Mons. Bruno Forte individua nella lentezza della giustizia la causa di questa ulteriore sciagura: “Con un intervento rapido della giustizia e una punizione esemplare la tragedia si sarebbe potuta evitare”. Ma le responsabilità, a mio parere, non sono solo quelle della magistratura o di un eventuale buco legislativo. Ce ne sono almeno altre due.
La seconda è il mancato supporto psicologico che si deve necessariamente dare a chi subisce un lutto del genere. Si legge che Di Lello era depresso, andava tutti i giorni al cimitero, a volte rimanendoci anche per delle ore e che, prima di autodenunciarsi, ha portato la pistola sulla tomba della moglie. Una persona così non doveva essere lasciata sola ad affrontare la depressione e lo shock. Ingigantiti, e qui veniamo al terzo elemento, dalla pressione dei social che chiedono vendetta.
Quando Roberta era morta, attorno al papà, alla mamma, ai fratelli e al marito Fabio ora omicida, si era stretta l’intera città. Centinaia di persone avevano prima reso omaggio alla salma nella camera ardente e poi partecipato al corteo funebre. La manifestazione pubblica del dolore però non si era fermata lì: una quindicina di giorni dopo, era partita una fiaccolata proprio dall’incrocio dove Roberta era stata travolta; e poi, sui social, c’erano stati continui incitamenti alla vendetta con la gente divisa in fazioni che si indignava perché l’imputato della morte era a piede libero: con Fabio, l’omicida di ieri che postava sul suo profilo Facebook le foto della loro storia, le mani intrecciate, le fedi nuove, il vestito bianco, i sorrisi.
Chi sono quindi i responsabili di queste morti? Di chi ha guidato in maniera dissennata, certamente; di chi non ha fatto leggi adeguate, di sicuro; di una giustizia lenta (ma questo va verificato perché, a quanto pare, il percorso della giustizia stava avanzando con i tempi e i modi previsti); di tutti loro. Ma non solo. Anche di noi. Di quelli che non imparano che su internet non puoi parlare come parli a casa tua, tra quattro pareti, dove chi ti ascolta sa se stai esagerando, se sei esasperato o se fai sul serio, perché ti conosce e fa la tara. Quando scrivi sui social il tuo messaggio non sai chi coglie. Potenzialmente può arrivare a chiunque. Internet è qualcosa di fantastico che permette a noi tutti di comunicare ma deve anche risvegliare in tutti noi un più forte richiamo al senso di responsabilità.
Ci vorrebbe un codice della strada anche per internet: un codice per i social sia per chi scrive sia per chi legge così come esiste un codice della strada sia per chi guida sia per chi va a piedi: per un codice stradale infranto che ha ucciso Roberto, c’è forse anche un codice mediatico non ancora stipulato che ha ammazzato Italo e rovinato la vita di Fabio.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da IlFaroDiRoma
Ogni giorno una Lode a Maria, 5 novembre 2024. Vergine della Valle, prega per noi O Signore Gesu', che hai…
Sacro Cuore di Gesù insegnaci ad Amare come Tu ami! Preghiera del mattino, 5 Novembre 2024. PREGHIERA DEL MATTINO Signore,…
La potente orazione a San Giuseppe dormiente Anche Papa Francesco è molto devoto a San Giuseppe dormiente... Il Santo Padre…
Ogni Giorno Una Lode a Maria, 4 novembre 2024. Madonnina del Grappa, prega per noi Tu, o Madre dolce e…
Oggi la Chiesa ricorda San Carlo Borromeo: vescovo Carlo Borromeo, universalmente noto come San Carlo, è stato un cardinale e…
Oggi ricordiamo la figura di Beata Teresa Manganiello Teresa Manganiello è stata una terziaria francescana e considerata un personaggio chiave…