Italiae et Ecclesia

Che cosa succede quando anche il parroco ‘non ne può più’

Cari amici lettori, l’estate è un tempo propizio per la lettura e la riflessione. Come ricordavo nel numero scorso, è una buona occasione per prendere in mano, oltre al Vangelo, anche la propria vita, dedicando più tempo alla preghiera e all’incontro con Gesù.

Questa settimana vorrei proporvi, sempre in tema di letture, un breve romanzo appena pubblicato dalle Edizioni San Paolo e intitolato Il signor parroco ha dato di matto. L’autore è un giornalista francese, Jean Mercier, caporedattore del settimanale La Vie. Il romanzo, a metà strada tra l’umoristico e lo spirituale, riesce a far riflettere divertendo. Narra di un parroco, don Beniamino Bucquoy, ancora abbastanza giovane, ma sommerso dalle mille incombenze del suo ministero e soprattutto assediato dalle persone che ruotano attorno alla parrocchia e che vorrebbero imporre a tutti la loro visione delle cose. L’ambiente francese è un po’ diverso dal nostro, ma non troppo. Ci possiamo ritrovare facilmente nelle gelosie, nelle ripicche, nelle prese di posizione assolute, nelle incomprensioni presenti nella parrocchia di don Beniamino. Che a un certo punto “dà di matto”, non ne può più e decide di sparire.
Non vi rivelo quello che succede dopo. La scelta di don Beniamino, comunque, lo porta a riflettere sull’identità più profonda di un prete, che rischia di lasciarsi travolgere da mille incombenze se non ritrova una solida vita spirituale. Ma anche i suoi parrocchiani alla fine sono spinti al cambiamento, anzi, a una vera e propria conversione. Lo stesso Beniamino, peraltro, scopre che deve mettere da parte il proprio orgoglio e chiedere perdono. Spinto anche dalla lettera di una parrocchiana, la responsabile diocesana della formazione catechistica, che era stata sua acerrima “nemica”: «Caro Beniamino, sono venuta, ieri, ad assistere alla Messa. L’ho sempre considerata come il mio peggior avversario. Ieri ho capito chi era lei veramente. Un prete. E basta. Come altri sono clown, violinisti, pittori o alpinisti. Una vocazione che li supera. Volevo portare avanti la diocesi col pugno duro, ma ho capito che bisognava concentrarsi di nuovo sulla semplicità e la forza dell’Eucaristia. È lei che me lo ha insegnato, ieri. Le chiedo scusa per tutto».




Una lettura divertente, il romanzo di Mercier, ma anche profonda, che ci fa riscoprire la forza misteriosa della grazia di Dio e invita tutti noi cristiani, preti e laici, a fidarci un po’ di più del Signore, lasciando che Gesù Cristo sia davvero il centro della nostra vita e agisca in noi, anche attraverso la nostra debolezza.




Fonte credere.it/Don Antonio Rizzolo

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