Il cielo è chiamato a toccare la terra. “Stiamo attraversando un momento di grazia speciale: per la Chiesa italiana, ma anche per tutto il mondo”. Ne è convinto don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia: “Dopo la doppia consultazione popolare, che ha notevolmente arricchito tutta la riflessione sinodale, e dopo la prima fase del Sinodo siamo giunti al capolinea, al momento decisivo dell’Assemblea. In questo momento, la richiesta di preghiera del Papa diventa ancora più forte, decisiva per accompagnare la luce speciale dello Spirito: è come se il cuore si allargasse fino agli estremi confini della terra, per portare linfa di nuova grazia alla vita delle famiglie. Il cielo è chiamato a toccare la terra, tornando al principio della Creazione – una coppia di sposi – per aiutarci a confrontarci con la Chiesa e con la società”.
Fiaccole e finestre accese. Fiaccole accese in piazza; finestre accese nelle case delle famiglie; gruppi ecclesiali che pregano insieme, molti anche con l’adorazione notturna. Come lo scorso anno. “È questo lo specchio della bellezza della famiglia in Italia”, dice Gentili: “Queste fiaccole, lungo quest’anno, hanno continuato ad essere accese e ora tornano ad accendersi, il 3 ottobre”. Cosa alimenta questa luce così speciale? “La consapevolezza che non esiste una famiglia perfetta, come ci ricorda continuamente il Papa. Esiste la fatica che le famiglie fanno continuamente per coniugare il Vangelo con la mancanza di lavoro, con la precarietà economica, con un lavoro che fagocita tutto il tempo e talora oscura le relazioni familiari. Con la fatica di accogliere il terzo e il quarto figlio in una società che manca di autentiche politiche a favore della natalità e che non vede la famiglia come un dono prezioso. La fatica delle coppie di sposi a restare insieme o tornare insieme dopo la lacerazione degli affetti che sta incrinando sempre di più la famiglia e le famiglie. La fatica delle famiglie che quotidianamente incarnano il Vangelo, che sperimentano nella propria storia molte cadute ma anche la capacità di rialzarsi per forza della grazia: questo significa scoprire che il matrimonio è realmente un sacramento, un evento di grazia, e mostrare la forza di guarigione che scaturisce da esso”. Una cosa, per il direttore dell’Ufficio Cei, è sicura: “Il matrimonio non è per pochi o per i migliori: è per coloro che chiedono l’amore per sempre, implorandolo come dono del cielo. Come accompagnare questo ‘amore per sempre’ è la vera sfida, per il Sinodo”.
“Il vino migliore deve ancora venire”. Don Gentili spiega la profezia ecuadoregna di Papa Francesco così: “Ormai la famiglia è diventata un autentico soggetto, non solo destinatario, della pastorale familiare: sempre più, verso di essa, stanno convergendo anche altri settori pastorali. Con il Sinodo, il Papa ci chiede di fare della famiglia più di un’attenzione: ci chiede di renderla una modalità con cui far rinascere l’intera Chiesa. Da questo Sinodo può rinascere non solo la famiglia, ma la Chiesa intera”.
Redazione Papaboys (Fonte www.agensir.it / M. Michela Nicolais)
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