Tanto speranza, tanta forza di volontà e quel coraggio che gli permette di sostenere il peso di un dolore destinato ad accompagnarlo per tutta la vita. Leonardo Cenci, 43 anni, di Perugia, ex dipendente dell’Agenzia delle Dogane di Bologna e Perugia, è affetto da un cancro incurabile al polmone con metastasi alle ossa e al cervello.
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Ma il 10 aprile niente lo fermerà: correrà i 42,195 chilometri della Maratona di Roma. Leonardo ripercorre sulle pagine de La Repubblica quella drammatica scoperta: Nel 2012, mentre mi allenavo per la maratona di New York, ho iniziato a sentirmi stanco. Ero debole, ma imputavo questa spossatezza a un periodo di stress a livello privato e professionale. Quella fatica non passava, non riuscivo più neppure a salire le scale, e sono andato dal mio medico.
Esami, lastre e accertamenti, poi la diagnosi: adenocarcinoma polmonare al quarto stadio con metastasi alle ossa e al cervello. Un cancro feroce che gli avrebbe lasciato solo quattro mesi di vita. Quel momento si tramuta in un dramma:
Io, maratoneta, per alcuni mesi con quei tremendi trattamenti ho perso l’uso delle gambe. Però non mi sono arreso e dopo quattro anni da una diagnosi che mi dava già per morto sono ancora qua. Leonardo ha combattuto per riprendere le forze, va di nuovo in palestra per rafforzare la muscolatura. I dolori alle ossa sono lancinanti, stanchezza e mal di testa non lo abbandonano mai. Il cancro è più forte, lui cerca di dargli filo da torcere, fino al giorno in cui combatteranno “ad armi pari”: Il cancro mi ha puntato una pistola alla testa. Io sto cercando di combatterlo con una fionda e so che un giorno lotteremo ad armi pari.
Il 10 aprile sarà la sua giornata, al suo fianco correrà Giovanni Malagò, presidente del Coni. Malagò è pronto a nominare Leonardo, dopo i primi 10 chilometri e con un traguardo appositamente allestito, “primo atleta italiano a correre una maratona con un cancro incurabile”. Leonardo indosserà i colori della sua fondazione l’Avanti tutta onlus, nata nel 2013 per dare sostegno e un po’ di gioia ai malati di cancro. La fondazione ha già raccolto 200mila euro per il dipartimento di Oncologia medica dell’ospedale di Perugia.
Dopo Roma, Leonardo è pronto ad affrontare la maratona di New York, quella maratona a cui fu costretto a rinunciare a causa della spietata diagnosi. Il cancro non vuole dire solo morte. Non bisogna perdere la speranza. Ecco, io voglio essere speranza, voglio essere da esempio, conforto, sostegno.
di Redazione Papaboys fonte: Huffington Post
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