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Dalla strada alla Capanna di Betlemme

Sono sette, in Italia, le realtà della Comunità papa Giovanni XXIII che si occupano di cercare e accogliere i senza fissa dimora. Ieri, nella Giornata contro la povertà, i volontari sono tornati a vivere in strada.

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«Con i senza fissa dimora noi siamo alla pari: loro  sanno che viviamo come loro, che capiamo cosa vuol dire vivere e dormire in strada». Lo racconta Jonatha Ricci, coordinatore per la Condivisione di strada della Comunità Papa Giovanni XXIII, che vive nella Capanna di Betlemme di Forlì, gomito a gomito con chi arriva dalla strada. «Io e i nostri giovani» , spiega, «non siamo operatori ma semplicemente viviamo con chi non ha un tetto, 24 ore al giorno. Io, per esempio, dormo con loro, mangio con loro, vivo gli stessi problemi».

Sono sette in Italia le Capanne di Betlemme. Sono case piuttosto spartane, per la prima accoglienza delle persone senza fissa dimora. La più antica è quella di Rimini, poi sono venute le altre. La caratteristica delle Capanne è la condivisione. Le ha volute così don Oreste Benzi, il fondatore della Papa Giovanni, e anche dopo la sua morte niente è cambiato nello spirito di accoglienza che le caratterizza.

I volontari non sono semplici operatori, in quanto condividono la vita con le persone che vengono accolte. Alcune anche in pianta stabile, altre per brevi periodi. Dalle Capanne poi, in alcuni giorni della settimana, i volontari partono per intercettare il bisogno di questi invisibili perché, come diceva don Oreste, «ci sono tanti poveri che non ci cercheranno mai, quelli li dobbiamo cercare noi»

 

Sono 140 in Italia i posti letto messi a disposizione

Sotto i ponti, nelle stazioni, nei container abbandonati. E anche in questo caso, per avvicinarli e per conoscerli, i volontari praticano la strada della condivisione per poi persuaderli ad accettare ospitalità in una delle Capanne a disposizione.

A Chieti Luca Fortunato coordina la casa. «Vivo con 47 signori, fra i 50 e i 70 anni, il cui dramma è di aver perso il lavoro. Mancano loro pochi anni alla pensione e non riescono a riqualificarsi. Li abbiamo conosciuti per strada e gli abbiamo proposto di venire a stare da noi».

Sono  140 i posti letto in Italia che sono messi a disposizione dalla Papa Giovanni per l’ospitalità temporanea grazie ai volontari che scelgono di condividere la vita con i senza fissa dimora: 67.511 notti di accoglienza sono vissute ogni anno a Milano, dove le strutture sono due,  Cuneo, Bologna, Forlì, Rimini e Chieti. Le mense di strada di Roma, Torino e Milano dispensano un totale di 30.680 pasti all’anno.

Sabato 17 Ottobre, per la Giornata Contro la Povertà, i volontari sono tornati in strada

Fra gli accolti ci sono giovani che sono finiti in strada per il gioco d’azzardo o per problemi di tipo relazionale, stranieri, ma anche semplicemente persone che si sono perdute a causa della solitudine.

Per la Giornata internazionale contro la povertà, che in Italia ricorda le persone senza fissa dimora, i volontari torneranno a vivere la strada: A Rimini, al fianco delle iniziative organizzate insieme alla Caritas diocesana; a Roma, partecipando all’iniziativa Miseria Ladra di Libera, a Milano unendosi alle iniziative del giornale di strada Terre di Mezzo, a Bologna con una festa nella Capanna di Betlemme di Castel Maggiore.




Redazione Papaboys (Fonte www.famigliacristiana.it/Simonetta Pagnotti)

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