Sono passati pochi anni dalle apparizioni del 1830 a Parigi, a Rue du Bac, dove la Vergine, precedendo la definizione dogmatica della Chiesa, si è rivelata come la “Concepita senza peccato” invitando noi suoi figli a rivolgerci a lei per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno, grazie che passano tutte attraverso le sue mani e come raggi di luce inondano la terra e riportano la pace e la fede nel nostro cuore.
Poi, nel 1846, a La Salette, la Bella Signora torna a parlare di conversione, di penitenza, di cambiamento di vita, ricordando l’importanza della santificazione delle feste e dell’ascolto fedele della Parola di Dio… e lo fa piangendo, perché almeno le sue lacrime tocchino il nostro cuore.
Nel 1858 l’Immacolata sceglie di nuovo un altro luogo della Francia, fino ad allora piccolo e sconosciuto, per rivelare la sua presenza e portarci un altro messaggio di fede, di penitenza e di conversione. La Madonna insiste… noi siamo sempre duri nell’ascolto, tiepidi nella pratica… insiste e insisterà ancora, anche a Fatima e poi fino ai nostri giorni!
Quando sceglie Lourdes, nel cielo della Chiesa da poco si era accesa una grande luce: nel 1854 il Papa Pio IX aveva solennemente proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione:
“La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia e un privilegio singolare di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia di peccato originale”.
Ma l’eco di tanta grazia non aveva certo ancora raggiunto, nel piccolo e sperduto paese, tanta gente semplice, per la maggior parte incapace di leggere e scrivere, ma di fede solida e pura, spesso alimentata dalla povertà e dalla sofferenza.
Durante l’autunno del 1855 Lourdes era stata devastata da un’epidemia di colera. In certe giornate i morti si contavano a dozzine e venivano posti in fosse comuni. Anche Bernardetta si era ammalata e allora l’unico rimedio era ritenuto quello di frizionare a sangue la schiena! Una sofferenza in più, e non da poco! Guarirà, Bernardetta, ma rimarrà sempre gracile, di salute cagionevole e affetta da un’asma che non la lascerà più.
Questo è l’ambiente in cui la Vergine si appresta ad incontrare la sua prediletta e a farne la messaggera di Lourdes, in tutto il mondo.
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A questo punto torniamo un po’ indietro e ripensiamo ad una cosa. Bernardetta ha ricevuto durante le apparizioni tre segreti dalla Vergine. Non ne ha mai parlato con nessuno, dicendo che riguardavano soltanto lei. La curiosità così si è fermata davanti a questa semplice spiegazione.
Ma, come dice René Laurentin, Bernardetta è e rimane la più segreta delle sante non certo per i segreti che non ha rivelato. Rimane segreta soprattutto per le prove nascoste, intime, dolorose dei suoi ultimi anni, per l’immolazione e la passione che la resero conforme all’immagine del Crocifisso. Di questa sua passione noi sappiamo pochissimo perché lei non se ne è lasciata sfuggire che qualche parola. Hanno parlato e continuano a parlare i suoi silenzi. La sua vita, semplicissima e trasparente è un segreto di bellezza conosciuto solo dallo Sposo! Noi possiamo sentirne un po’ solo il profumo!
Bernardetta ha sopportato tutto, ma non ha mai rinunciato ad essere se stessa, dai tempi dell’apparizione fino alla sua vita religiosa a Nevers. Per riuscire in tutto questo il suo primo “segreto” è Maria: come lei ha fatto sì che le esigenze umane si accordassero ai richiami dello Spirito. È un segreto la sua pazienza, la sua sofferenza, il suo totale annullamento nell’amore di Dio. Bernardetta è stata davvero “nascosta con Cristo in Dio”. La sua è una santità spoglia di esteriorità e di opere, priva di grandi cose che colpiscono l’attenzione, ma ricca di amore di Dio vissuto con naturalezza e semplicità.
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Il suo è un amore che offre e chiede tutto, un amore totale, senza riserve, vissuto nel silenzio. Come Maria, Bernardetta ha scelto Dio solo! E questo le è stato possibile perché ha amato moltissimo la Madonna: “Dopo averla vista – diceva – non si ama più la terra… È così bella che quando la si è vista una volta, si ha fretta di morire per rivederla”.
Anche la sua preghiera era semplice, priva di sentimentalismo e di troppe parole. Preferiva il Rosario con il quale si era intrattenuta con la Vergine Immacolata, fin dal primo incontro e poi durante tutte le altre apparizioni.
Raccomandava il Rosario a tutti: “Non lo direte mai invano! Addormentatevi recitandolo… come i bambini piccoli si addormentano dicendo “mamma”.
Un altro segreto di Bernardetta è stato la povertà. Non ha voluto mai ricevere denaro da alcuno. E soprattutto non si vergognava di essere povera. In questo modo voleva seguire Gesù. Spesso diceva: “Una sposa per bene deve seguire lo sposo ed entrare sempre di più nel suo cuore”.
E poi l’umiltà, l’obbedienza, la sopportazione di ingiustizie, di persecuzioni, di dolori fisici e morali. Quanti segreti di santità! Ma ne manca uno, forse il più nascosto: la grande confidenza e la tenera devozione per San Giuseppe.
Bernardetta, la figlia privilegiata di Maria, aveva scoperto la paternità di San Giuseppe! Una volta una suora la sorprende a fare una novena alla Vergine Maria davanti a una statua di San Giuseppe: “State sbagliando…” le dice. Ma Bernardetta subito risponde: “La Santa Vergine e San Giuseppe sono sempre perfettamente d’accordo e in Cielo non ci sono gelosie!”.
Ed è a San Giuseppe che con insistenza chiedeva ogni giorno “la grazia di amare Gesù e Maria così come vogliono essere amati”. Per Bernardetta San Giuseppe ha preso visibilmente il primo posto tra le amicizie celesti e nella devozione alla Sacra Famiglia egli assume per Bernardetta un’importanza di primo piano. “La Sacra Famiglia rappresenta così come l’Orto degli Ulivi, un luogo di “Amore puro”. Solo grazie alla morte in croce di Gesù possiamo sperare di gustare qualcosa della straordinaria Sacra Famiglia. Bernardetta ha capito che per Gesù il tragitto conduce dalla Trasfigurazione alla Croce, mentre, per quanto ci riguarda, è la Croce che ci permette di guardare alla Trasfigurazione.” (Doze).
A San Giuseppe diceva: “Fate crescere Gesù, fatelo crescere in me come a Nazareth”.
Sì, Bernardetta, come Teresa d’Avila, aveva trovato il suo maestro di preghiera: “Quando non si è capaci di pregare – diceva Bernardetta – ci si rivolge a San Giuseppe!”. Trascorrerà ore intere nel giardino, in una piccola cappella dedicata a San Giuseppe: “Lì si prega bene, ci entro ogni volta che posso”. Quella cappella le faceva ritrovare il silenzio e l’intimità della preghiera alla grotta mentre il suo cuore accoglieva tutti i segreti dello Sposo che si comunicavano a lei sua piccola sposa fedele.
E una cosa non vogliamo dimenticarla, un piccolo segno di predilezione di San Giuseppe: la prima tomba di Bernardetta fu proprio in quella cappella, nel mezzo del giardino di Casa Madre.
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