“Non abbiate paura. Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me”–“Pregate! Pregate molto! I Cuori santissimi di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo preghiere e sacrifici”.
Con questa premessa, prepariamoci a recitare insieme la preghiera della notte per queste ore tra il finire del giorno e l’inizio del nuovo.
Prima delle apparizioni della Madonna a Fatima , i tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta (Lúcia de Jesus dos Santos, e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto), tutti residenti nel villaggio di Aljustrel, parrocchia di Fátima ebbero tre visioni dell’ Angelo del Portogallo, o Angelo della Pace, nella Loca do Cabeço. In queste tre apparizioni, succedutesi tra la primavera e l’estate del 1916, l’Angelo insegnò ai tre pastorelli di Fatima una PREGHIERA di adorazione e di intercessione:
“Mio Dio io credo, adoro, spero e Ti amo, ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano. Santissima Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo Sangue Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui è offeso. E per i meriti infiniti del Sacratissimo Cuore di Gesù e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori “.
Possiamo apprezzare l’efficacia di questa preghiera in maniera
corretta quando concepiamo questa preghiera come il compimento dei due
comandamenti più grandi, dell’amore a Dio e al prossimo, dalle quali
“deriva tutta la Legge e i profeti” (Mt 22, 39). Allo stesso modo
insegna San Paolo: ” Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un
solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso” (Gal 5, 14; cf Rm
13, 8. 10). Se comprendiamo qualcosa di questa verità, allora non ci
meraviglieremo più che dei ragazzini quasi analfabeti, per mezzo di
questa orazione che recitavano per ore intere, fecero in pochissimo
tempo tanto bene in virtù e santità.
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Però l’Angelo non ci dà soltanto una formula semplice di preghiera per il compimento di questo comandamento, in modo che possiamo realizzarlo per noi stessi. Quello che l’Angelo desidera ardentemente è che crediamo con lui, che ADORIAMO GESU’ EUCARISTIA CON LUI. Così come lo desidera anche il nostro Angelo custode, che noi ci inginocchiamo e preghiamo insieme a lui. Se facciamo questo, il Signore potrà realizzare una delle promesse più belle, “dove sono due o tre riuniti nel Mio Nome, ci sono Io in mezzo a loro” (Mt 20).loading…
La preghiera indicata dall’Angelo di Fatima la possiamo
recitare molte volte durante il giorno come una giaculatoria insieme al
nostro Angelo e camminare così alla presenza di Dio.
Nella sua ultima apparizione, così come la descrive Lucia nei suoi manoscritti, l’Angelo della Pace apparve “con un calice nella mano sinistra e sospesa su di esso un’Ostia, dalla quale cadevano nel calice alcune gocce di Sangue. Lasciando il calice e l’Ostia sospesi in aria, si prostrò a terra vicino a noi e ripeté tre volte la preghiera che ci aveva insegnato…
Poi, sollevandosi, prese di nuovo in mano il calice e l’Ostia, e
diede l’Ostia a me e ciò che conteneva il calice lo diede da bere a
Giacinta e a Francesco, dicendo nello stesso tempo:
‘Prendete e
bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo orribilmente oltraggiato
dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro
Dio’.
Di nuovo si prostrò a terra e ripeté con noi altre tre volte la stessa preghiera e scomparve.
Portati
dalla forza del soprannaturale, che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in
tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le preghiere che lui
diceva. La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci
assorbiva e ci annientava quasi completamente. Sembrava che per un
grande lasso di tempo ci privasse perfino dell’uso dei sensi corporali.
In quei giorni facevamo le azioni materiali come portati da questo
essere soprannaturale che a ciò ci spingeva. La pace e la felicità che
sentivamo era grande, ma soltanto interiore, con l’anima completamente
concentrata in Dio.”
La maniera in cui l’Angelo di Fatima, non solamente si inginocchiò,
ma toccava anche il suolo con la sua fronte, sarà per noi un’indicazione
di come dobbiamo pregare, con tutta la devozione, affinché la nostra
preghiera non sia solamente un’orazione delle labbra. Nella chiesa
Ortodossa si sono conservati dei gesti che, un tempo, erano diffusi
anche in Occidente. Uno di questi è la metania nella sua forma piccola e
grande. La grande metania può essere compresa con il termine di “
prostrazione”. Questi gesti sono particolarmente frequenti durante il
periodo quaresimale ma possono trovarsi anche al di fuori di tale tempo
liturgico come, ad esempio, nei giorni precedenti il 15 agosto durante
il canto del Canone Paracletico alla Madonna Theotokos. Ad essi deve
essere associato un senso di compunzione e di serena penitenza.
Attraverso questi gesti il corpo viene particolarmente coinvolto nella
preghiera dei cristiani ortodossi. Durante il periodo quaresimale
L’Angelo diceva ai ragazzini: “Pregate così! I cuori di Gesù e di Maria
sono attenti alla voce della vostra supplica”. Queste parole “recitate
così” ripetono letteralmente le parole di Gesù ai suoi apostoli quando
insegnò loro a recitare il Padre Nostro (Mt 6, 9). Come scrive
Sant’Agostino, il Padre Nostro non solo è la migliore di tutte le
preghiere, ma anche esempio di tutte le preghiere. Per questo neanche
l’Angelo del Portogallo ha voluto imporre ai ragazzini una formula
determinata, ma ancora meglio volle insegnare che l’amore a Dio e al
prossimo sarà il cuore di tutte le orazioni.
Alcune persone si
lasciano facilmente scoraggiare nella preghiera, si sentono sole e
abbandonate, è meglio che ascoltino queste verità di fede e sappiano che
tutto il bene ci viene attraverso la preghiera. Sant’Alfonso, grande
devoto di san Michele Arcangelo, ci assicura che sempre e in tutti i
luoghi ci viene offerta una grazia, cioè la grazia della preghiera; per
mezzo della preghiera possiamo ricevere tutto il bene di Dio.
Dopo l’Angelo scomparve e lasciò i ragazzini soli per un mese per vedere se rimanevano fedeli alla grazia ricevuta e al loro proposito. Senza parlare con nessuno, eccetto che tra di loro, senza altre visite consolatrici dell’Angelo, i ragazzini si mostrarono fedeli al loro intento. Lucia notò: “Le parole dell’Angelo segnarono così profondamente i nostri cuori, che mai abbiamo dimenticato. A partire da questo momento molte volte recitiamo la preghiera, prostrati a terra, come l’abbiamo visto fare all’Angelo e ripetiamo le sue parole fino a quando non ci sentiamo esausti”. Con questo esercitavano una generosità eroica a favore della conversione dei peccatori.
Don Marcello Stanzione