso salgono dunque a 9 i sacerdoti morti della diocesi di Cremona. Le due perdite riguardano altrettante figura di fidei donum cremonesi che hanno speso una parte significativa della loro vita in missione. Si tratta di don Arnaldo Peternazzi, 86 anni, 12 dei quali trascorsi in Brasile; e di don Francesco Nisoli, 71enne, che nel grande Paese sudamericano ha passato addirittura 30 anni. La prima, grave perdita per la diocesi lombarda era stata quella del giornalista don Vincenzo Rini, grande amico di Avvenire, protagonista della storia dei media cattolici italiani, 75 anni, seguita a breve da don Mario Cavalleri, ben 104 anni, per un trentennio alla guida della “Casetta”, realtà di accoglienza per poveri, tossicodipendenti e profughi. A loro si sono aggiunti pochi giorni dopo monsignor Giuseppe Aresi, 91 anni, canonico onorario e poi penitenziere della Cattedrale, e don Albino Aglio, 93 anni, dal 1993 al 2002 parroco di Sant’Imperio, in città. Addio anche a don Achille Baronio (84 anni) confessore in cattedrale, ex parroco di vari paesi, ora presso la Parrocchia di Sant’Abbondio in Cremona; e a don Vito Magri, 88enne, morto presso la Fondazione Caimi di Vailate. Sacerdote cooperatore di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio per 11 anni, era e poi rimasto presso il santuario mariano fino al 2017. Il vescovo lo ricorda per «l’’impegno quotidiano nella preghiera per la nostra Chiesa».
La diocesi di Milano conta ormai 12 perdite. Prima di don Scorta, erano morti a poche ore di distanza don Pino Marelli, 80 anni, e don Cesare Terraneo, 75. Marelli, già parroco a Varese e Castellanza, poi nella comunità di Concorezzo, in Brianza, viveva nella parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca di Milano. Terraneo era stato parroco per 24 anni a Bellano, sul lago di Como, ed era una figura molto nota nell’area del Lario. Pochi giorni dopo di loro era morto don Paolo Merlo, 88 anni, prete dal 1955, a lungo parroco di Trucazzano. Risiedeva a Busto Arsizio. Deceduto anche don Luigi Brigatti, nato a Robbiate, in provincia di Lecco, 72 anni, da giorni ricoverato in gravi condizioni all’Ospedale di Magenta. Era parroco di San Remigio a Sedriano, paese a ovest della metropoli, dal 2005. Pochi giorni prima aveva suscitato grande dolore a Sesto San Giovanni la morte del salesiano don Agostino Sosio, 66 anni, parroco della Comunità pastorale di Santa Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco, sacerdote che tutti ricordano zelante e appassionato. La diocesi piange anche don Giancarlo Quadri, 75 anni, il sacerdozio dedicato ai migranti, prima quelli meridionali nella metropoli, poi gli italiani all’estero, infine le persone giunte da altri Paesi e continenti, con religioni e culture con le quali entrare in dialogo, arte nella quale è stato maestro riconosciuto anche come responsabile della Pastorale diocesana dei migranti in anni cruciali. Altra grave perdita per la diocesi ambrosiana è quella di don Franco Carnevali, 68 anni, parroco della Comunità pastorale Santissima Trinità d’Amore di Monza. Originario di Legnano, anch’egli impegnatissimo con le comunità immigrate in Brianza, è ricordato con grande affetto a Lecco, dov’è stato per 14 anni e poi a Gallarate, dove era stato la figura decisiva per far dialogare amministrazione comunale e comunità islamica offrendo non solo occasioni di confronto ma anche luoghi per la preghiera, e sopportando per questo ingiuste critiche. Morto anche il 90enne don Cesare Meazza, che a Cernusco sul Naviglio – tra le comunità dov’è stato nella sua lunga vita – ancora ricordano come prete capace di mettersi in sintonia con i giovani. In tre giorni – tra il 17 e il 19 marzo – Milano ha perso tre sacerdoti. Colpisce il filo rosso tra i primi due, entrambi cappellani universitari, ed entrambi legati all’esperienza di Comunione e Liberazione (qui un loro ricordo). Grande emozione ha suscitato la scomparsa (riconducibile anzitutto a problemi cardiaci) di don Marco Barbetta, 82 anni, cappellano del Politecnico, figura assai nota in Cl a Milano e non solo, primo prete ambrosiano vittima del virus, direttore spirituale di innumerevoli giovani. Sgomento analogo per la morte, dopo giorni di lotta in terapia intensiva, di don Luigi Giussani, 70 anni, vicario della popolare parrocchia milanese di San Protaso, omonimo del fondatore di Comunione e Liberazione e tra i riferimenti del movimento in città (tanto da essere ribattezzato affettuosamente “Giussanello” tra i tanti amici), oltre che assistente spirituale degli studenti all’Università Statale, teologo e intellettuale finissimo, animatore in parrocchia di catechesi per gli adulti delle quali circolano appunti specchio del suo pensiero rigoroso e spalancato sulla speranza. Nel giorno di san Giuseppe è giunta poi la notizia della morte di don Ezio Bisiello, 64 anni, personaggio molto amato in Brianza essendo stato a lungo parroco d Ronco Briantino, dopo aver svolto il suo ministero nel Varesotto, tra Somma Lombardo e Gallarate.
Tre i lutti della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. L’ultimo lutto è quello di don Efrem Giovanelli, parroco emerito di Borzano d’Enza, Compiano e Vedriano. Aveva 81 anni, era stato anche maestro elementare. Prima di lui, alla morte di don Guido Mortari, 83 anni, per mezzo secolo alla guida della stessa parrocchia cittadina, Sant’Agostino, è seguita quella di don Emilio Perin, 91enne storico parroco (dal 1969 al 2006) di Gesù Buon Pastore a Reggio. Vicentino di origine, era sacerdote da 68 anni. Di lui sui ricorda che guidò la parrocchia cittadina quando ancora la chiesa era ospitata nell’ex stalla di una casa colonica, costruendo di fatto la comunità della quale si può dire che conosceva tutti.
A Brescia sono morti in tre: don Giuseppe Toninelli, 79 anni, una lunga vita di ministero in tante parrocchie, e monsignor Domenico Gregorelli, 86 anni, ordinato a Firenze, poi passato a Fermo (dov’era stato canonico della cattedrale dal 2003) e dal 2008 era in diocesi di Brescia. Morto anche don Giovanni Girelli, 72 anni, in servizio nell’unità pastorale di Orzinuovi, cittadina falcidiata dal Covid–19.
La diocesi di Parma ha perso 6 preti: don Giorgio Bocchi e don Pietro Montali (entrambi 89enni), don Andrea Avanzini (il prete più giovane che risulta morto sinora con i suoi 55 anni, contagiato probabilmente dalla madre anziana, positiva, con la quale viveva) e il 94enne don Franco Minardi, che fu secondo direttore della Caritas diocesana. Martedì 17 è deceduto don Fermo Fanfoni, 82 anni. Due giorni dopo è morto don Giuseppe Fadani, 83 anni, alla guida della parrocchia di Carignano, alle porte di Parma.
Era della diocesi di Pavia don Luigi Bosotti, della Comunità Casa del Giovane. 70 anni, ha dedicato tutta la vita ad accompagnare nella vita e nella fede le giovani generazioni.
Un totale di 6 preti strappati dal virus in diocesi di Piacenza-Bobbio, che piange don Paolo Camminati, 53 anni, a lungo responsabile della pastorale giovanile, protagonista di alcune Gmg, già collaboratore di Avvenire, ora assistente spirituale dell’Azione Cattolica diocesana (qui potete leggerne un ricordo più approfondito).
Dolore anche per la morte di don Giuseppe Castelli, 85 anni, pioniere delle missioni diocesane in Brasile. Partito per Paragominas nel 1964, dove rimase 11 anni, dopo un periodo come parroco a Piacenza tornò in missione alla fine degli anni Novanta, per poi rientrare in patria. Figura assai nota nella sua diocesi per l’impegno accanto ai più emarginati è quella di don Giorgio Bosini, 79 anni, fondatore del Ceis locale (oggi associazione La Ricerca onlus), già molto malato e del quale dunque è ancora difficile ricondurre con certezza la morte al virus, al pari dei due gemelli don Mario e don Giovanni Boselli, 87 anni, incredibilmente morti a pochi giorni di distanza. Certamente ucciso dal contagio don Giovanni Cordani, 83 anni, parroco di Rivergaro, a lungo insegnante.
Della diocesi di Lodi, con 5 morti, era don Carlo Patti, 66 anni, parroco di Borghetto Lodigiano e Casoni dove era appena arrivato, nell’ottobre 2019; don Gianni Cerri, spirato a 85 anni; don Giovanni Bergamaschi, che si è spento a 85 anni presso la Casa di riposo di Sant’Angelo Lodigiano dove risiedeva dal 2017; e don Bassiano Travaini, 88 anni, collaboratore pastorale a Sant’Angelo Lodigiano, attivamente impegnato a servizio degli ammalati e degli anziani della città.
A Mantova una vittima: è spirato don Antonio Mattioli, 74 anni, già rettore del Seminario diocesano.
La diocesi di Pesaro segnala tre lutti nel suo clero. Il primo a morire è stato don Zenaldo del Vecchio, 90 anni, seguito pochi giorni dopo da don Graziano Ceccolini, 83 anni. Del 21 marzo è invece il decesso di don Giuseppe Scarpetti, 69 anni, parroco di Cristo Re a Pesaro.
Dalla diocesi di Trento arriva la notizia della morte di un sacerdote anziano ma ancora dinamico come don Luigi Trottner, 86 anni, parroco di Campitello in Val di Fassa.
E’ stata la diocesi di Salerno-Campagna-Acerno a dover contare il primo sacerdote del Sud morto a causa del contagio. Si tratta del parroco di Caggiano don Alessandro Brignone, appena 45 anni, è morto nella notte tra 18 e 19 marzo all’ospedale di Polla.
Al Sud ha perso la vita anche don Antonio Di Stasio, 85 anni, parroco della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia.
La diocesi di Nuoro aveva registrato il primo sacerdote sardo ucciso da coronavirus (ma ora si è aggoiunto un secondo prete): don Pietro Muggianu, uno dei due preti diocesani colpiti dal virus che si trovavano in rianimazione. Nato a Orgosolo, 83 anni, canonico onorario del Capitolo della Cattedrale, tra i suoi innumerevoli incarichi pastorali sia sul territorio barbaricino sia in Curia merita di essere ricordato il suo servizio come insegnante nei licei. A lui si è poi aggiunto don Giovanni Melis, 72 anni. Sposato, diacono permanente, rimase vedovo. Divenne sacerdote nel 2004. E’ stato vice parroco di San Paolo in Nuoro, poi parroco di Sarule e Lodè (2012-2016). Negli ultimi anni collaborava nelle parrocchie di San Francesco e di San Paolo a Nuoro.
Per segnalare aggiornamenti sui sacerdoti e i consacrati scomparsi per effetto del contagio: f.ognibene@avvenire.it. Grazie
(Hanno collaborato Chiara Genisio, Barbara Sartori, Diego Andreatta, Egidio Banti, Diego Andreatta, Maria Chiara Gamba, Maria Cecilia Scaffardi, Emilia Flocchini)
Fonte avvenire.it
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