TORINO. Il 20 maggio al Museo d’Arte Orientale alla presenza del sindaco di Torino Piero Fassino e del sindaco di Betlemme Vera Baboun è stata inaugurata l’esposizione al Mao e al Museo della Sindone di quattro reperti archeologici risalenti al I secolo d.C., provenienti da Gerusalemme, concessi dalla Custodia di Terra Santa in occasione dell’Ostensione della Sindone. Si tratta di oggetti semplici della vita quotidiana e delle tradizioni funerarie dell’epoca erodiana che rimarranno esposti fino alla fine dell’Ostensione, poi torneranno a Gerusalemme, dove faranno parte del «Terra Sancta Museum» che verrà realizzato nel cuore della Città Vecchia in collaborazione con la Città di Torino.
Alla presentazione sono intervenuti tutti i soggetti promotori dell’iniziativa: la Custodia di Terra Santa (l’Ordine dei Francescani che custodisce i luoghi santi), l’Associazione Pro Terra Sancta, il Consolato generale d’Italia a Gerusalemme, l’Ordine provinciale dei Farmacisti, in collaborazione con la Fondazione Torino Musei, il Museo della Sindone, il Museo d’Arte Orientale.
Nella stessa occasione i sindaci Fassino e Baboun hanno firmato una lettera d’intenti propedeutica ad un patto di cooperazione fra le città di Torino e Betlemme, che comporta anche l’impegno comune a realizzare a Betlemme due progetti: il primo riguarda la gestione del sistema idrico e di acqua potabile della città palestinese con il contributo della società pubblica Smat, il secondo è finalizzato alla ristrutturazione dell’area dei Mercati generali di Betlemme, luogo della vita economica cittadina.
«Sono due progetti – ha evidenziato nel suo intervento il sindaco di Torino – che investono le attività quotidiane e la vita delle nostre comunità e che consolidano i rapporti di amicizia e di scambio tra le nostre due città».
Ha aggiunto il sindaco Vera Baboun ringraziando per la cordiale accoglienza dei torinesi: «La pace può essere raggiunta solo attraverso la giustizia e ad una missione fatta di azioni concrete. Anche la visita alla Sindone è stata per me molto arricchente, un’emozione che porterò ai miei concittadini che non possono venire a Torino».
Gli oggetti in esposizione al Museo della Sindone sono una lucerna erodiana e un unguentario che provengono dagli scavi sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, testimoni silenziosi dei luoghi della Passione. Al Museo d’Arte Orientale sono esposti due piccoli unguentari (uno in ceramica e uno in vetro), anch’essi risalenti al I sec. d.C.
«Oggetti semplici e umili ma preziosi per la testimonianza che offrono, perché parlano di vita e di morte e rimandano immediatamente alla sepoltura di un cadavere in quel luogo e in quel tempo che richiamano il Telo sindonico» spiega Enrico Simonato, segretario del Centro Internazionale di Sindonologia.
«Il progetto del Museo a Gerusalemme – ha affermato Maurizio Baradello, direttore generale del Comitato organizzatore dell’Ostensione – è un’idea a cui si lavora da tempo e che sta finalmente arrivando a conclusione. Un’iniziativa di grande rilievo che avvicina Gerusalemme a Torino in una preziosa collaborazione, con l’obiettivo di far rinascere la ricchezza e la storia della Città Santa».
Di Alessandro Ginotta
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