Nei primi nove mesi del 2022 i dati provvisori indicano un lieve aumento dei matrimoni, +4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, dovuto esclusivamente alla crescita dei matrimoni civili (+10,8%). Crescono in misura marcata (+32,0%) le unioni civili. Lo dice l’Istat nel report “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi, anno 2021”. Più di un matrimonio su due è celebrato con rito civile, pari al 54,1%.
La quota dei matrimoni civili osservata nel 2020 (71,1%) aveva registrato un eccezionale aumento a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, che hanno colpito soprattutto le celebrazioni con rito religioso. Nel 2021 tale quota si ridimensiona (54,1%) riallineandosi all’andamento crescente osservato negli anni pre-pandemici (52,6% nel 2019).
Il Sacramento del Matrimonio nella Chiesa Cattolica è un atto sacro che sancisce l’unione tra un uomo e una donna davanti a Dio e alla comunità cristiana.
Secondo la dottrina cattolica, il matrimonio è una vocazione naturale e divina che richiede un impegno permanente tra due persone di sesso diverso. Il sacramento del matrimonio conferisce una grazia particolare ai coniugi per aiutarli a mantenere e coltivare l’amore reciproco, la fedeltà, la collaborazione e la santità della loro unione.
Per poter celebrare il sacramento del matrimonio nella Chiesa Cattolica, i futuri sposi devono prima essere battezzati e confermati nella fede cattolica, nonché essere in grado di fare una promessa libera e consapevole di amarsi e di servirsi l’un l’altro per tutta la vita.
La celebrazione del matrimonio cattolico avviene durante una messa o una cerimonia liturgica specifica. I coniugi scelgono i propri testimoni e si scambiano le promesse matrimoniali davanti al sacerdote, che li dichiara marito e moglie. Durante la cerimonia, i coniugi si scambiano anche gli anelli come segno del loro impegno reciproco.
Il matrimonio cattolico è considerato indissolubile, quindi non può essere annullato a meno che non si dimostri l’invalidità della celebrazione del sacramento. La Chiesa Cattolica insegna che il matrimonio è un impegno permanente e sacro tra due persone che si amano e che la famiglia è il nucleo fondamentale della società, che deve essere protetto e sostenuto.
Il mutamento nei modelli culturali, nonché l’effetto di molteplici fattori quali l’aumento diffuso della scolarizzazione e l’allungamento dei tempi formativi, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso hanno comportato, negli anni, una progressiva posticipazione del calendario di uscita dalla famiglia di origine. In meno di 20 anni la quota di giovani che resta nella famiglia di origine fino alla soglia dei 35 anni è cresciuta di quasi tre punti percentuali.
Questa protratta permanenza comporta anche un effetto diretto sul rinvio delle prime nozze. Tale effetto si amplifica nei periodi di congiuntura economica sfavorevole spingendo i giovani a ritardare ulteriormente, rispetto alle generazioni precedenti, le tappe dei percorsi verso la vita adulta, tra cui quella della formazione di una famiglia.
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