Che cos’è il peccato? E’ tutto quello che ci separa da Dio, che sconvolge i nostri cuori, che ci limita nella dedizione, che non ci lascia condurre una vita piena.
L’altro giorno qualcuno mi ha chiesto come distinguere un peccato veniale da uno mortale. Credo che a volte scadiamo nella casistica e ci perdiamo in divagazioni che forniscono spiegazioni. Pensiamo: “Fino a qui, posso; se agisco in questi limiti posso, se non supero la misura, va bene”.
Facciamo un calcolo un po’ meschino, speculando su Dio, mettendo limiti all’amore e alla vita. A volte vediamo l’appartenenza alla Chiesa come un insieme infinito di regole.
San Tommaso d’Aquino ha sottolineato che i precetti dati da Cristo e dagli Apostoli “sono molto pochi”. Citando Sant’Agostino, avvertiva che le disposizioni aggiunte dalla Chiesa in un secondo momento dovrebbe essere osservate con moderazione “per non rendere la vita pesante ai fedeli” e trasformare la nostra religione in schiavitù quando invece “la misericordia di Dio volle che fosse libera”.
Dio pose solo una regola al primo uomo. Gli disse di non toccare uno degli alberi. Non toccarlo, non usarlo in modo improprio, non corrompere lo scopo per cui era stato creato.
Dio ha creato tutte le cose con uno scopo. L’uomo si corrompe quando non usa la natura per il fine voluto da Dio. L’ uomo è tentato e cade. Di fronte al dolore e alla punizione, l’uomo fugge da Dio, corre via da lui, si allontana con paura. Il peccato ci separa da Dio, che non cerchiamo perché ci vergogniamo.
Così si perde il vero significato del peccato e della vita e quando diventiamo ossessionati da ciò che è peccato e ciò che non lo è, smettiamo di comprendere l’essenza del vivere in Dio.
Mettiamo limiti e barriere, calcoliamo l’amore e la sua portata. Pensiamo che l’obiettivo sia non peccare. Ma ciò non è possibile, perché pecchiamo ogni volta.
Come Papa Francesco ci ricorda: “Il problema non è essere peccatori, ma non pentirsi dei peccati, non avere vergogna di quello che abbiamo fatto. Nonostante Pietro fosse un peccatore, Gesù mantenne la sua promessa di costruire su di lui la sua Chiesa. Pietro era un peccatore, ma non corrotto. Peccatori sì, tutti: corrotti, no”.
Siamo tutti peccatori, tutti cadiamo, anche se ci promettiamo che non lo faremo di nuovo. La debolezza della nostra volontà, il peso e l’attrazione della tentazione. Il pentimento è la via d’uscita dal labirinto della tentazione e del peccato. L’ obiettivo può essere solo l’amore.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Aleteia
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