Considera Anima divota, come Gesù mosso dal suo infinito intenso Amore verso dell’Umano genere senza lasciar il seno del Padre prendendo l’umana Carne venne al Mondo per liberarlo dalle catene, ed a guisa di forte Guerriero cimentandosi con il nemico dell’uomo, che possedeva in pace il Mondo tutto, che gemeva sotto la sua tirannia, per lo trasgredito Divino precetto, lo vinse, lo debellò, e togliendoli, dice S. Luca, le armi nelle quali confidava divise a suoi figli le tolte spoglie, armandoli con sagramenti, e col Segno santissimo della Croce.
Quindi per tal vittoria divenne sì terribile, ingerendo tal spavento all’Abisso, che al solo udirlo tremano le tartaree squadre, e si spaventano. Verificandosi ciò che scrisse l’Apostolo ai Filippensi: Nel Nome di Gesù ogni cosa si umilia, e piega le ginocchie, sia del cielo, sia della terra, sia dell’Inferno. Ma se gli Angeli della luce si piegano a sì venerabile Nome per ossequio e riverenza in ricognizione di esser stato anche lor Redentore, quelli delle tenebre si umiliano per forza, perché astretti a lor vergogna dalla Virtù dell’Altissimo come a loro vincitore assaggiandone onta, rabbia, e dispetto.
Imitiamo Noi come principali redenti da Gesù Cristo, imitiamo gli Angioli buoni, genuflessi rendendoli distinti ringraziamenti dell’Operato a nostro bene, sapendo, che il suo Nome non solo ingerisce nei nostri Cuori venerazione, e rispetto, ma benanche una ferma speranza in virtù de’ suoi meriti di conquistare l’eterna beata vita immortale.
Santissimo Nome di Gesù, se una volta dimostraste la vostra fortezza in sottrarci dalla servitù del peccato, e schiavitù del demonio, deh custodite adesso, e per sempre la nostra anima, il nostro cuore dalle suggestioni. Dimostratevi fortissimo predatore, come dice un vostro Profeta, ed insieme della preda vigilantissimo conservatore dilungando da noi il nemico Ladrone, acciò non abbia ardimento di nuovo prenderne in qualche parte il possesso, e sia la nostra Anima tutta e per sempre spoglia degnissima delle vostre conquiste. Noi da per Noi nulla possiamo, senza l’avvaloramento della vostra grazia divina. Fatelo dunque per vostra pietà, che noi prostrati canteremo per sempre la vostra fortezza, dicendo.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore della fortezza di detto Nome.
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