Quando la Madonna irrompe nella vita della piccola Giacinta, lei cambia radicalmente: medita a lungo sull’eternità dell’inferno e «prende sul serio i sacrifici per la conversione dei peccatori».
Ma come aveva predetto la Vergine Maria, andrà presto in Paradiso come Francesco, morto a causa della spagnola, malattia di cui si ammala anche Giacinta. Ma il calvario è più tormentato perché sopraggiunge una pleurite purulenta. Lei sopportata e offre.
Ciò che faceva soffrire Giacinta negli ultimi periodi della vita, quando era già in ospedale a a Lisbona, era il vedere alcune infermiere ed altre persone che venivano a visitare gli ammalati, attraversare la corsia in un abbigliamento poco modesto. «A che serve tutto quello?» diceva, riferendosi a determinati abbigliamenti e acconciature. «Se sapessero che cos’è l’eternità!». Parlando poi di alcuni medici, che essa giudicava increduli, li compassionava dicendo: «Poveretti! Non sanno ciò che li aspetta!
». La fanciulla affermava che la Madonna le era nuovamente apparsa e le aveva comunicato che il peccato che trascina più gente alla perdizione era il peccato della carne; era necessario abbandonare il lusso; non dovevano ostinarsi nel peccato come avevano fatto fino allora; era necessario far penitenza.«Ora – confidava alla Madre Godinho – non mi lamento più. La Madonna mi apparve di nuovo e mi disse che presto verrà a prendermi e mi ha fatto scomparire tutti i dolori».
«La mia famiglia – disse un’altra volta la fanciulla – durerà poco tempo. Presto ci incontreremo in Cielo. La Madonna apparirà un’altra volta, non a me, perché di certo morrò, come mi disse Lei».
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Santi Giacinta e Francesco, piccoli veggenti di Fatima, per singolare grazia scelti da Maria Santissima nel suo Cuore Immacolato a divenire grandi testimoni della luce di Cristo, a voi ricorriamo oggi in questo momento di emergenza sanitaria, di dolore e di prova.
Cento anni or sono, o santi bambini, foste colpiti voi stessi dalla terribile epidemia di febbre spagnola e portaste con fede nel vostro corpo i segni e i dolori del male che affrontaste con fede meravigliosa sino alla morte cristiana. La nostra Mamma Celeste vi aveva annunciato la morte prematura associandola alla passione di Cristo per la salvezza del mondo, e voi nella malattia e nell’agonia testimoniaste con la continua preghiera la totale adesione alla divina volontà.
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Oggi un secolo dopo, siamo sconvolti da un’ altra terribile epidemia e ci rivolgiamo a voi con fiducia perché per il Cuore Immacolato di Maria, che i vostri occhi videro già qui in terra, possiate ottenere per noi la salute dell’anima e del corpo, una fede forte e la capacità di essere solidali con quanti sono nella malattia e nella prova.
Voi, che con sorriso gentile e mitezza di cuore, accoglieste le cure mediche, assistete e proteggete tutti i medici e gli operatori sanitari nel loro immane sforzo in questa lotta contro la malattia.
Proteggete le nostre famiglie, facendo riscoprire la bellezza della preghiera recitata insieme e in particolare il Santo Rosario che voi stringeste fra le mani sino all’ultimo respiro. Con voi piccoli pastorelli e con Maria Santissima nostre madre e custode, con fiducia totale ci rivolgiamo a Gesù Cristo nostra salvezza che nella luce Pasquale vince il male e la morte. Amen.
(don Luca Roveda) con approvazione ecclesiastica
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