Categorie: Verbum Domini

Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.

RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO LUNEDI’ – Il dialogo di Gesù con i Giudei nella sinagoga di Cafarnao è una miniera di saggezza, intelligenza, sapienza nello Spirito Santo. Con divina maestria li vuole portare alla fede nel suo mistero globale, che è infinitamente oltre tutte le profezie che l’Antico Testamento aveva proferito sulla sua Persona e sulla sua missione.

In nessuna pagina delle profezie che lo riguardano è detto che il Messia di Dio avrebbe nutrito le sue pecore donando loro da mangiare la sua carne e da bere il suo sangue. È scritto che il Servo del Signore avrebbe dato la vita per il nostro riscatto, sarebbe stato trafitto per le nostre iniquità, che avrebbe condotto il gregge del Signore con grande amabilità e verità. Mai però avevano preannunziato una verità così grande.

La folla che aveva mangiato il pane moltiplicato da Gesù e che si era ben saziata, va alla ricerca di Lui. Si dirige alla volta di Cafarnao. Trovatolo, gli dice: “Rabbì, quando sei venuta qua”. È una domanda di convenienza e di opportunità che serve per iniziare il discorso. Gesù non si lascia fuorviare in parole vane e subito rivela loro il motivo della ricerca: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercare non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pane e ci siete saziati”. Voi non mi cercate secondo verità. Mi cercate secondo utilità. Tra cercare Gesù per utilità e cercarlo per verità vi è un abisso. La distanza è infinita. Cercare Gesù per un miracolo e cercarlo perché Lui ci faccia rinascere a vita nuova nell’anima e nello spirito non sono la stessa cosa.

Ecco la verità per cui si deve cercare Gesù: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per quello che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. I Giudei sono invitati ad andare oltre il pane materiale. Vi è un pane spirituale di cui ci si devono nutrire e questo pane solo il Figlio dell’uomo potrà dare loro. Perché lo potrà dare soltanto Lui? “Perché su di Lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.

Oggi Gesù è il vero sigillo di Dio. È la sua verità, la sua parola, la sua onnipotenza, la sua grazia, la sua profezia, la sua vita eterna, il suo amore, la sua misericordia, la sua pietà, la sua giustizia, la sua santità. Tutto è Gesù per i Giudei. Su nessun altro, né del passato e né del futuro, Dio ha mai posto e mai porrà il suo sigillo. Solo su Gesù lo ha posto. Questa è la sua verità. Poiché il Padre lo ha costituito sua grazia e verità, è da Gesù che ora si deve partire, da Lui si deve iniziare. Ogni altro del passato è un suo testimone. Ora che Gesù è venuto, finisce la sua missione, termina il suo ministero, muore la sua parola.

I Giudei sembrano bene intenzionati: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Se Tu, Gesù, sei il sigillo del Padre, cosa il Padre ci dice attraverso Te? La risposta è immediata: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”. Voi, Giudei, volete compiere le opere di Dio. Ebbene, vi è una sola opera da compiere: credere in colui che il Padre, Dio, ha mandato. Se voi credete in me, compite le opere di Dio, se vi rifiutate di credere in me, siete fuori delle opere di Dio, anche se compite le opere di questo o di quell’altro profeta. Questi sono testimoni che parlano di me e annunziano me. Loro sono finiti. La loro missione è conclusa con la mia venuta. Voi dovete fare un salto da loro a me. Lasciate loro e credete in me.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci questa vera fede. a cura del Movimento Apostolico

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