Centinaia di migliaia di fedeli musulmani marciano oggi a Grozny, capitale della Cecenia, per una manifestazione intitolata “Amore per il profeta Maometto”, organizzata per protestare contro la pubblicazione delle vignette che ne fanno oggetto di satira. Inizialmente erano attese 500 mila persone ma gli organizzatori non escludono che i partecipanti, provenienti da tutto il Caucaso del nord, raggiungano il milione. Tra i promotori dell’iniziativa, che si concluderà con una preghiera nella Moschea ‘il Cuore della Cecenia”, il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che ha tuonato contro gli autori delle caricature di Maometto e le manifestazioni occidentali a loro difesa. Domenica erano scesi in piazza oltre 20 mila fedeli musulmani a Magas, capitale dell’Inguscezia, per una manifestazione analoga.
E sono proseguite anche in Niger e Pakistan, e in altri Paesi musulmani, le proteste contro le caricature di Maometto da parte del settimanale satirico francese Charlie Hebdo: un forte coro per denunciare “le offese all’islam” e per “difendere il profeta”, con bandiere francesi date alle fiamme, e in Niger anche una ventina di chiese.
La più grande manifestazione si è svolta domenica in Pakistan, a Lahore, dove si sono radunati circa 10mila sostenitori dell’organizzazione Jamaat-ud-Dawa che hanno urlato slogan tipo “Abbasso Charlie Hebdo” e “Morte ai blasfemi”. A Karachi l’ex campione di cricket e politico Imran Khan ha tenuto un comizio al quale hanno partecipato in centinaia, mentre a Peshawar decine di manifestanti cristiani hanno organizzato una loro protesta bruciando una bandiera francese e chiedendo che il settimanale venga censurato. Tre le persone ferite, tra cui un fotografo dell’Afp ed un cameraman di una tv locale.
Non si placa la tensione neanche in Niger. Domenica le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni per disperdere centinaia di sostenitori dell’opposizione a una manifestazione vietata nella capitale, organizzata dopo l’uccisione di 10 persone nelle violente proteste dei giorni scorsi contro le vignette blasfeme. Nei disordini, che hanno provocato devastazioni e saccheggi, secondo le autorità sarebbero state incendiate oltre 20 chiese.
Scontri tra manifestanti e polizia sono stati registrati anche in Algeria, dove circa tremila persone hanno intonato “Siamo tutti Maometto”, e non è mancato il sostegno per i fratelli Koachi, responsabili della strage nella redazione di Charlie Hebdo.
Nella capitale del Senegal, Dakar, la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere circa 1.000 manifestanti che cantavano “Allahu Akbar” e incendiavano una bandiera francese.
A Nouakchott, in Mauritania, in migliaia hanno marciato cantando “Siamo qui per difendere il profeta”. Alcuni hanno dato fuoco a una bandiera francese dopo che le forze di sicurezza hanno impedito loro di raggiungere l’ambasciata di Francia.
Proteste sono state registrate anche in Algeria, Giordania, Sudan, Libano, Siria e nei Territori palestinesi, dove centinaia di persone hanno sfilato pacificamente nella Spianata delle Moschee, con striscioni in cui c’è scritto “l’islam è una religione di pace”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire