Res Publica et Societas

Crisi di governo aperta. Oggi il via alle consultazioni di Mattarella. Ecco gli scenari che aprono

Il Presidente della Repubblica Mattarella avvierà le consultazioni con le alte cariche dello Stato e i gruppi parlamentari. Matteo Renzi ieri si è dimesso dopo la messa in sicurezza dei conti pubblici con un’approvazione lampo della manovra

Oggi pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella avvierà le consultazioni con le alte cariche dello Stato e i gruppi parlamentari. Matteo Renzi ieri si è dimesso dopo la messa in sicurezza dei conti pubblici con un’approvazione lampo della manovra. Si apre così la crisi di governo.  Il premier dimissionario indica due vie: elezioni subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, attesa il 24 gennaio, o un governo di responsabilità nazionale con una maggioranza larga, fino alla fine della legislatura. Per ora Matteo Renzi si chiama fuori da tutto anche dalla delegazione Pd che andrà sabato alle consultazioni. Nel Pd aleggia lo spettro di una rottura con i renziani, che tentano di convincere il leader ad accettare un reincarico, mentre una maggioranza trasversale del partito guarda al Capo dello Stato per un governo di larghe intese, anche senza Matteo Renzi, che arrivi fino al 2018.

LA DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL QUIRINALE dopo l’incontro Renzi-Mattarella
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L’intervento di Renzi alla direzione del Pd –  “Siamo il partito – ha detto di fronte al partito – di maggioranza relativa. Dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica a chiudere la crisi” di governo “nelle modalità che individuerà”.  “Un passaggio interno” di riflessione sul risultato del referendum “sarà molto duro nella chiarezza che deve contraddistinguere il Partito democratico, ma dovrà arrivare dopo la crisi di governo che si dovrà aprire adesso”. “Propongo – ha detto Renzi facendo intuire che lui non farà parte della delegazione – che ci sia una delegazione al Quirinale composta da uno dei due vicesegretari, Guerini, dal presidente” Matteo Orfini “e dai due capigruppo” Ettore Rosato e Luigi Zanda. “Propongo che la direzione sia convocata in modo permanente per consentire alla delegazione di venire a riferire quando vi saranno elementi di novità”, aggiunge.

“Noi – ha detto Renzi in un altro passaggio – non abbiamo paura di niente e nessuno, se gli altri vogliono andare a votare, dopo la sentenza della Consulta, lo dicano perché qui si tratta tutti di assumersi la responsabilità. Il Pd non ha paura della democrazia e dei voti”.

Per ora, niente dibattito in Direzione sulla sconfitta nel referendum e sui rapporti interni. Ma, dopo la chiusura della crisi, il confronto ci sarà e sarà ‘duro’ e ‘trasparente’, ha anticipato il segretario, che ha definito ‘tutt’altro che banali’ la questione posta a sinistra dall’ex sindaco di Milano Pisapia e rivolto una stoccata a chi ‘ha festeggiato’ le sue dimissioni: ‘Lo stile è come il coraggio di don Abbondio, non giudico e non biasimo…’. Quanto al governo che cade, il premier rivendica con orgoglio il ‘disegno organico’ della sua azione: ‘Meno tasse e più diritti’.

La minoranza non replica. ‘C’è la crisi, viene prima l’Italia. Ci aspettiamo che il confronto ci sarà presto’. In Direzione solo Walter Tocci si alza per chiedere il dibattito. Attacca invece da Facebook Michele Emiliano, il presidente della Puglia pronto a candidarsi per la guida per partito: ‘Renzi ha mortificato la democrazia interna, sono senza parole’.

QUALCUNO DI LORO AL GOVERNO?




Intanto il Movimento cinque stelle ha presentato una proposta di legge per applicare l’Italicum anche a Palazzo Madama.

E il leader della Lega, Matteo Salvini è tornato ad attaccare: “o voto o piazza” –  “Tra una settimana, se non ci saranno risposte chiare sul voto, noi scendiamo in piazza: il 17 e il 18 dicembre siamo pronti per una raccolta firme per elezioni subito. Questa la nostra risposta a Renzi e Mattarella se pensano di farci perdere ancora del tempo”. Così il segretario della Lega commenta il discorso del premier che al termine del suo intervento alla direzione del Pd è salito al Quirinale per le dimissioni. “Noi non intendiamo far passare inutilmente – prosegue Salvini – ore e settimane: anche questa giornata è stata sacrificata sull’altare dei litigi del Pd. Basta. Vogliamo che gli italiani votino il prima possibile. Renzi continua a prenderci in giro: noi non siamo disponibili ad alcun governo di larghe intese e non intendiamo sprecare ancora giorni in sterili dibattiti su questioni assolutamente irrilevanti”, conclude.

A meno di mezz’ora dall’inizio della direzione Renzi aveva già anticipato le sue intenzioni nella sua e-news e la linea è: o governo di responsabilità con il sostegno di tutti o voto. “Toccherà – sottolinea Renzi – ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare. Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte”. “Se i gruppi vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale”.

di Redazione Papaboys fonte: AnsaWeb

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