Anna Kathariria Emmerich coltivò in tutta la sua vita una profonda compassione per le povere anime, e aveva sempre presente come poco vengono ricordate e commemorate dai mortali. Essa era tanto preoccupata per le povere anime e pregava per loro senza pausa praticando ogni specie di sacrificio devozionale e suffragì.
A questo riguardo così si esprimeva: ‘Come è triste vedere le povere anime così poco aiutate, esse hanno veramente bisogno di quest’aiuto, poiché il loro stato è così miserabile che non possono aiutarsi da se stesse. Se qualcuno pregasse per loro e soffrisse un pò, oppure offrisse elemosine alla loro memoria, ne verrebbe profitto alle medesime al punto tale da sentirsi consolate e ristorate come assetati ai quali viene somministrata una fresca bevanda. Purtroppo le povere anime hanno da soffrire così tanto a causa della nostra trascuratezza, comoda devozione, mancanza d’entusiasmo per Dio e per la salvezza del prossimo. Come si può essere a loro d’aiuto se non con un amore sufficiente e con atti di virtù? Cose che furono da queste stesse anime trascurate durante la vita terrena. I Santi in cielo non possono compiere per le anime atti penitenziali che spettano ai discepoli e fedeli della Chiesa militante terrena. Ma purtroppo veramente poco viene fatto per loro, nonostante esse lo sperino molto!
Basterebbe solo impegnarsi con seri pensieri e qualche preghiera. Un prete che legge il suo breviario con serio e intimo raccoglimento dona tanta consolazione alle poverette, raggiungendole fino al Purgatorio».
Oppure per quelle anime che vengono spesso compatite esageratamente dai viventi. Queste anime erano considerate dalla veggente come le più poverette e veramente abbandonate. Una lode smisurata — come esternava spesso — prende il significato di una lode immeritata, una vera e propria spogliazione e riduzione del vero patrimonio di quell’anima.
Una volta Anna Katharina parlò per lungo tempo con il “pellegrino” sul rapporto dei viventi con le anime dei morti. Dopo un tempo quest’ultimo così riassumeva quanto detto dalla Veggente:
Tutto quello che l’uomo fa, pensa e dice, crea un movimento di attività che conduce al bene oppure al male. Chi ha fatto male deve affrettarsi a ripararlo eliminando le sue colpe per mezzo del ravvedimento e dell’ammissione nella confessione e nella consacrazione alla penitenza. Altrimenti costui potrà solo difficilmente, oppure proprio per niente, cambiare il suo sviluppo terreno. Spesso le malattie e le sofferenze sono la conseguenza della mancanza del ravvedimento nel profondo della coscienza. Io ho sentito questo spesso fisicamente, trasmessomi dalle malattie e dalle sofferenze di alcune persone. Mi è stato sempre mostrato che la colpa rimasta senza pentimento e senza conciliazione ha una conseguenza incalcolabile. Così di conseguenza ci sono i luoghi maledetti dove furono consumate grandi colpe. Questi luoghi sono riconoscibili dalla naturale avversione che si prova appena si entra in loro contatto.
Come la maledizione maledice, la benedizione benedice e il sacro santifica. Personalmente sono molto sensibile alla benedizione e alla maledizione, al sacro e al profano; mentre il sacro mi attira, ed io lo seguo senza resistenza, il profano mi respinge, mi fa paura e mi desta orrore. Devo combatterlo con la fede e la preghiera. Particolarmente chiara mi si manifesta questa sensibilità quando entro in contatto con i corpi dei defunti e le ossa degli esseri umani. Una volta mi fu sufficiente il contatto con pochissima polvere dei resti di un corpo per entrare in rapporto con la sua anima. Esiste una certa relazione tra tutte le anime e i loro resti mortali; vidi chiaramente questi resti nelle più differenti condizioni ed aspetti durante le mie contemplazioni sulle tombe e cimiteri. Infatti ebbi la percezione che le ossa dei resti di alcuni defunti emanassero una luce da cui fluiva benedizione e guarigione; da altre invece ricevetti differenti gradi di miseria e bisogni e perciò sentii la necessità di supplicare, pregare e offrire penitenze per ottenere aiuto ed intercessione per loro. Presso alcune tombe poi ricevetti la percezione di orrore e spavento. Quando pregavo durante la notte nel cimitero, ricevevo da tali tombe un sentimento di orrore più oscuro della notte stessa.
Alcune volte vedevo qualcosa di nero e straziante salire da queste tombe che mi faceva rabbrividire. Quando cercavo di penetrare in queste tenebre, per recare soccorso a queste anime, finivo per venire respinta da una forza ignota, come se queste punizioni fossero state necessarie alla purificazione. La viva convinzione della santissima giustizia di Dio mi si presentò ancora una volta sotto la forma di un Angelo che mi allontanò dal terrore di una certa tomba. Per ogni tomba avevo la precisa sensazione della differente energia emanata: chiarezza, oscurità, tenebre, come pure colonne splendenti e armoniose di luce viva oppure forti e deboli raggi, che provenivano dalle povere anime, a seconda della misura del loro bisogno. C’erano anche quelle che non potevano dare alcun segno ed erano nel Purgatorio dimenticate dai viventi e senza possibilità di comunicare con il corpo della Chiesa. Quando pregavo su queste tombe, sentivo una voce affaticata proveniente dal profondo della terra che mi sussurrava: “Aiutami. a venir fuori”. Allora mi assaliva un sentimento di impotenza, di non poter far nulla per quelle poverette. L’unica cosa che potevo fare, per queste anime dimenticate, era quella di pregare quanto più potevo, con sempre maggior fervore. Allora scorgevo, su queste povere tombe, molte ombre grigie e in seguito alle pietose e intense preghiere, tali ombre assumevano un colore più chiaro.
Mi fu poi spiegato che quelle tombe, che io vedevo e percepivo in modo così diverso, sarebbero state dei defunti non ancora del tutto dimenticati; di coloro che attraverso il grado delle loro pene purganti, oppure per mezzo dell’aiuto e delle preghiere dei loro amici viventi, stanno in un rapporto più o meno consolatore con la Chiesa militante sulla terra. Esse avrebbero la possibilità di comunicare con la comunità. Queste sono in uno stato di sviluppo tale da comprendere la luce e la beatitudine, e ci supplicano di aiutarle perché non possono farlo da sole; quello che noi possiamo fare per loro viene offerto a Nostro Signore Gesù Cristo. Queste anime mi appaiono come poveri carcerati, che potrebbero essere sollecitati e salvati attraverso la bontà degli altri esseri mediante una parola, una supplica, una mano tesa attraverso la grata. Quando io contemplo un cimitero queste apparizioni si manifestano alla mia anima nei diversi gradi di luce o di tenebre. Mi sembra tutto come un giardino che non viene curato e resta parzialmente incolto, ma se io mi prendo la premura di pregare e agire nel modo giusto allora le piante cresceranno e rifioriranno e tutto riprenderà a vivere.
Ah! Se tutti gli uomini potessero vedere e rendersi conto di queste cose certamente si impegnerebbero come me lavorando il giardino. Quando giungo a tali contemplazioni nel cimitero mi convinco sulle possibilità potenziali della diligenza cristiana e dell’amore che si può ricevere da una comunità… Dio mi ha donato spesso la grazia di farmi vedere molte anime passare, con infinita gioia, dal Purgatorio al Cielo. Spesso quando prego nei cimiteri, presso le tombe, vengo disturbata in modo cattivo, pauroso, e vengo maltrattata dagli spiriti maledetti, oppure dal maligno stesso. Apparizioni orribili e chiassose mi circondano e vengo gettata qua e là sulle tombe e maltrattata, ma ho avuto sempre la grazia da Dio di non temere mai e perciò sono rimasta sempre illesa, e quando venivo disturbata raddoppiavo le mie preghiere. Ho sempre ricevuto molte grazie dalle care e povere anime. Se tutti gli uomini avessero voluto dividere con me questa gioia quanto fluire di grazia ci sarebbe sulla terra! Purtroppo, invece, le grazie vengono dimenticate e dissipate, nonostante le povere anime invochino tanto gli uomini sussurrando alle loro orecchie! Le anime restano così piene di desiderio e con le più differenti pene, e nei differenti luoghi attendono tanto l’aiuto e la redenzione. Nella misura in cui è grande il loro bisogno così lodano pure il nostro Signore e Salvatore. Tutto quello che noi facciamo per loro causa in esse una gioia infinita
Il 2 novembre 1819 Anna Katharina così raccontò: Giunsi con la mia guida in un luogo oscuro, mi inoltrai nel medesimo per consolare le anime che potevo vedere solo parzialmente, di alcune vedevo soltanto il volto. Si trovavano le une vicino alle altre, immerse nell’oscurità, ma ognuna separata come in una propria cella. Alcune soffrivano la sete, altre il freddo, altre ancora il caldo, e non potevano aiutarsi reciprocamente, erano immerse in un’infinita sofferenza e nostalgia. Vidi moltissime di queste ultime venire redente e trasferite in un luogo sopraelevato, è impossibile descrivere la loro gioia; durante il breve passaggio verso questo luogo più alto ricevevano di nuovo la veste e le insegne del rango che avevano ricoperto durante la loro vita sulla terra. Questo luogo sopra il Purgatorio era quello delle loro riunioni ed era come se fosse stato recinto da spine. Qui vidi redimersi molti medici, essi furono accolti dai loro compagni di categoria in una specie di processione, e furono guidati in questo luogo sopraelevato. Vidi pure molti soldati prelevati, gioii per quelle povere anime che avevano ucciso, così anche alcune monache e giudici; in particolare notai molte ragazze, le quali avrebbero avuto l’opportunità sulla terra di dedicarsi alla vita conventuale, venire prelevate da suore beate. C’erano antichi sovrani e anime provenienti da famiglie reali, religiosi e anche molti contadini. Tra tutte queste anime si trovavano molti miei conoscenti ed altri che provenivano dai più diversi luoghi, riconoscibili per il loro abbigliamento. Tali anime erano raggruppate per categorie e a seconda di queste si muovevano verso diverse direzioni, dove perdevano la loro caratteristica terrena per acquisire una veste beata di luce. Nel Purgatorio riconobbi non solo dei miei conoscenti ma anche i loro parenti che non avevo mai visto prima. Vidi povere anime abbandonate dai parenti sulla terra o che non sono ricordate da nessuno, e fedeli, che non pregano. Prego sempre particolarmente per loro.
Fui presa poi da un’altra visione: ero vestita come una ragazza di campagna, così come ero realmente nella vita di prima. Portavo una fascia davanti al capo e una cuffia. La mia guida mi condusse verso una teoria di figure luminose che venivano dal cielo, erano chiare figure coronate sulle quali si librava il Salvatore con una bianca croce e sull’asta sventolava una bandierina. Il corteo era formato da circa un centinaio di persone, per la maggior parte vergini, solo per un terzo uomini. Tutti indossavano abiti regali pieni di splendore con i molteplici colori della gloria, l’apparizione era meravigliosa; portavano corone, aperte o chiuse, sul capo. Tra loro molti erano segnati con la gloria delle stimmate. Fui guidata verso di loro ed ero imbarazzata, non sapevo cosa potesse fare una contadinella di fronte a questi re. La mia guida mi disse: “Tu puoi anche diventare così”, e con queste parole mi diede un’abito bianco di suora in sostituzione a quello di contadinella. Allora mi vidi circondata da tutti coloro che erano giunti per la mia vestizione, in modo particolare le beate suore del nostro convento. Riconobbi pure coloro che avevo conosciuto in vita e con i quali avevo avuto da fare, mi guardavano dal Purgatorio, molti con tristezza, erano veri e falsi interessati’.
Il 24 settembre 1820 così raccontava al “pellegrino”: Avevo ricevuto un lavoro pesante nella “casa delle nozze”, non ce la facevo a finirlo, dovevo adoperarmi per pulire molta immondizia con una scopa dura. Sopraggiunse mia madre e mi aiutò, come anche un’amica, alla quale regalai prima della sua morte un’immagine di S. Caterina, immaginetta che avevo ricevuto per cause soprannaturali. Ella se la mise sul petto e parlò a lungo con me. Mia madre mi condusse in molti luoghi dove soggiornavano le anime, venni portata anche sopra una montagna sulla quale uno spirito luminoso color rame, legato ad una catena, cercò di venirmi incontro. Era lì da tempo, nessuno pensava a lui o l’aiutava, parlava molto poco, solo poche parole, eppure venni a conoscenza di tutta la sua storia. Egli era stato, a suo tempo, il re d’Inghilterra e condusse la guerra contro la Francia, adoperò metodi atroci ed ebbe un comportamento molto cattivo. Mi sembrò che la madre fosse colpevole dell’origine di questo suo comportamento. Egli distruggeva tutte le immagini della Santissima Vergine Maria, e una volta passando davanti ad una statua della santa Vergine volle distruggere anche quella, ma provò una commozione profonda e non lo fece più. Dopo quest’esperienza si pentì amaramente e si sarebbe ben volentieri confessato, ma morì di una febbre fortissima; trovò misericordia e non morì dannato. Poteva perciò essere aiutato, ma era stato del tutto dimenticato. Mi disse che avrebbe potuto essere aiutato particolarmente con la celebrazione della santa Messa, in modo che avrebbe potuto ottenere l’agognata liberazione prima del tempo. Il luogo dove si trovava non sembrava essere il normale Purgatorio, ma forse un luogo adiacente. Lo vidi perseguitato e sbranato dai cani, nel modo in cui egli aveva perseguitato la gente; si trovava incatenato in più punti e viveva in un luogo ricoperto di erba infiammata. Mi disse che solo la più minima speranza della sua liberazione da quel luogo sarebbe stata per lui un grande conforto. Lo incontrai per tre volte.
Il 27 settembre 1820 la Emmerich così proseguiva: Stanotte ho pregato molto per le povere anime e ho visto molte cose meravigliose e l’inafferrabile misericordia di Dio. Ho rivisto l’infelice re inglese ed ho pregato anche per lui. Mi fu visibile come il bene e il male possa trasmettersi dai progenitori ai bambini e come la loro azione, e la loro volontà, possa essere causa di salvezza o di perdizione. Vidi dai tesori della Chiesa e dai membri della stessa provenire soccorso alle anime. Molti preti soffrivano, erano quelli che in vita avevano sempre aspirato ad un piccolo posto in paradiso solo perché distribuivano la comunione e celebravano Messe. Li vidi adesso in indicibile pentimento per le mancate opere d’amore e il mancato aiuto verso le povere anime. Adesso aspiravano, silenziosamente, desiderando con bramosia di poter aiutare ed operare. Tutta la loro pigrizia si cambia in una pena dell’anima, la loro tranquillità in un’impazienza, la loro inazione in un ceppo, tutte queste punizioni sono la conseguenza del male.
Nel purgatorio ho visto pure e particolarmente la condizione dei fanciulli che sono stati uccisi prima e subito dopo la nascita, cosa che però non saprei come rappresentare, anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio.
6 ottobre 1820: Ho avuto immagini sul devoto francescano in Tirolo: egli poteva percepire alcuni avvenimenti che incombevano su un grande della Chiesa, vedeva nello stesso tempo un avvenimento e un pericolo minaccioso in seguito ad un incontro politico. Gli fu comandato di pregare perennemente per la Chiesa. Infatti lo vidi pregare nel suo convento che si trovava vicino ad una piccola cittadina. Durante la notte s’inchinava e recitava orazioni dinnanzi ad un’immagine prodigiosa della Madre di Dio; il diavolo allora, inferocito per queste devotissime preghiere, prese a disturbare nella chiesa con un gran rumore e paurosi suoni, abbattendosi sulla finestra nella sembianza di un corvo nero. Il devoto religioso, raccolto nella preghiera non si lasciò disturbare ma continuò a pregare con le braccia levate in alto. Frattanto, mentre avevo questa visione, si fecero avanti delle figure: una sembrava quella della mia guida, che entrando si diresse subito verso di me, le altre erano due anime in cerca di preghiera. Venni poi a conoscenza che erano le anime di un principe cattolico del Brandeburgo e di un devoto imperatore austriaco, esse erano venute da me per mezzo della preghiera del francescano. Queste pregavano per il raggiungimento di una loro più alta condizione celeste e per poter agire in senso benefico e dare le giuste ispirazioni ai loro attuali mortali successori, perché solo loro avevano più influenza sui governanti e i regnanti della terra.
La anima guida mi prese le mani e le diresse in alto, sentii la sua mano molle e tenera come l’aria, lasciai cadere le mie mani più volte ed ella le rialzò dicendo: “Tu devi continuare a lungo!” Questo è quello che mi ricordo!
Nel giorno dei morti del 1820 la pia suora si trovava in uno stato di profonde sofferenze per le povere anime. Pazientemente, mentre i suoi dolori continuavano, informò esausta il “pellegrino” sulle sue Visioni: Ero su un sentiero molto stretto, entrambi i lati si trovavano avvolti nella notte, la strada era come un ponte di luce e portava ad una sconfinata altezza, la mia guida era con me. Sotto c’era la terra immersa nella notte e nella nebbia e gli uomini erano sprofondati nella miseria e agitati nel pantano; spesso mi sembrava di cadere e il mio Angelo custode mi dava la mano portandomi oltre. La mia guida mi indicava, a sinistra e poi a destra, i luoghi deserti della terra dove si erano manifestati certi misteri del comportamento del Popolo di Dio, l’angelo mi lasciò vedere tutti i luoghi dove sono stati i patriarchi e poi i figli d’Israele. Mi mostrò, chiari nella notte, e lontani, quei luoghi deserti con grandi paludi, torri crollate e alberi piegati. Egli mi disse che quando questi luoghi sarebbero stati di nuovo coltivati e abitati dai cristiani, allora sarebbe giunta la fine dei tempi. Mi vidi poi intorno molte anime, come grigie figure nella notte con le loro guide, non andavano sul sentiero stretto di luce come me (dove io andavo avanti con preghiere e suppliche), ma si libravano a sinistra e a destra del sentiero, mantenendosi a mezza altezza ai miei lati e dietro di me. Erano le anime dei morti recenti per le quali io ero stata chiamata a soffrire e pregare. Alcuni giorni prima mi erano comparse le anime di Agostino, Ignazio e Saverio che mi chiedevano preghiera e impegno spirituale, adesso sapevo chiaramente per chi. Il mio sentiero non conduceva al vero Purgatorio ma portava ad un luogo di soggiorno, una tappa tra il Purgatorio e il Paradiso. Tale luogo consisteva in un grande spazio dove si trovava un pergolato con alberi di frutta e fiori, ma tutto era grigio e senza gioia, l’ambiente era diviso in innumerevoli reparti con particolari tipi di vapore, nebbia e nubi ed era suddiviso anche secondo le più differenti concezioni e idee. Questi ambienti erano abitati diversamente, da poche o più anime. Quando arrivai in questo luogo vidi una moltitudine di anime, sempre accompagnate a gruppi di tre da un Angelo. Esse si spostavano da un lato dove si intravedeva lo splendore di una luce provenire da un’altezza molto lontana. Queste anime erano avvolte dal bagliore di luce pura del colore della loro gloria. Vivevano in uno stato d’indicibile gioia.
Potei conoscere anche il significato dei loro colori. Il rosso, per l’illuminazione dell’amore fiammante, queste anime soffrivano per non averlo esercitato in modo puro; il bianco per illuminare la purezza del proposito, che era rimasto a languire a causa della pigrizia; il verde la pazienza che si offusca a causa dell’irritazione; ho dimenticato il significato del giallo e del blu. Le anime comparivano sempre tre a tre e mostravano la loro gratitudine per il mio impegno in loro confronto. Riconobbi tra queste, per la massima parte, gente di medio livello e contadini, si trovavano anche alcune persone di rango elevato, sebbene in questo luogo il rango sociale rivesta alcun significato, ma si distingua piuttosto per una più fine differenza d’istruzione e l’aspetto distinto. Il sesso si distingue per le anime maschili dalla forza, severità e sicurezza, nelle femminili, invece, per la sensibilità, la mollezza e la sofferenza Più intima che non si può descrivere in modo appropriato In questi luoghi si fermano Angeli, i quali nutrono le anime con i frutti del luogo, operano sul Purgatorio e sulla terra ed hanno una coscienza di appagamento celeste. Andai ancora avanti fino ad un luogo luminosamente chiaro e adornato dagli alberi, vidi come un movimento dì Angeli. Mi fu detto che sarebbe stato gli inferi dei Padri antichi prima di Cristo. Mi fu mostrato dove sarebbero stati Adamo, Abramo e Giovanni; poi ritornai a casa attraverso una via difficoltosa, passai per la montagna dove avevo incontrato l’uomo perseguitato dai cani, adesso non era più qui. Egli aveva raggiunto finalmente il Purgatorio.
3 Novembre: ‘Stanotte ho chiamato tutti i Santi, dei quali ho le reliquie vicine in particolar modo ho invitato le beate sorelle, Madlechen von Hadamar, Columba von Bamberg, Juliana von Liegi e Lidwina, a venire con me nel Purgatorio e aiutare quelle anime che sarebbero più care a Gesù e Maria.
Durante un penoso lavoro di redenzione incontrai l’anima della figlia di una donna delle mie parti che si raccomandò per un aiuto a sua madre. Mi accompagnò dalla madre; sedeva solitaria come in una piccola cucina, senza compagnia e piena di noia, mormorava come se masticasse qualcosa e mi pregò molto di rimanere quella notte con lei. Si recò poi anche in un vano più alto e migliore, di fronte al suo, ed io mi intrattenni con lei per consolarla.
Le povere anime prendono insegnamenti dagli Angeli in cielo e per terra in rapporto alla salvezza. Esse non possono agire, nel Purgatorio non esistono cose naturali, albero, frutta; tutto è senza calore e chiaro o scuro secondo i gradi della purificazione. I luoghi di soggiorno sono vari e disposti in un certo ordine.
Vidi poi il giudizio di un anima nel luogo della sua morte fisica. In quella circostanza, Gesù, Maria, il Patrono dell’anima e il suo Angelo custode, erano riuniti sul posto; anche presso i protestanti vidi presente Maria. Questo giudizio però termina in tempo brevissimo.
6 novembre: Alla sera volli pregare per gli uomini cattivi, poiché essi erano in pieno pericolo e potevano perdersi del tutto. Poi mi vidi innanzi sant’Ignazio che portava con sé, da una parte, una persona che riconobbi, libera, in buona salute e fiduciosa; dall’altra parte un uomo immerso nel fango che non poteva aiutarsi e gridava pietosamente. Era un religioso, o un nobile deceduto, che io non conosco. Ignazio mi domandò: “Per chi vuoi avanzare il tuo aiuto per il primo che può espiare o per il secondo che non si può aiutare?” Tremai sgomenta e piansi profondamente.
Fui guidata ancora in un altro viaggio faticoso attraverso il Purgatorio e pregai per le anime colà riunite. Poi venni portata in una grande casa di lavoro e disciplina, dove potevo divenire visibile e risvegliare queste anime cadute nel male a causa della tentazione e della necessità. Vidi poi alcuni luoghi e anche il carcere dove si trovava gente con lunghe barbe fino a terra. Esse si trovavano in buone condizioni di animo e facevano penitenze; io le confortai. Vidi tutti questi posti come se si fosse trattato di un Purgatorio sulla terra. Incontrai poi alcuni vescovi tra i quali uno, molto mondano, che dava un banchetto dove partecipavano anche donne. Valutai il costo della tavola: avrebbero potuto certamente mangiare per più giorni molti poveri. Questo glielo rinfacciai ed egli si adirò contro di me, gli dissi pure che tutto viene scritto da un Angelo che si trova sopra di lui con un libro e una bacchetta. Egli mi disse che non era il solo, perché questo avveniva anche in altri luoghi. Era vero, ed io lo vidi pure! Ma si trovavano anche dappertutto Angeli pronti a punire.
A. K. Emmerich ricevé una Visione a consolazione per tutta la pena che si dava nelle intense preghiere per le povere anime, un’immagine che rivelava le opere d’amore della giovinezza per queste stesse. La veggente così racconta a questo proposito:io mi trovavo nella capanna dei miei genitori come se avessi dovuto sposarmi. A quest’avvenimento giunsero pure tutte le anime per le quali avevo pregato e ognuna mi consegnò un regalo.
La casa delle nozze era rappresentata dalla scuola che avevo frequentato, adesso però appariva più bella e più grande. Due suore anziane e sante erano le mie damigelle. Poi giunse il mio sposo e la carrozza delle nozze. Mi trovavo in questa scuola per la terza volta nella vita: la prima quando fui portata da bambina e mi apparve la Madre di Dio con il Bambinello. Ella mi disse che Suo Figlio avrebbe dovuto divenire il mio sposo, affinché avessi potuto apprendere bene il perché delle cose. La seconda volta, in un’altra Visione, mi recai in questa scuola quando entrai nel convento e mi “fidanzai”. Adesso, la terza volta, dovevo celebrare le nozze vere e proprie».
9 novembre.Dovetti lavorare in alcune vigne, dove il maligno aveva assunto l’aspetto del gelo e le ricopriva. Giunsi per questo lavoro a Coblenza, dove lavorai con molta fatica in tre vigne. Siccome pensavo di rivolgermi alle povere anime, vidi venirmi incontro nove figure con nove fardelli sulle spalle. Una decima aveva deposto il suo fardello ed era subito andata via, adesso toccava a me portare questo peso sulle spalle, legato fin sotto le braccia e con le altre nove figure presi a salire diretta verso levante. La via era scivolosa e non normale, entrambi i lati erano avvolti dalla notte e dalla nebbia. Non potevo più andare avanti per il grande peso, allora mi apparve sulla via una panca dove potei deporre il fardello. In quest’ultimo c’era l’uomo dalla grande figura affondato nel fango, mostratami da sant’Ignazio un paio di giorni prima. Venni a sapere che tale figura era uno degli ultimi principi elettori di Colonia, egli infatti aveva anche un cappello da principe elettore fissato sotto il braccio. Mi sembrò che gli altri nove portatori fossero messaggeri che trasportavano i loro principi, il decimo non era più in grado di portare quel peso e l’aveva lasciato per terra. Sempre salendo giungemmo finalmente ad un luogo meraviglioso, dove degli spiriti erano a guardia di una torre, i nove furono lasciati passare ma il mio fardello mi venne tolto e portato in custodia, mentre io venni guidata in un alto terrapieno ricolmo di fiori. Da lì scorsi altri terrapieni e colline con innumerevoli figure di principi, re, vescovi e gente di tutte le specie, in modo particolare coloro che erano dediti alla servitù, tutti lavoravano.
Alcuni principi portavano le corone sotto le braccia, i più cattivi le avevano alle gambe, questi dovevano lavorare nei terrapieni con gli scavi e le carriole, arrampicarsi, ecc. Vidi caderne molti dai terrapieni e poi nuovamente risalire. Le anime dei servi dovevano spingere al lavoro i loro padroni di un tempo. Vidi sopra di me solo il cielo e sotto, a destra e sinistra, i lavoratori circondati da un’infinità di acqua. Io ero tra alcuni alberi. Mi venne mostrato un altro luogo dove si trovavano solo donne in attesa, la mia guida mi disse che avrei dovuto raggiungerle e passare perciò dall’altra parte. Siccome non sapevo da dove entrare mi disse: “Come tu credi opportuno!” Ispirandomi alla mia fede pensavo semplicemente di passare dall’altra parte sull’acqua, servendomi di un panno, ma mi passò davanti improvvisamente una zattera, salii e senza remare passai dall’altra parte. La mia guida volò sopra di me sull’alta marea. Tale grande luogo di soggiorno era quadrangolare e c’erano anime di donne di tutte le specie, anche quelle di suore e altre anime che avevo conosciuto già sulla terra. Queste avevano tanti giardini da coltivare.
Le serve davano il comando alle padrone di un tempo. Queste abitavano in capanne di frasche. Ai quattro angoli del grande locale di soggiorno volteggiavano in aria quattro spiriti guardiani, i quali avevano appeso ai rami degli alberi più alti quattro piccole guardiole. Le anime avevano piantato alcuni alberi di frutta, ma non era ancora matura, perché c’era molta nebbia e un cielo molto basso, pigiato quasi sulla terra. Tutto il loro lavoro veniva ricevuto da altre anime che erano piccole e di cattivo aspetto, e le vidi camminare sulle montagne di ghiaccio. Costoro caricavano, a loro volta, la frutta sulle zattere e la inviavano a quella gente che la selezionava di nuovo e, quella scelta, l’inviava agli altri luoghi di soggiorno. Le anime che soggiornavano sulle montagne di ghiaccio erano quelle delle popolazioni non cristiane, ancora semiselvagge. Le donne mi domandarono quale anno era adesso sulla terra e in che modo si vive. Io riflettei prima e poi dissi che sulla terra si compivano molti peccati e perciò solo poche di loro avrebbero scelto di andarci. Non mi ricordo più cos’altro feci in questo luogo.
Il ritorno fu fatto, sempre in discesa, attraverso stretti sentieri, vidi in modo pronunciato le estremità della terra, e mi apparvero fiumi come fili argentati e mari come specchi; riconobbi pure boschi e città e giunsi finalmente giù, alle foci del Gange. Quando mi volsi indietro e guardai da dove ero venuta, quella via mi apparve come uno stretto raggio che si perdeva come una piccola fiamma nel sole. Vidi i buoni indiani pregare davanti alla croce, avevano solo un tipo di chiesa nella vegetazione fitta di fogliame; era molto bella e si celebrava la santa Messa. Da lì continuano attraverso la Persia, e poi verso il luogo dove Gesù venne crocefisso. In questo luogo non c’erano più i begli alberi di frutta e anche le tracce della vite che il Signore piantò. Proseguii verso l’Egitto e attraverso l’Abissinia, librandomi sull’acqua giunsi in Sicilia dove vidi molti luoghi devastati e abbandonati. Attraversai le montagne e raggiunsi una località poco lontana da Roma. Qui, in una pianura sabbiosa vidi un bosco di abeti un gruppo di rapinatori che volevano assalire un mulino nelle vicinanze. Quando io e la mia guida ci avvicinammo a loro, uno di questi venne preso da un grande timore e disse agli altri: “Mi sento come se qualcuno ci inseguisse”, allora tutti scapparono via.
Da questo lungo viaggio mi sento affaticata e piena di dolori per il carico pesante delle pene delle anime incontrate. Ho visto e fatto tantissime cose, non le ricordo tutte».
31 dicembre: Ricevo il conto dell’anno in corso. Vidi tutto quello che avevo trascurato e tutto ciò che ho da rimediare… Ricevetti pure molte immagini delle povere anime e dei moribondi. Un prete morto ieri sera alle nove, che era molto devoto e Caritatevole, è rimasto tre ore nel Purgatorio per tutto il tempo perso con ogni genere di scherzi. Egli avrebbe dovuto trascorrere colà più anni ma era spinto alla liberazione da intense preghiere e molte Messe. Vidi per tre ore le sue sofferenze e quando egli divenne libero lo sentii dire rivolto all’Angelo, “Adesso vedo come possono essere burlati gli Angeli; sono rimasto qui solo tre ore eppure mi è sembrato un tempo così lungo!”. Questo religioso era da me molto conosciuto e mi venne da ridire per questo fatto.
lI 28 ottobre 1821 Anna Katharina parlò della Santa Vergine Ermelinda. Stanotte ho visto la santa Vergine Ermelinda: a dodici anni aveva un semplice rapporto innocente con un giovane, con il quale i suoi genitori avevano intenzione di sposarla. Ermelinda era altolocata e ricca e viveva in una grande casa, una volta mentre stava per andare incontro al giovane le apparve Gesù che le disse: “Non mi ami più di quello?” Con una grandissima gioia lei gli rispose subito di sì. A questa risposta Gesù comparve ancora nella sua stanza e le diede un anello prendendola in sposa. La ragazza poi si tagliò i capelli e disse sia ai genitori che al giovane che essa aveva sposato Dio.
Pregai la Santa di guidarmi dai moribondi e dalle povere anime, così viaggiai con lei verso l’Olanda, dovetti faticosamente attraversare l’acqua, ogni specie di fango, torba e fosse, mi ritrovai così presso la povera gente la quale non poteva ricevere preti, perché viveva lontano e circondata dall’acqua. Consolai, aiutai e pregai. Da lì mi diressi sempre più verso settentrione ma poi persi l’orientamento, non sapevo trovare da sola il Purgatorio. Di solito vado sempre verso settentrione, ma poi perdo l’orientamento naturale e finisco per valicare un oscuro passaggio con molte difficoltà, ostacoli e pene che provengono dall’acqua, dalla neve, spine e fango.
Sono andata anche oggi da un posto all’altro, ho consolato e ricevuto incarichi per diversi impegni, come quello di recitare le litanie di tutti i Santi e esercitare le sette penitenze della domenica delle Palme. La mia guida mi disse che io avrei dovuto rimanere attenta e tranquilla per potermi meglio sacrificare per le intercessioni, al fine di sollevare le pene delle povere anime. La mattina seguente già non pensavo più a questa raccomandazione e stavo per arrabbiarmi per una cosa, ma subito il mio Angelo custode mi fece capire come è veramente importante un piccolo sforzo di superamento, e come le povere anime possono davvero trovare consolazione con questo piccolo sacrificio di superamento dei propri istinti.
2 Novembre 1821: La pia suora era occupata già da quattordici giorni in favore delle povere anime con esercizi di devozione, qualche preghiera, elemosina, sacrificio e lavori spirituali. Tutto quello che ella ebbe a patire lo fece con la più grande pazienza. Così raccontò: Sono andata di nuovo nel Purgatorio, con i Santi. I luoghi di penitenza delle anime, come già vidi, non sono tutti eguali e non si trovano solo in un unico posto, ma sono molti e molto diffusi e diversi tra di loro, le anime vengono distribuite secondo le condizioni e le azioni che hanno compiuto sulla terra. Per questo motivo ero costretta a spostarmi da un luogo all’altro per visitarle. La via che percorsi per giungere a questi diversi posti passava su mari, ghiacciai, neve e nuvole. Spesso credetti di discendere e girare intorno alla terra. I Santi mi affiancavano librandosi leggermente nell’aria, nuvole luminose facevano loro da base. Gli strali di luminoso splendore proveniente dai Santi si differenziano l’uno dall’altro sia per il tipo di energia e anche per il colore, in relazione alla specie dell’azione di conforto recati nella vita terrena. Paragono spesso le sofferenze e i sacrifici dei Santi con quelle di Gesù per le anime.
Siccome vedo in alcuni luoghi dove soggiornano le anime, determinate grazie, simboleggiate dalla frutta, non posso che paragonarle ad una specie di giardini che sono sulla terra. Vedo anche molte mancanze di diversa specie, come pene, disgrazie e mancanza d’amore. Quando giungo in tali luoghi scorgo un raggio di luce che cade in un punto, oppure un tramonto intorno all’orizzonte, alcuni di questi non sono i più belli, in nessuno si vede il cielo blu ed è dappertutto più o meno grigio e oscuro. Le anime sono raggruppate tutte insieme per la grande paura, vivono o in posti profondi e oscuri oppure in altri più alti e chiari; in altri ancora ci sono anche anime di diversa origine, le quali durante la permanenza sulla terra erano unite e attendono di riunirsi tutte insieme quando il processo di purificazione le avrà portate tutte allo stesso grado. In qualche alto luogo, poi, la luce è di un colore determinato per es. grigia, rossa. Veramente difficile è descrivere con quanta gioia e consolazione viene accolta la salvezza delle anime da chi resta. Ci sono anche altri posti dove le anime hanno un migliore o un minore grado di elevazione, isole dove anime di donne lavorano e piantano frutta e conducono chiatte sui fiumi, come già avevo visto. Queste anime sono in un grado migliore di altre ma non possono agire molto per le altre. Un aspetto figurato, sotto molto punti realistico, lo rende la frutta, poiché la stessa ha una natura debole e spesso senza abbastanza forza e non ancora matura per dare ai più poveri un conforto. Vidi anche che le anime liberate passavano dai più bassi gradi a migliori condizioni, e potevano mutarsi e portar sollievo e grande grazia con la preghiera. Ebbi pure l’immagine di luoghi dove soggiornavano anime in attesa di terminare la loro purificazione, perché la loro santità non era ancora maturata, mentre sulla terra, invece, erano già state santificate. In altre visioni, visitai molti luoghi e chiese e suffragai con Messe e orazioni. Mi vidi a Roma nella chiesa di San Pietro presso preti distinti, voglio dire cardinali, in quest’occasione si sarebbero dovute leggere sette Messe per determinate anime e io non so più perché questo proposito non fu realizzato. Quando tali Messe vennero lette vidi delle anime grigie ed oscure, come abbandonate, avvicinarsi all’altare e parlare come delle affamate:
“non venivamo nutrite da lungo tempo”. Penso che con queste parole facessero riferimento alle Messe fondate (missa fundata), le quali erano cadute in dimenticanza. La dimenticanza e l’abolizione della fondazione delle Messe in suffragio delle anime, come la vedo io, è un’indescrivibile crudeltà e un furto alle più povere anime.
Non vidi nessuna persona vivente sulla mia via, incontrai solo anime, Angeli e Santi, e vidi l’effetto di molte preghiere; ho portato in questi giorni molta gente alla confessione e alla Chiesa, da sole non l’avrebbero fatto».
La pia suora Emmerich si dedicava tutto il giorno alla preghiera per le povere anime, pregava recitando l’ufficio dei morti e sudava, cacciando dal petto tanto sangue che fuoriusciva dal vestito. Quando il “pellegrino” fu di ritorno al suo capezzale la trovò irrigidita nella preghiera. Restò così ancora per circa mezz’ora, fino a che entrò il confessore nel soggiorno, allora si mosse per andare incontro al Padre confessore, con fare sicuro e come una persona sana, e gettandosi ai suoi piedi fece per baciarglieli. In un primo momento il confessore rimase stupito e non voleva permetterlo, ma poi avendo capito che per lei era molto importante la lasciò fare. Più tardi essa pregò in ginocchio per la benedizione di tutte le anime, poi si alzò e con rapidi passi ritornò al suo posto. Il sudore le colava dalla fronte e il suo volto aveva preso un’espressione serena, era entrata in un’estasi profonda. Il giorno seguente quando il “pellegrino” le raccontò l’accaduto, Suor Emmerich non ricordava chiaramente l’accaduto (lo stato in cui era non glielo permetteva). Mi spiegò allora che i bambini morti appena battezzati l’avevano pregata di baciare i piedi al Padre confessore e supplicare per le sue benedizioni.
«Ricordo che per me fu un momento molto difficile quando ricevetti il rifiuto, sentii di non essere stata compresa interamente. Credo che egli desse le sue benedizioni .non molto convinto nella forza delle stesse, perciò ebbi molto da pregare nella notte.
2 novembre 1822: «Stanotte ho avuto molto da fare, trovandomi un’altra volta in Purgatorio. Ho viaggiato come sempre verso settentrione, sulla cima del globo terrestre, quando poi sono giunta ho avuto di fronte le montagne ghiacciate e a forma di mezza luna, in quei paraggi c’era un vallo nero e rilucente con innumerevoli passaggi e spazi, in tutte le direzioni e altezze: in alto, in basso, sopra e sotto. Le anime che si trovavano sopra questo luogo, godevano una condizione migliore e andavano lentamente in giro, quelle più in basso erano invece più recluse, le altre erano sparpagliate qua e là in caverne, o spesso raccolte insieme in un unico posto. Dietro di loro vedo un retroscena spaventoso. Mi appare poi un luogo di raccoglimento, come una specie di chiesa, nella quale esse di tanto in tanto vengono consolate. Dal cielo queste anime non ricevono nessun aiuto immediato, ma ricevono tutto dalla terra e dai viventi come la preghiera e le buone opere, la mortificazione e specialmente il sacrificio della santa Messa, queste sono rivolte al Giudice per il perdono delle loro colpe. Esco da qui e vado ancor più verso settentrione, sul ghiaccio, e vedo un’altra entrata nel Purgatorio, quando entro lo faccio per una curva, un rigonfiamento, una viuzza (non trova la parola giusta per l’opportuna descrizione), dove si trova l’accesso. Verso la sinistra, più avanti c’è il mulino, con molti lavoratori e fatiche. Non vedo altri visitatori oltre la fllia guida, ma posso scorgere, in lontananza, sparpagliate sulla terra, singole persone in preghiera Vergmi ed eremiti, monaci e suore e povera gente che lavorano tutti per la salvezza delle povere anime. Questa parte del purgatorio è quella della Chiesa cattolica; ci sono i membri delle sette, costoro sono isolati, come sulla terra, e soffrono molto di più perché non hanno nessuno che prega per loro e non viene celebrata in suffragio alcuna Messa. Se le anime sono quelle di uomini o di donne si può saperlo solo avvicinandosi a loro. Si vedono chiare e grigie figure con aspetti pazienti ma infinitamente addolorati, non si può dire come appaiono estremamente sensibili. Niente è più consolante che la loro pazienza e vedere come sono collegate tra di loro: le une possono gioire per la salvezza delle altre, così come la sofferenza delle une può causare il lamento delle altre. In questo luogo ho visto anche bambini. La maggior parte degli uomini sono lì a causa di quella leggerezza che porta alle piccole colpe, come quella di trascurare le buone azioni’.
Noi concludiamo i racconti delle visioni sulla Chiesa sofferente con una comunicazione di Anna Katharina Emmerich al Decano Resing, fatta nell’anno 1813, al tempo dell’investigazione da parte della commissione ecclesiastica. Alle domande di quest’ultimo essa così rispose: Stanotte sono stata nel Purgatorio. Venni guidata in un abisso profondo. Vidi come grande spazio dove potevo scorgere commossa le Povere anime silenziose e tristi! Hanno impresso qualcosa nel volto come se portassero ancora gioia nel cuore al solo pensiero della misericordia di Dio. Io vidi su un trono maestoso la Madre di Dio così bella come non l’avevo mai vista prima di ora.
A questa comunicazione essa fece seguire la seguente calorosa raccomandazione: La prego vivamente di istruire la gente nel confessionale che deve pregare solertemente per le povere anime del Purgatorio poiché queste pregheranno certamente, per gratitudine, molto anche per noi. La preghiera per le povere anime è a Dio molto gradita perché le avvicina alla sua immagine».
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