Musicae et Ars

Coronavirus. Un antico e potente canto francescano contro la peste a Maria

Il canto francescano alla Madonna contro la peste

Padre Matteo Ferraldeschi ha “ritrovato” una antifona medievale in cui si invoca l’intercessione della Vergine contro l’epidemie. Una preghiera dalla storia misteriosa e dal contenuto prezioso.

“Stella piissima del mare, soccorrici contro la peste / Ascoltaci: nulla infatti il Figlio tuo nega a coloro che onorano colei che ora ti supplica ancora”.

Si chiude con questi bellissimi versi, in latino, l’antica antifona alla Madonna, intitolata Stella coeli; veniva intonata proprio in occasione di pestilenze e contagi.

Ne ha recentemente riproposta l’esecuzione gregoriana (disponibile nel video nell’articolo) padre Matteo Ferraldeschi, frate francescano minore. È nato a Marsciano (Perugia) nel 1971, padre Matteo ha studiato canto gregoriano presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma e presso il Conservatorio di Lugano e si è perfezionato con i maggiori specialisti. È inoltre fondatore dei corsi estivi di canto gregoriano ad Assisi e all’abbazia di Farfa in Sabina.

Ecco il testo originale della preghiera:

“Stella coeli extirpavit, quae lactavit Dominum,
mortis pestem quam plantavit primus parens hominum.
Ipsa stella nunc dignetur sidera compescere,
quorum bella plebem caedunt dirae mortis ulcere.
O piissima stella maris, a peste succurre nobis.
Audi nos Domina, nam Filius tuus nihil negans te honorat.
Salva nos Jesu, pro quibus Virgo mater te orat”.

 

Traduzione:

“La stella celeste che ha allattato il Signore estirpò la mortale peste che il padre degli uomini portò nel mondo. La stessa stella si degni di placare il cielo che incollerito affligge il popolo con le crudeli piaghe mortali.

Stella piissima del mare, soccorrici contro la peste. Ascoltaci: nulla infatti il Figlio tuo nega a coloro che onorano colei che ora ti supplica ancora”.

Stella coeli

Il testo è molto noto tra gli appassionati di liturgia, e soprattutto di quella legata all’ordine francescano. Almeno a partire dal XVIII secolo e certamente fino ai tempi del generalato di Bernardino da Portogruaro, questa preghiera è comparsa puntualmente tra le pagine di appendice del Breviario Romano serafico.

La “Piissima antiphona et oratio contra luem contagiosam” (Devotissima antifona e preghiera contro la contagiosa peste) è divenuta così, con il passare del tempo, una delle più care pratiche di pietà dell’ordine serafico che si è estesa man mano in ogni dove.

Fonte avvenire.it

 

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