Rita Sberna ha intervistato l’ex Parlamentare, considerato anche uno dei fondatori del partito Democratico: è passato da Matteo Renzi a Mario Monti e poi nuovamente a Matteo Renzi. Ormai è considerato il leader degli … ‘ultra cattolici’.
Mario Adinolfi è uno che spiega come quella delle sentinelle in piedi è una battaglia di sinistra.
Nel marzo 2014 ha pubblicato il libro “Voglio la mamma”, in cui contesta i falsi miti di progresso: l’aborto, l’eutanasia, il matrimonio omosessuale, l’utero in affitto.
Ha fatto 125 tappe nonché 125 conferenze in giro per teatri e piazze d’Italia, condividendo con il pubblico i temi essenziali dell’uomo, affrontati nel libro “Voglio la Mamma”. La prima tappa della tourneè “Voglio la mamma” si è svolta a Palagiano e l’ultima tappa si è conclusa a Taranto il 14 dicembre 2014.
Da oggi, 13 gennaio 2015, in tutte le edicole d’Italia il nuovo quotidiano di Adinolfi dal titolo “La Croce”.
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
Io non mi sento un leader, ma una persona che ha avuto la fortuna di trovarsi davanti a vicende rilevanti. Sono stato in Parlamento con il Partito Democratico, quando mi scadeva la candidatura da Parlamentare ho deciso di non ricandidarmi nelle elezioni del 2013, pur avendo la possibilità di farlo , ma ho preso questa decisione perché sentivo dentro di me l’esigenza di scrivere “Voglio la mamma”.
E’ un piccolo libro, in cui a far da padrone non sono le mie idee, ma sono tanti numeri e tante cifre di persone che si occupano dei cosiddetti “temi essenziali”.
Sono preoccupato di come i falsi miti di progresso possano minare le condizioni decisive del vivere civile, affermando alcune “non verità” che possono portare l’umanità ad alcune conseguenze che definisco infernali.
Oggi secondo lei, la maternità viene mercificata con l’utero in affitto?
Mi sembra un fatto evidente. Io sono nato da un incontro di libero amore gratuito, tra mia madre e mio padre, e tantissime altre persone che ho incontrato durante le mie 125 conferenze, hanno affermato di essere nate da un libero incontro d’amore, tra i propri genitori. Invece, immaginiamoci quei bambini che hanno due papà, perché sono stati comprati tramite l’utero di una donna, che magari in condizioni di bisogno ha venduto una parte del suo corpo.
L’elemento della compravendita e della mercificazione, se entra a far parte della vita umana, trasforma le persone in cose.
Dunque io sono molto preoccupato perché il mondo in cui vivremo, trasformerà le persone in oggetti e sappiamo che gli oggetti deteriorati possono essere facilmente eliminati.
Nel libro, parla dei matrimoni tra omosessuali. Qual è il suo punto di vista?
Come ho appena detto, sono contrario alla mercificazione della maternità e dunque non posso essere d’accordo con il matrimonio tra omosessuali.
La sola definizione “matrimonio” punta a due obiettivi, uno dei quali è la costruzione di una famiglia omosessuale. Purtroppo due gay, non hanno altre modalità se non quella che loro chiamano “gestazione di sostegno” cioè l’utero in affitto.
Tutto questo lo considero estremamente pericoloso per lo svilupparsi della società.
Come reagiscono le persone che si recano alle sue conferenze?
E’ molto interessante l’evoluzione di spirito; arrivano tutti un po’ curiosi, qualcuno magari è diffidente, sono aiutato da un pizzico di notorietà televisiva che ho, e quindi alcuni vengono per vedere “il personaggio”.
Mi accorgo durante le serate, che si crea una comunione di spirito tra le persone che vengono ad ascoltare la presentazione di “Voglio la mamma”.
Diventiamo un corpo unito, e sono stato ricoperto da un grande affetto per tutti questi mesi che sono stato in giro per l’Italia, e questo mi ha ripagato tanto.
Il paradosso è che ho scritto un libro sulla famiglia, ma sostanzialmente ho abbandonato la mia per 7 mesi perché sono stato lontano dai miei cari, per presentare il libro in tutta Italia.
Però è davvero bello vedere l’emozione e l’affetto che mi trasmette il pubblico in ogni serata, e questo dimostra che tutti abbiamo bisogno di non sentirci soli nell’affrontare questi temi essenziali.
Io ho scritto questo libro, fondamentalmente per distribuirlo ad alcuni amici, e gli amici in giro per l’Italia sono diventati 50.000.
E’ vero che in ogni tappa di “Voglio la mamma” siete stati costretti ad avvisare la Digos, perché ha ricevuto pesanti accuse, non solo rivolte a lei ma anche alla sua famiglia?
Si è vero, la vicenda è stata abbastanza faticosa ma non si è trattato soltanto di minacce, ci sono state delle vere e proprie contestazioni, gli insulti e le minacce ormai arrivano quotidianamente su internet. I social network, garantendo l’anonimato a molti soggetti, mi hanno esposto a condizioni di stalking.
Ovviamente ero già consapevole dall’inizio che affrontando questi temi sarei andato incontro a queste difficoltà.
Per quando riguarda le conferenze, pensavo che avrei potuto presentare il libro con tranquillità, invece come è accaduto a Torino, sono stato scortato da cinque mezzi blindati di Carabinieri e di Polizia e 60 agenti. Io sono sempre stato una persona che si è sempre battuta per la libertà di parola e quindi pensavo che era un mio diritto dire la mia, senza problemi.
Il nostro diritto di parola, in ogni tappa, è stato tutelato dalle Forze dell’Ordine e colgo l’occasione per ringraziarli per il lavoro straordinario che hanno svolto.
Perché l’eutanasia e la pillola abortiva, sono diventati motivo di conflitto fra partiti politici?
Penso che questo non è un elemento politico ma culturale. Nella vita bisogna scegliere da che parte stare . Ci sono persone che hanno scelto di stare con una cultura carica di ansia di morte, ed è preoccupante perché ha un risvolto infame. Chi dice che vuole uccidere il bambino down, prima che nasca, o chi dice che vuole uccidere l’anziano malato, per il bene dei soggetti stesso è veramente evidente che fa una scelta logicamente intollerabile oltre che umanamente.
Quello che noi stiamo cercando di fare è rimuovere dai nostri occhi il dolore, ma questa è una cosa che non può essere realizzata perché dobbiamo essere capaci di guardare in faccia il dolore, soprattutto guardare in faccia le persone sofferenti.
Questa è una cultura mortifera che deve essere sradicata dalla contemporaneità ed essere accompagnata invece, dalla cultura della vita, dall’accoglienza della vita stessa e dall’accoglienza dell’altro, soprattutto accogliendo l’essere umano sofferente.
Secondo lei, in Italia c’è una propaganda del transessualismo?
C’è una propaganda evidente. Se per esempio Luxuria partecipa all’Isola dei Famosi, vince “L’Isola dei Famosi”. E’ una cultura preoccupante, e secondo me è anche irrispettosa per i soggetti transessuali, e questo commercializza tutto e rende oggetto di baraccone e di spettacolo. La cosa che mi preoccupa davvero è l’ideologia “Gender” secondo la quale non siamo maschi e femmine ma possiamo scegliere di volta in volta, se essere un maschio o essere una femmina, e tutta questa cultura è stata introdotta addirittura nelle scuole a partire dai bambini di 3 anni.
Le scuole non devono essere campi di rieducazione, non sono luoghi biologici, ma sono dei luoghi dove si ragiona. Non siamo persone che diventano donne o diventano uomini, ma siamo uomini, siamo donne, siamo maschi e siamo femmine. Questa è la verità della situazione
Cosa pensa su ciò che è stato detto e scritto sul sinodo della famiglia?
Io penso che chi ha la mia stessa condizione, cioè chi è “divorziato”, non debba aspettarsi l’amnistia.
Pur avendo le condizioni per chiedere l’annullamento per il matrimonio che ho contratto quando ero giovanissimo, ho scelto di portare questa Croce sulle spalle, perché è giusto che paghi per l’errore commesso quando probabilmente non ero abbastanza maturo per compiere delle scelte. Come dice Papa Francesco, bisogna creare delle condizioni per l’accoglienza in Chiesa, perché la Chiesa è il luogo dove noi “pubblicani” veniamo accolti. E’ Gesù che da quest’insegnamento.
Secondo la mia esperienza di divorziato, da sempre sono stato accolto dalla Chiesa e dalla mia comunità.
Dare la comunione ai divorziati comunque sia, sarebbe un errore. Il sinodo parla chiaramente se leggiamo i documenti, per cui nella mia condizione di peccatore, subisco le conseguenze di un peccato commesso. Prego e chiedo la Misericordia del Signore.
Lei ha creato il quotidiano “La Croce” che è da oggi in tutte le edicole d’Italia
E’ un quotidiano che parlerà fondamentalmente della cultura della vita e della famiglia. Spero che sia un quotidiano diverso ed interessante, rispetto ai comuni quotidiani, sarà scritto con parole semplici e parlerà di temi complessi.
I 3 temi complessi che tratteremo nel quotidiano sono: la nascita, la crescita e la morte. La pubblicistica ruoterà attorno a questi 3 temi che fanno parte della cultura della vita, a differenza dalla pubblicistica che ruota attorno alla cultura della morte.
“La croce” darà un ottica al lettore, di tutto ciò che avviene nella politica italiana, nell’economia, nella politica estera, nei media. Abbiamo persino una pagina sportiva e una grande attenzione per i programmi televisivi.
Sarà un quotidiano polimorfo, da tanti punti di vista con spunti diversi, ma tutti concentrati nella battaglia della cultura della vita.
Papa Francesco secondo lei, attraverso il suo apostolato, sta difendendo la Chiesa dalle strumentalizzazioni?
Papa Francesco è un Papa monumentale, ed ha dimostrato una grandissima capacità di comunicazione con il mondo e soprattutto col mondo esterno alla Chiesa stessa.
Io sono convinto che ha tanta forza (come ha dimostrato recentemente) per ribadire i punti decisivi del Suo Pontificato. E’ un Papa con una cultura immensa ed ha molta sensibilità. Tutti quanti, dobbiamo rendere grazie al Signore per avercelo donato come Pastore della Chiesa.
E’ un personaggio straordinario, anche per tante persone non credenti, e questo valore va sempre sottolineato e riconosciuto.
Ovviamente c’è stato chi ha tentato di strumentalizzare alcune Sue parole, in maniera intellettualmente “disonesta”, il Papa con grande schiettezza si è accorto di queste strumentalizzazioni e credo che impedirà che elementi analoghi possano accadere in futuro.
Servizio di Rita Sberna
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