Dalla Terra dei fuochi tra povertà e preghiera

Caivano 2 aprile 2014. Pochi giorni fa, abbiamo accompagnato alcuni giornalisti stranieri in giro per le nostre campagne. Mancavo da alcuni mesi dalla contrada “San Pancrazio” in Orta di Atella, a quattro passi dal centro abitato. Sono rimasto stupito e incredulo nel constatare che i cumuli di amianto sbriciolato, già visti tempo fa, erano ancora là. In bella vista. Senza protezione alcuna. Feroci killer in agguato. Il pensiero è andato ai poveri contadini e ai tanti giovani che vanno a correre in quella zona. Ma anche ai cittadini inconsapevoli che abitano nei paraggi. Ricordo a tutti che la polvere di amianto è pericolosissima. Se inalata provoca il mesotelioma, terribile tumore ai polmoni, anche a distanza di 20 anni. Proteggiamo i nostri bambini. Facciamo di tutto perché non abbiano a pagare con la vita le stoltezze e le incoscienze degli adulti. Chiedo agli amici ortesi di far sentire la loro voce e pretendere dalle autorità competenti che venga rimosso lo scempio che condanna a morte se stessi e i loro cari. Immediatamente e nel migliore dei modi.

La tua parola è verità-. Quando annuncio la Parola, vorrei essere un clown e farti ridere, un poeta e farti sognare, un santo e innamorarti a Dio. Quando annuncio la Parola, vorrei trasmetterti l’orror per il peccato, vederti su di esso gemere, come su Gerusalemme il Cristo. Convincerti del danno che a te reca, e ai cari figli tuoi. Quando annuncio la Parola, vorrei che tu vedessi quanto è brutto il “ gran bugiardo”, il “ re della menzogna”, il rancor che per te prova, e l’odio, e l’astio; quanto gli fai ribrezzo e quanto ti agogna. Quando annuncio la Parola, vorrei mostrarti l’Incarnato Verbo che nel Pane si nasconde, l’eterna brama Sua di possederti appieno; chi è quel Prete al quale non può non porre ascolto. Quando annuncio la Parola, vorrei che tu Gli diventassi amico, che a Gesù guardassi senza più timore, che sapessi quanto prezzo costi al Suo benedetto Cuore. Dopo averti annunciato la Parola, temo di esser stato incapace e inopportuno, di non averti dato speranza vera e gioia, di aver tradito il Padre e il dolce Suo Volere. Dopo averti annunciato la Parola, prego perché Essa porti frutto in te abbondante, che ti faccia sentir di Dio il figlio prediletto, che tu diventa santo tra i Suoi beati eletti. Dopo averti annunciato la Parola, so di essere servo inutile e infingardo, che il buon Gesù di me si fida e vanta, che il Suo Regno, lentamente, sta avanzando. Dopo averti annunciato la Parola, inizio a chiederti perdono, prometto di farmi più vicino al Cielo, felice sono sol se posso ancora, parlarti le parole della Parola.

Imparare a vivere-.  Voglio imparare. Ho bisogno di imparare. Il tempo stringe. E io debbo imparare. A vivere. Imparare a vivere per saper, poi, morire. Imparo. Da voi. Vi guardo. Vi osservo. Vi interrogo. Anche quando non ve ne accorgete. Anche quando non me ne accorgo. Vi interrogo, e sempre rispondete. Vi guardavo. Quando le lacrime vi offuscavano gli occhi. E quando la gioia vi traboccava in cuore. Ero là. A guardarvi. Avevo bisogno di farlo. L’ho fatto.  Anche da lontano. La carne soffice di chi è appena giunto al mondo. Le rughe di chi si prepara ad andare via. Gli innamorati che si attraggono. Gli amanti che si cercano furtivi. Gli sposi custodi dell’amore che un giorno li travolse. I poveri. I ricchi. Attraggono l’interesse mio. Ho bisogno di loro. Per imparare a vivere. Interrogo. Persone e libri. Persone vive, che camminano, mangiano, amano. I libri: pagine morte che prendono vita quando le interpello io. Rispondono. Tutti. Sopravvissuti sono i libri a chi un giorno li pensò. Mi ricordano ciò che è l’anima. Il corpo muore, l’anima vive. E ho conosciuto Agostino ed Abelardo. Platone e sant’Anselmo. Erano nei libri. Vivi. E li ho incontrati. Siam diventati amici. Sfoglio. Leggo. Studio. Vado in cerca di maestri. Tutto serve. Niente deve andar perduto. Nemmeno un minuto solo. Prezioso è il tempo. E questo è il tempo mio. Leggo i libri. Leggo gli animi. I vostri animi e l’animo mio. Come si somigliano gli animi. Tutti gli animi si somigliano. Che abissi! Che profondità! Mai si tocca il fondo. Speleologo. Voglio essere speleologo. Per scendere negli anfratti nelle profondità dei cuori. Là dove più veri siamo. Dove la menzogna tace. Ed il mistero è grande. Ho bisogno di raggiungerlo. Il mistero. E’ là nelle grotte più profonde. Ed io voglio arrivarci. Scendo. Trovo la purezza di prima che Adamo fosse. Scendo.  Sempre più giù. Dentro di voi. Dentro di me. Mi immergo noncurante del pericolo.  Salgo con voi sulle cime alte degli alti monti. Là dove l’aria è rarefatta. Mi arrampico. Per voi. Con voi.

Ho deciso. Con voi voglio capire. Con voi voglio arrivare in cima. Ci aiuteremo. Lassù interrogheremo le nevi e il sole. L’acqua ci parlerà. Ascolteremo il ruscello farfugliare mentre scende a valle. Grideremo ai falchi e alle farfalle. Ognuno ha una parola. Alcune non le conosco ancora. Studierò. La lingua degli orsi e degli uccelli. La lingua strana che il silenzio ama. Ho bisogno del silenzio. Ho bisogno di parlare la lingua del silenzio. Voglio dialogare con il silenzio. Voglio che il silenzio mi diventi amico. Voglio nel silenzio continuare ad interrogare il cuore.  Il mio. Il vostro. Ho paura. Ho paura di morire analfabeta. Ho paura di chi non sente il cuore. Ho paura di far morire dentro il vento. Ho paura della paura che mi raggiunge in vetta. Vado in cerca di maestri. Tu mi sei maestro. Sempre sei stato maestro mio. Da sempre sono allievo tuo. Maestri i sensi miei. Maestri i sentimenti belli. Maestri anche l’odio ed il rancore. Maestri miei le donne e gli uomini. Gli animali e la tempesta. Il mare ed il deserto. Tutto mi serve. Tutti voglio servire. Ho bisogno di imparare. Debbo farlo. Oggi. Il domani non mi appartiene. Breve si fa il tempo. Debbo levarmi presto. Il sole sorge. Ho, poi, stanotte, appuntamento con le stelle. Mi aspettano. Mi culleranno il sonno. Imparo. Per essere più vero. Per essere me stesso. Per non mentire a voi. Per non mentire mai. Alla vita. Vita che mi tiene in vita. Vita che si trasforma in morte. Morte che non vuol morire. Morte che non muore mai. Morte che mi aprirà alla vita. Padre Maurizio PATRICIELLO

 

 

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