Categorie: Caritas et Veritas

Una devozione da riscoprire. Le Rivelazioni di Gesù a chi pratica le ore della Sua dolorosa Passione

Con la più perfetta sottomissione al giudizio della Santa Chiesa, e non richiedendo altra fede che l’umana, giusto il sapiente Decreto di Papa Urbano VIII, trascriviamo qui alcune rivelazioni che Nostro Signore Gesù Cristo avrebbe fatto a quell’anima solitaria, cui ispirò questa operetta: rivelazioni che mostrerebbero quanto sia grato al Cuore adorabile di Gesù che se ne faccia profitto.

Riportiamo una lettera inviata dalla pia autrice al Rev. Can. di Francia:
“Molto Rev. Padre,
Ecco finalmente, Le rimetto le Ore scritte della Passione, e tutto a gloria di Nostro Signore. Le accludo pure un foglietto in cui si contengono gli affetti e le belle promesse di Gesù per chi fa queste Ore della Passione. lo credo che, se colui che le medita è peccatore, si convertirà, se è imperfetto diverrà perfetto, se è santo si farà più santo, se è tentato troverà la vittoria, se è sofferente troverà in queste Ore la forza, la medicina, il conforto; e se l’anima sua è debole e povera, troverà un cibo spirituale ed uno specchio dove si rimirerà di continuo per abbellirsi e farsi simile a Gesù nostro modello.
È tanto il compiacimento che ne prova Gesù benedetto dalla meditazione di queste Ore, che vorrebbe che di queste meditazioni vi fosse almeno una copia per ogni città o paese, e si praticassero; allora avverrebbe che in quelle riparazioni Gesù sentirebbe riprodursi la Sua stessa voce e le Sue preghiere, quali le levava al Padre Suo nelle 24 ore della Sua dolorosa Passione; e se ciò si facesse almeno in ogni paese o città da alquante anime, Gesù pare che mi faccia intendere che la Divina Giustizia rimarrebbe in parte placata, e verrebbero in parte arrestati e come smorzati i suoi flagelli in questi tristi tempi di strazi e di spargimento di sangue (ferveva la tremenda guerra Europea).
Faccia Lei, Reverendo Padre, appello a tutti. compia così l’operetta che il mio amabile Gesù mi ha fatto fare. Onde le dico pure che lo scopo di queste Ore della Passione, non tanto è di raccontare la storia della Passione, perché molti libri ci sono che trattano questo pietoso argomento, e non sarebbe stato necessario farne un altro; ma lo scopo è la riparazione, unendo insieme (si noti) i diversi punti della Passione di Nostro Signore con la diversità di tante “offese, e insieme a Gesù farne degna riparazione, rifacendolo quasi di tutto ciò che le creature tutte Gli debbono, e da ciò i diversi modi di riparare; in queste Ore, in alcuni tratti si benedice, in altri si compatisce, in altri si loda, in altri si conforta il penante Gesù, in altri si compensa, in altri si supplica, si prega, si domanda.
Perciò lascio a Lei, Reverendo Padre, di far conoscere con una prefazione, lo scopo di questi scritti”.

Il foglietto di cui l’Autrice di quest’Orologio della Passione parla in principio della su trascritta lettera, contiene quanto Nostro Signore le abbia detto:

“Chi pensa sempre alla mia Passione, forma nel suo cuore come una sorgente salutare, la quale tanto più si accresce di volume, quanto più l’anima attende a ripensare e meditare la mia dolorosa Passione.

E siccome le acque che scorrono da una fonte sono acque comuni a tutti, così questa sorgente di salute, che si forma nel cuore di chi medita la mia Passione, serve alla mia gloria, al bene dell’anima che la produce, e al vantaggio di molte altre anime”.

Altra volta, riferisce l’anima solitaria, averle cosi parlato il Signore:

“Mi è tanto gradito che uno vada ripensando costantemente alla mia dolorosa Passione, che lo soffrii nell’anima e nel corpo con tanto infinito Amore e dolore, e che meditandola se ne affligga e mi compatisca affettuosamente, che mi sento come rinfrancato di quanti strazii, ignominie e pene interne lo soffrii in tutto il corso del mio patire, dall’incarnazione all’ultimo respiro sulla Croce.
L’anima che spesso medita la mia Passione, mi viene ad apprestare continui e diversi conforti; cosicchè, se nel corso della mia Passione mi dettero funi e catene per legarmi, l’anima che considera e mi compatisce così legato, mi scioglie e mi dà la libertà; gli sgherri mi disprezzarono, mi sputarono e mi disonorarono; l’anima mi apprezza, mi pulisce da quegli sputi e mi onora; quelli mi spogliarono e mi flagellarono, l’anima mi risana e mi veste; quelli mi coronarono di spine trattandomi da re di burla, mi amareggiarono la bocca di fiele e mi crocifissero; l’anima, considerando tutte le mie pene, mi corona di gloria e mi onora per suo Re, mi riempie la bocca. di dolcezza dandomi il cibo più squisito qual’è la memoria delle mie stesse opere, e come se mi schiodasse dalla Croce, mi fa risorgere nel suo cuore; ed io per compenso di tanta amorosa meditazione e considerazione delle mie pene, le dò ogni volta una nuova vita di grazie; e questa consiste, che mentre essa mi attira a sé con la contemplazione e compassione dei miei patimenti, lo l’attiro a me; lo mi dò ad essa come cibo spirituale, mentre essa si forma un pascolo continuo delle mie piaghe, dei miei abbrobrii e delle lunghe e incomprese agonie del mio Cuore ed lo mi ristoro e mi cibo di tutta l’anima, assorbendola in me per amore. Si è perciò che assai gradita è a me la devota e frequente memoria della mia Passione”.

Da questi termini generali del gradimento che prova il Cuore Santissimo di Gesù, quando si medita la Passione, veniamo ancora a termini più particolari circa questo Orologio della Passione.
L’Anima contemplativa domandò al diletto Signore:

“Dimmi, o mio Bene che cosa darai in compenso alle anime che faranno le Ore della Passione come Tu me le hai insegnate?”
Nostro Signore diede questa risposta:

“Figlia mia, queste Ore non le riguarderò come cose vostre, ma come fatte da me; e a te e a quelli che le mediteranno, darò i miei meriti, e ve li applicherò come se lo stessi soffrendo la mia Passione ora per ora in quel tempo stesso che la meditate. Gli effetti che allora produceva la mia Passione quando lo la sopportavo, e che può produrre in ogni tempo, saranno rinnovati nelle anime che meditano queste Ore, e il tutto a seconda della disposizione maggiore o minore di ogni anima.
Maggior premio di questo non può meritarsi in questa vita. Nel paradiso poi queste anime me le porrò al mio Divino cospetto dinanzi al mio stesso Volto, e le saetterò con saette di Amore e di eterni contenti, per quante volte hanno meditato le Ore della mia Passione, ed esse, inebriate dal mio Amore, mi corrisponderanno col saettare il mio Cuore di tutta la capacità di amore che avrà l’anima beatificata; il che formerà un dolce incanto a tutti i celesti comprensori”.

Gesù un’altra volta avrebbe detto all’anima solitaria:

“Le Ore della mia Passione furono piene di tutte le mie preghiere, di tutte le mie riparazioni e di tutto l’infinito mio Amore.
Questo pio esercizio di riparare meditando, è uscito proprio dal mio Cuore. Ah, quante volte in grazia di queste meditazioni, che si pratica-
no segretamente in tutta la Chiesa da tante anime a me care, non ho lo cambiato i flagelli in grazia su tutta la terra! Esse sono di un pezzo incalcolabile se il pio esercizio che tu hai praticato e scritto, sarà praticato da altri con amore, l’amor mio troverà il suo sfogo e conforto; e sappi, o figlia, che non è cosa indifferente che la creatura dia sollievo e sfogo all’Amore del Creatore».

Altra volta disse:

“I1 mondo sta in continuo atto di rinnovare la mia Passione, e siccome la mia immensità involge tutte le creature dentro e fuori, così sono costretto dal loro contatto a ricevere chiodi, spine, flagelli, disprezzi, sputi e tutto il resto che soffrii nella mia Passione, ed anche di più.
Ora, quando un’anima fa queste Ore della Passione, avviene che dal contatto di quell’anima mi sento togliere i chiodi, frantumare le spine, raddolcire le piaghe, pulire gli sputi, lenirmi il dolore delle percosse, ungermi le piaghe: mi sento contraccambiare in bene il male che mi fanno gli altri, ed lo, vedendo che il contatto spirituale di quell’anima che medita le Ore della mia Passione mi apporta tanto sollievo, mi appoggio sempre più su quell’anima.


Oltre ciò, chi fa queste Ore della mia Passione, fa suoi i miei pensieri, fa sue le mie riparazioni, fa sue le mie preghiere, suoi i miei affetti, suoi i più intimi palpiti del mio Cuore; e siccome lo, quando volli redimere il mondo, mi presentai al mio eterno Padre dicendoGli: “Ecce ego mitte me”: “Ecco qua ci sono lo, mandami o Padre sulla terra per patire e morire per gli uomini’; così l’anima che a me unita s’interna nella meditazione delle Ore della mia dolorosa Passione, e s’immedesima ai miei dolori, alle mie pene, al mio spirito penante, quasi elevandosi tra cielo e la terra, quest’anima con me esclama innanzi al Padre mio: Ecce ego mitte me; eccomi qua o Signore voglio anch’io con Gesù riparare per tutti, rispondere per tutti, patire e morire per tutti”.




L’anima solitaria si effondeva in compassione ed in amore verso Gesù penante, dalle ore 17 del giovedì alle ore 17 del Venerdi Santo in cui si conclude con la sepoltura del Corpo adorabile di Gesù Signore Nostro; e avendo scritto questo Orologio della Passione, domandava con quella speciale fiducia che lo Sposo Celeste le ha donato, quanto gli fosse gradita questa operetta. Gesù le rispose:

“Per compenso che hai scritto le Ore della mia Passione, ad ogni parola che hai scritto darò un bacio alla tua anima, ed a ogni parola, ti accorderò un’anima».

L’anima contemplativa soggiunse:
“Signore, questo è quello che tu a me darai, ma questo stesso lo darai anche a chiunque medita queste ore? “Sì”, rispose Nostro Signore, “e ad ognuno darò pure un’anima per ogni parola, Purché la mediti unita a me e alla mia stessa Volontà”‘; poiché tutta la maggiore o minore efficacia di queste ore della mia Passione, sta nella maggiore o minore unione che si ha con me; e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde con me nel mio Volere e mettendosi in azione il mio Volere, io posso fare tutti i beni che voglio, anche per una sola parola, e ciò tante volte quante volte si farà questa meditazione”.

L’anima solitaria scrive pure:
“Un’altra volta stavo lamentandomi con Gesù che, dopo tanti sacrifici nello scrivere queste Ore della Passione, erano tanto poche le anime che le praticavano. “
E Gesù disse:

“Non ti lamentare, figlia, quand’anche un’anima sola le praticasse, tu sempre dovresti essere contenta. E forse che lo non avrei sofferto la mia dolorosa Passione e la Morte di Croce anche per la salvezza di un’anima sola? Cosi devi operare anche tu e giammai si deve omettere il bene perché pochi se ne avvalgono; tutto il male è di chi non profitta.
E come la Passione e Morte fece acquistare il merito alla mia Santissima Umanità come se tutti si salvassero, perché tale era la mia Volontà e il fine di ogni mio patire e della mia morte, così tu, a secondo che la tua volontà si sarà immedesimata con la mia Volontà, di volere e di fare bene a tutti, così ne resterai ricompensata per queste Ore che hai scritte della mia Passione. Tutto il male è di quelli che non le praticheranno, o per pretesti dell’inferma natura, o per diaboliche suggestioni”.

Sulla preziosità di queste Ore della Passione Nostro Signore così le avrebbe pure detto:

“Queste Ore sono preziose a preferenza anche di altri esercizi, poiché non è altro questa meditazione che un rinnovare e dilatare continuo dei meriti di tutto ciò che lo feci e patii nel corso della mia vita mortale, e di quanto ho operato e opero continuamente nella SS.ma Eucaristia.

Quando ascolto queste Ore della mia Passione ascolto la mia stessa voce, le mie stesse preghiere, vedo la mia stessa Volontà in quell’anima, cioè di volere il bene di tutti, e di riparare per tutti, ed lo mi sento trasportato a dimorare in essa; e mentre essa in me medita e riproduce gli effetti dei miei patimenti, lo in essa opero e mi compiaccio di fare quello che fa essa stessa”.

Concluse Nostro Signore con queste espressive parole, che risuonano nell’intimo di quell’anima contemplativa:

“Oh, quanto amerei che anche una sola anima in ogni città o paese si applicasse a queste Ore della mia Passione! Allora lo sentirei me stesso in ogni città o paese, e la mia Giustizia, in questi tempi grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata!”.




IN CHE MODO SI POSSONO FARE QUESTE ORE DELLA PASSIONE

* Un metodo è quello di meditare ogni giorno un’ORA, leggendola da soli o in famiglia o con altri. Così, nel giro di 24 giorni si completano le 24 ORE. Un buon orologio non si ferma mai; la vita non si ferma mai.
* Un altro metodo sarebbe quello di formare gruppi di varie persone – 4, 8, 12, persino 24 persone, che possono essere anche famiglie -, ognuna delle quali si compromette seriamente a fare una delle ORE, quella che le viene affidata, e questo per un certo periodo di tempo, prima di cambiare ORA. Un buon orologio segna tutte le ore, non salta nessuna…

* Un terzo metodo, poi, è quello di fare ogni giorno almeno un’ORA, quella che coincide proprio con il momento che capita della giornata; e comunque, arrivare a tale familiarità con le ORE DELLA PASSIONE e tanto assimilarle, da riuscire a seguirle mentalmente nel loro contenuto lungo tutta la giornata.
“Fare” un’ORA DELLA PASSIONE significa leggerla con attenzione, meditandola, contemplandola, facendola vita propria… Sì, perché non è la meditazione generica della passione, che ognuno fa come può, come si fa per esempio considerando i misteri dolorosi del S. Rosario; ma è un modo concreto e specifico, ispirato dall’amore di Gesù, d’immedesimarci innanzi tutto con la sua Volontà Divina e rivivere in continuazione, ininterrottamente, la sua vita interiore, tutto ciò che egli fece nel corso della sua passione.
Ogni ORA occupa poche pagine, qualcuna di più, qualcuna di meno. Una lettura calma e attenta occupa, in media, meno di un quarto d’ora; eccezionalmente può essere più lunga. Le ORE difficili da farsi nel tempo indicato, come sono in genere le ore notturne, possono essere spostate in altri momenti, per esempio prima di coricarsi.
È molto importante tuttavia che l’impegno preso venga compiuto ogni giorno. Quando una persona s’impegna a fare una certa ORA per un dato periodo di tempo, non deve preoccuparsi col pensiero: “Ma, sempre la stessa ORA?”. Innanzi tutto, se si fa con l’attenzione e l’amore dovuto, mai la si trova uguale; poi, conviene esercitarsi nella costanza di farla sempre, non tenendo conto di altro che di tener compagnia a Nostro Signore. E dopo un certo tempo, quando si vede che l’OROLOGIO funziona bene, si può allora passare a fare altre ORE.

Si comprende, dunque, che non è qualcosa “da leggere” e basta, e nemmeno un esercizio di devozione o di pietà in più, ma si tratta dell’educazione ad una vita: la vita interiore personale di Gesù. In questo modo, arriverà il momento in cui, oltre a quello spazio di 15 o 20 minuti di lettura, riempirà la mente ed il cuore per tutto il resto dell’ora e della giornata, mentre si fanno altre cose o si tratta con altre persone. Allora sentiremo, un po’ per volta, che in noi Gesù vive, non solo la nostra vita, ma proprio la sua vita.




Redazione Papaboys

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