E Gesù, quand’è che le raccontava?Le parabole che trovi nei Vangeli sono raccontini, esempi, storie semplici che narrano di personaggi comuni, di animali e di oggetti quotidiani, ma che hanno un significato morale profondo, tutto da scoprire. Alcune sono brevissime, altre un po’ più lunghe e articolate.
Cosa sono le parabole?
Gesù amava stare in mezzo alla gente. Che fosse un pranzo, una cena, una festa di matrimonio, un incontro casuale lungo la strada o davanti a un pozzo, lui sapeva trasformare ogni normale scambio tra persone in un evento unico e straordinario. Sapeva osservare, conoscere, ascoltare, ma gli piaceva anche dialogare con la gente e soprattutto parlare di Dio. E come si fa a svelare il volto di Dio con parole umane? Quali immagini usare, visto che l’uomo non lo può vedere? Quali parole riferire, visto che non lo possiamo udire?
Gesù era un grande oratore, incantava gli ascoltatori, incendiava gli animi, ha raccontato tante cose del Padre, sapendo come farsi capire dalla gente; usava, infatti, storie che partono dalla vita vissuta, da eventi banali di cui tutti hanno esperienza. In questo modo raggiungeva chiunque, gli studiosi e gli analfabeti, i potenti e le persone più umili. La famiglia e il lavoro sono le due realtà comuni a tutta l’umanità, e Gesù assegna nelle parabole un posto rilevante alle relazioni familiari e al mondo del lavoro: vi fa entrare padri, figli, fratelli, ma anche re, giudici, servi, agricoltori, massaie, padroni, operai.
Usa parole semplici e fatti comuni che in mano sua hanno il potere di parlare al cuore dell’uomo per raccontare le cose di Dio.
Però qualche volta io non le capisco subito!
Hai ragione, a volte le parabole sono enigmatiche. «Chi ha orecchi per intendere, intenda», dice Gesù. In qualche occasione le spiega in privato ai suoi discepoli, non alla folla, come nel caso della parabola del seminatore.
Altre invece si capiscono subito ma accendono in noi un dibattito, perché Gesù vuole che ci interroghiamo e scopriamo il senso delle cose attraverso la riflessione, l’esame di coscienza, il confronto con gli altri. Ecco perché le parabole vanno lette insieme, vanno discusse e rivestite di esistenza… ognuno ha la sua, è vero, eppure i punti in comune sono tanti.
È bello scoprire il senso di una parabola in gruppo, d’altronde la parola deriva dal verbo greco paraballo che significa «confrontare», è quindi un racconto che funge da comparazione, da similitudine, che chiarisce un argomento difficile mettendolo a confronto con uno più facile, più noto, perché appartenente alla vita reale.
Perché sono così tante?
Con le parabole Gesù ci rivela il segreto della sua opera di salvezza, la potenza del suo Regno e le conseguenze per la vita degli uomini. Ci mette in mano la mappa per trovare la felicità, coinvolgendoci in prima persona. Ci svela i misteri di Dio e al tempo stesso ci parla del suo amore per l’uomo, della sua passione verso l’umanità. Ci spiega che cos’è il Regno dei cieli, dove si trova, chi ci entrerà e cosa bisogna fare perché cresca fino agli estremi confini della terra.
Con le parabole Gesù unisce il cielo e la terra, lega un filo tra l’uomo e Dio. Ecco perché sono così tante. Tante cose da dire, mille storie da raccontare.
Fonte www.credere.it/di Francesca Fabris – Disegno 1 da www.mirys.altervista.org/Disegno 2 di Giulio Peranzoni