Categorie: Italiae et Ecclesia

Così la Chiesa apre le porte ai profughi

Seminari chiusi ai profughi? La realtà dice tutt’altro. Oltre 10mila sono i richiedenti asilo che sono accolti da Caritas italiana, attraverso il sistema dello Sprar e attraverso la rete del Cas (Centri d’accoglienza straordinaria), mentre circa 15mila persone vengono aiutate, in modo spontaneo, nei luoghi degli sbarchi, come Salerno e Palermo, prima ancora dello smistamento dei migranti sui territori. 

Al di là dei numeri, chi attacca la Chiesa sul suo impegno nell’accoglienza dei profughi ignora, o forse banalizza, l’esistenza dei vincoli normativi che impediscono alle diocesi e agli istituti religiosi di fare ancora più di quello che già stanno facendo: «Nella maggior parte dei casi i seminari sono edifici molto vecchi che non riescono a ottenere le autorizzazioni previste dalle normative regionali – ha spiegato Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas italiana, intervistato anche da Redattore Sociale

–.

La conseguenza è che queste strutture non si possono utilizzare per l’accoglienza dei profughi perché non rispondono ai criteri di sicurezza e di igiene stabiliti proprio dalle regioni». Forti dà voce a un tema discusso proprio nell’ultimo consiglio nazionale di Caritas, e cita anche la sua esperienza personale: «Mesi fa abbiamo mandato un elenco di strutture potenzialmente disponibili al ministero dell’Interno, ma per quasi tutte è stato impossibile avere l’accreditamento, c’era sempre un problema: la porta non a norma, il bagno non regolare, dimensioni inadeguate». Gli interventi richiesti per mettere le strutture in regola sono generalmente troppo costosi, o non convenienti sul breve periodo. «Per questo il più delle volte, come Caritas, ci troviamo “costretti” a organizzare un’accoglienza diffusa sul territorio, affittando appartamenti e altri locali e ovviamente aprendo tutte le nostre strutture che sono regolari». Se, invece, si affrontasse «non l’emergenza che non c’è, ma la fatica dell’accoglienza », insieme, e lasciando fuori le sterili polemiche politiche, confrontandosi con le istituzioni «con un minimo di programmazione, alcune rigidità normative e burocratiche si potrebbero superare, trovando forme adeguate che garantiscano sia la sicurezza e l’igiene sia un livello dignitoso di accoglienza quotidiana. Ma bisogna farlo insieme, con una strategia comune».



L’accoglienza però non è solo una questione di strutture, ma di organizzazione più generale. «È necessaria la programmazione: – ha proseguito il responsabile immigrazione di Caritas Italiana –: se si riuscisse a fare un piano di respiro medio-lungo, si potrebbero prima individuare le strutture, poi definire i criteri condivisi per la loro messa a disposizione e poi organizzare la necessaria formazione e gli altri aspetti logistici. Così come gli spazi fisici, anche il personale della Chiesa e del volontariato sui territori non sempre è immediatamente pronto a fronteggiare questo lavoro: ci sono conoscenze, esperienze e modalità operative da acquisire. L’accoglienza non si improvvisa, né dal punto di vista strutturale né da quello umano».

L’accoglienza non ha colore, né nazionalità per Caritas italiana che, da sempre, è al fianco di chi è più debole e vive in stato di indigenza. Nei primi 6 mesi del 2014 45.819 persone si sono rivolti alla rete dei centri d’ascolto (il 43% al Nord, il 30,9% al Sud e nelle Isole e il 26,1% al Centro).

Su 100 assistiti 46 risultano italiani (esattamente 46,5%), quindi quasi uno su due. Solo un anno fa, nel primo semestre del 2013, la percentuale si attestava al 31,1%, negli anni precedenti su valori ancora inferiori.

La situazione, tuttavia, è diversificata nelle diverse aree del Paese. Se nel Nord il peso degli italiani può dirsi ancora in linea con il valore del 2013, nel Centro e nel Mezzogiorno si registra un vistoso incremento. In particolare, nel Sud e nelle Isole la percentuale si attesta oggi al 72,5%; prevale la distribuzione di viveri, di vestiario e i servizi mensa (56,3%). La seconda voce di intervento riguarda il pagamento bollette, contributi per le spese di alloggio, acquisto di generi alimentari, sostegno per le spese sanitarie.



Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it/Ilaria Solaini)

Ultimi articoli

Vergine Santa, liberaci presto dal ‘nodo della guerra’! Preghiera potente, della notte a Maria che scioglie i nodi

La preghiera a Maria che scioglie i nodi è una delle suppliche più usate dai cristiani per chiedere aiuto alla…

14 Dicembre 2024

‘Asciuga Bambino Gesù le lacrime dei fanciulli!’. La toccante preghiera di Giovanni Paolo II da recitare durante questo Avvento

'Asciuga Bambino Gesù le lacrime dei fanciulli!'. Recitiamo in questo tempo di Avvento la preghiera più dolce di San Giovani…

9 Dicembre 2024

La potente supplica di Padre Pio, per avere sostegno nella prova. Recitala oggi, 9 dicembre

Una nuova settimana in compagnia di Padre Pio Leggi le frasi di Padre Pio e invoca la sua potente intercessione…

9 Dicembre 2024

La preghiera della domenica sera alla Madonna di Lourdes: ‘Io sono l’Immacolata Concezione’

Benvenuti sul sito www.papaboys.org! Siamo lieti di presentarvi la preghiera della sera alla Madonna di Lourdes, intitolata 'Io sono l'Immacolata…

8 Dicembre 2024

Il giornalista siciliano Di Salvo Salvatore riceve il premio internazionale giornalisti Campania Terra Felix

POZZUOLI - Assegnato al giornalista siciliano Salvatore Di Salvo, segretario nazionale dell’Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia,  il…

8 Dicembre 2024

La preghiera di Giovanni Paolo II all’Immacolata che ancora oggi ci commuove. Recitala oggi, 8 dicembre 2024

La preghiera all' Immacolata di Giovanni Paolo II Una potente supplica di Giovanni Paolo II a Maria Santissima.. Il testo:…

8 Dicembre 2024