La Chiesa sta facendo di tutto contro gli abusi sessuali e ogni violenza sui minori con «la norma tolleranza zero» ma anche «con programmi di prevenzione ben studiati e non improvvisati». Lo ha affermato il cardinale Seán Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, presentando le prospettive emerse nella prima sessione di lavoro, in un briefing tenutosi nella Sala stampa della Santa Sede sabato 7 febbraio. Al Papa, ha detto, la commissione intende presentare «raccomandazioni molto concrete».
All’incontro erano presenti tutti i diciassette membri della Commissione: nove uomini e otto donne. Accanto al cardinale c’erano la religiosa Kayula Gertrude Lesa, in prima linea tra i rifugiati e le vittime della tratta in Zambia, e l’inglese Peter Saunders. «Sono veramente impressionato dalla ricchezza di esperienze e dall’impegno di tutti» ha commentato il presidente.
A dare il via ai lavori della commissione, ha subito spiegato il gesuita Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della santa Sede, è stata significativamente la lettera del Papa ai presidenti delle Conferenze episcopali e ai superiori degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. E il cardinale O’Malley ha subito fatto notare l’importanza della data della lettera di Francesco: «Il 2 febbraio è la festa della presentazione del bambino Gesù al tempio» e «noi lavoriamo per rendere il tempio un posto sicuro per i bambini».
Proprio sulla scia della lettera papale, il cardinale ha annunciato di aver inviato, come presidente della commissione, un’altra lettera per sollecitare «ogni conferenza a indicare una persona di riferimento che possa stabilire una linea di comunicazione».
In accordo con la Congregazione per la dottrina della fede, ora la commissione intensificherà il proprio lavoro di «suggerire le prassi migliori» alle conferenze che hanno trovato difficoltà. Non si può pensare di insabbiare nulla e oltretutto le procedure devono essere molto veloci, ha raccomandato ancora il cardinale. Stiamo lavorando, ha poi reso noto, per sviluppare corsi educativi nell’ambito della Chiesa, sottolineando con vigore l’importanza decisiva di adeguati programmi di prevenzione. Inoltre si stanno istituendo «gruppi di lavoro» e saranno contattate le vittime che «potrebbero dare un contributo specialmente nelle questioni relative alla prevenzione e a solide linee guida». Il cardinale ha anche annunciato una giornata di preghiera per quanti hanno subito abusi sessuali, a rimarcare proprio l’importanza dell’incontro, dell’ascolto ma anche della dimensione spirituale.
L’Osservatore Romano, 8 febbraio 2015