Percorriamo anche noi la strada percorso instancabilmente da santa Teresa di Calcutta: è quella giusta per annunciare Gesù agli uomini di oggi”. Un invito che il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di papa Francesco per la Città del Vaticano, rivolge dalle pagine conclusive del suo libro “Il Crocifisso è vivo” . Due, invece, i punti focali dell’autore, non meno importanti. L’avvertimento dello storico russo Aleksandr Solženicyn, “Gli uomini hanno dimenticato Dio”, e l’”amara confidenza” offerta dal giornalista Vittorio Messori: parlare di Gesù mette a disagio e, pertanto, spesso si preferisce farne a meno.
L’affermazione che ne deriva, “Gesù è diventato uno sconosciuto anche tra i cristiani”, permette al Cardinale Comastri di offrire un percorso diverso, denso di preghiera, per ritornare a “riconoscere” davvero il figlio di Dio. Un percorso fatto di storie di redenzioni (da Adolphe Retté a Giovanni Papini, fino al poeta Giosuè Carducci), di ricerca personale, di abbandono allo sconforto e di ritorno alla vita, “aprendo il cuore a Gesù”.
Gesù è diventato uno sconosciuto anche tra i cristiani.
Non mancano le difficoltà. Il Crocifisso è vivo, eppure si cerca sempre di “crocifiggerlo”. A evitarlo non bastano neanche le difese insospettabili di laici baluardi intellettuali come Natalia Ginzburg o, più recentemente, di filosofi come l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari
o da giornalisti d’assalto come Marco Travaglio, riportate con minuziosità dall’autore. Nei capitoli che si susseguono, la ragione di questi “attacchi” trova un senso nelle parole, anch’esse descritte, di un noto scrittore e regista, Giancarlo Marinelli, per il quale ogni rinnegamento degli uomini è prodotto dalla mancanza di Gesù, ogni offesa, ogni oltraggio è, in realtà, una richiesta, un disperato richiamo.
La testimonianza che egli ancora non è morto, l’esperienza entusiasmante che coinvolge l’anima di ogni convertito.
Ogni offesa od oltraggio è in realtà una richiesta, un richiamo a Dio.
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Riappare, limpida, la strada indicata da santa Teresa di Calcutta, percorsa dalle illustri personalità citate nel libro e invocata per ognuno di noi dal Cardinale Comastri: “Ritorniamo a inginocchiarci davanti all’Eucaristia, commuoviamoci nella celebrazione e nella partecipazione alla Santa Messa – afferma -, e poi, con in mano la brocca, il catino e l’asciugatoio che Gesù ci ha lasciato come eredità, laviamo e curiamo tutte le fragilità umane con la medicina dell’amore“. Tanto da diventare un segnale evidente che può condurre a Gesù anche chi non lo conosce, senza dimenticanze e senza il timore di volerne pronunciare il suo nome.
Fonte: www.emmausonline.it
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