Il cardinale Theodore McCarrick riuscì a ingannare Giovanni Paolo II e in questo modo divenne arcivescovo a Washington e cardinale.
In una lettera inviata dal porporato a Stanislaw Dziwisz, segretario di Wojtyla, il 6 agosto del 2000, affermò riferendosi alle accuse di doppia vita che da più parti gli vennero mosse: “Nei settanta anni della mia vita, non ho mai avuto rapporti sessuali con alcuna persona, maschio o femmina, giovane o vecchio, chierico o laico, né ho mai abusato di un’altra persona o l’ho trattata con mancanza di rispetto”.
La negazione fu creduta e si ritenne che, se le accuse contro di lui fossero state rese pubbliche, McCarrick sarebbe stato in grado di confutarle facilmente.
È l’estrema sintesi del “Rapporto McCarrick”, scrive oggi su Repubblica edizione on line il vaticanista Paolo Rodari – i lavori della Segreteria di Stato vaticana durati due anni sulla documentazione in possesso della Santa Sede inerente il porporato americano. Sono state svolte nel corso degli ultimi due anni circa novanta interviste nominali della durata dalle tre alle trenta ore ciascuna con responsabili vaticani, cardinali e vescovi, e della Conferenza Episcopale Americana, ex seminaristi e preti di varie diocesi e anche laici. Il risultato, reso noto oggi dalla sala stampa vaticana, è la prima risposta ufficiale e circostanziata prodotta dopo le accuse dell’ex nunzio a Washington Carlo Maria Viganò il quale, nell’estate del 2018, chiese le dimissioni di Francesco perché a suo dire non agì tempestivamente sullo stesso McCarrick. In realtà, si legge nel Rapporto, Francesco agì immediatamente nel momento in cui emerse la notizia del primo abuso su minore commesso da McCarrick dimettendolo dallo stato clericale.
Nel corso di lunghe interviste, spesso emotive, si legge nel Rapporto, le persone hanno descritto una gamma di comportamenti comprendenti abusi o aggressioni sessuali, attività sessuale non voluta, contatti fisici intimi e condivisione dello stesso letto senza contatti fisici. Questi racconti hanno permesso di fare luce su una condotta che nei decenni passati ha goduto di non poca omertà da parte della Chiesa. Infatti, non sempre le persone interrogate in passato hanno raccontato tutto ciò che sapevano. Monsignor Montalvo nel 2000, su richiesta di Wojtyla, interpellò per iscritto quattro vescovi del New Jersey allo scopo di stabilire se le accuse contro McCarrick fossero vere. Le risposte dei vescovi all’inchiesta confermarono che McCarrick aveva condiviso il letto con giovani uomini, ma non indicavano con certezza che McCarrick avesse tenuto una qualche cattiva condotta sessuale. Ciò che si sa ora, spiega il Rapporto, è che tre dei quattro vescovi americani fornirono alla Santa Sede informazioni non accurate e, inoltre, incomplete circa la condotta sessuale di McCarrick con giovani adulti. Queste informazioni inesatte sembrano aver probabilmente influenzato le conclusioni dei consiglieri di Giovanni Paolo II e, di conseguenza, dello stesso Giovanni Paolo II.
“La forza del Rapporto – scrive il direttore editoriale di Vatican News Andrea Tornielli – sta certamente nella sua completezza ma anche nella visione d’insieme che fornisce. E dalla visione d’insieme emergono alcuni punti fermi dei quali è importante tenere conto. Il primo riguarda gli errori commessi che hanno già portato al varo di nuove norme nella Chiesa, per evitare che la storia si ripeta”. Quindi l’assenza fino al 2017 di accuse circostanziate sul porporato. Certo, il 28 ottobre del 2009 ci aveva provato il cardinale O’Connor, arcivescovo di New York, a dire che considerava negativamente una eventuale promozione di McCarrick. Ma non fu ascoltato.
Quando nel 2005 arrivarono a Papa Benedetto XVI le accuse di molestie e abusi da parte del porporato nei confronti di adulti, Ratzinger chiese la rinuncia del cardinale a cui da poco aveva concesso una proroga del mandato. McCarrick nel 2006 divenne così vescovo emerito. Tarcisio Bertone, allora segretario di Stato, ne parlò col Papa ma non ritennero di procedere oltre contro McCarrick. A questi era consigliato di viaggiare poco, di mantenere un profilo basso, ma non ricevette mai vere e proprie sanzioni. Lo stesso Viganò, allora nunzio a Washington, non adottò alcuna disposizione contro McCarrick.
Francesco all’inizio del pontificato, non avendo ricevuto ulteriori notizie su McCarrick, non cambia le carte in tavola. Ma tutto cambia con l’emergere nel 2017 della notizia di un abuso su un minore avvenuto agli inizi degli anni Settanta. A questo punto il Papa interviene e McCarrock viene dimesso dallo stato clericale.
Certo, dice il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a commento del Rapporto: “Nessuna procedura, anche la più perfezionata, è esente da errori, perché coinvolge le coscienze e le decisioni di uomini e donne. Ma il Rapporto avrà effetti anche in questo: nel rendere tutti coloro che sono coinvolti in tali scelte più consapevoli del peso delle proprie decisioni o delle omissioni. Sono pagine che spingono a una profonda riflessione e a chiederci che cosa possiamo fare di più in futuro, imparando dalle dolorose esperienze del passato”.