R. – Riprendendo quello che il Papa ha detto ieri pomeriggio, mi è piaciuta l’espressione: “colonizzazione ideologica”. Noi dobbiamo stare attenti oggi a questa colonizzazione ideologica. I bambini non possono essere trattati come imbuti dove i più grandi, invece di farli crescere, gli fanno divorare certe ideologie, come quella del gender, che non hanno nessun senso. Questi bambini, cioè, devono crescere in un contesto totalmente umano, totalmente accessibile, totalmente libero. Dobbiamo fare questo lavoro di difesa, che rispetti la bellezza, che rispetti l’innocenza, che rispetti il candore.
D. – Il Papa, che ha esortato a reagire alla colonizzazione ideologica, è informato di questa manifestazione?
R. – Ci mancherebbe altro che il Papa non sia informato! Il Papa sa benissimo che la Chiesa ha un grande compito: quello di difendere i figli da queste ideologie, che sono veramente delle colonizzazioni, cioè hanno un appalto culturale sulla scuola, sulla crescita, sui ragazzi, sull’anima, sull’intelligenza. E proprio non è opportuno che questo avvenga. Dobbiamo, a tutti i costi, difendere. Non basta difendere, però, dobbiamo in primo luogo promuovere una cultura della vita, una cultura dell’amore, una cultura della convivenza, tutto quello che la Chiesa e tutto quello che il Vangelo, che l’educazione cattolica è in grado di dare ai nostri bambini.
D. – Proprio per riumanizzare la società, per non renderla – come si legge nel vostro comunicato – fluida, ma forte, fondata appunto sulla famiglia, il Pontificio Consiglio per la Famiglia augura “pieno successo” a questa manifestazione, nella convinzione che darà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità…
R. – Noi non possiamo essere distanti da iniziative di questo genere, che promuovono i valori dell’infanzia, i valori del bambino, i valori della famiglia. Non possiamo mancare, anche in questa occasione, nell’essere voce dei bambini, voce dei più deboli. Che, soprattutto, questa manifestazione faccia prendere coscienza a chi è responsabile dell’avvenire dei figli che ci sono altre predicazioni da fare, altre verità da promuovere e altro rispetto da dare ai nostri bambini, che crescono in una società che deve essere una società plurale, non una società che imponga a senso unico i non valori.
D. – La manifestazione di sabato è aconfessionale, apartitica, ma le famiglie che la organizzano non possono nascondere la loro gioia nel sapere che il Papa, la Santa Sede, è vicino a loro in questa mobilitazione…
R. – Noi sappiamo che il tema della famiglia, il tema dei bambini, il tema dei valori, non è un tema che riguarda solo la Chiesa cattolica. La Chiesa non fa un discorso di parte, la Chiesa fa un discorso che abbraccia nella globalità la bellezza di un annuncio che vede nei nostri figli il futuro e vede la primavera del domani. E guai ad offendere questa primavera e guai a distruggere questo orizzonte! Poveri noi, davvero, se mortifichiamo ed uccidiamo questa speranza!
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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