Quando si parla del connubio tra un certo genere di musica e l’occulto molte persone sono ancora dubbiose o addirittura scettiche. Purtroppo non è un invenzione, non è una storia tratta da un film di fantascienza o peggio ancora dell’orrore, ma forse è una realtà così spaventosa che la nostra mente non riesce a concepire interamente. Spesso succede che anche davanti all’evidenza la ragione umana non riesce, o non vuole comprendere, e anche se viene messa davanti alla realtà dei fatti si volterà dall’altra parte. In questo articolo vedremo come alcuni famosi artisti hanno svelato il lato oscuro dell’industria musicale nelle loro canzoni e nelle loro interviste. È quindi possibile vendere l’anima al diavolo? Questa frase, spesso usata dalle celebrità quando vogliono descrivere le dinamiche all’interno dell’industria discografica, può essere intesa in maniera più letterale di quanto ci si aspetterebbe. In effetti, oltre a dover fare cose di cui non si ha nessuna voglia, la “vendita” implica di andare contro i valori morali con i quali si è cresciuti. E, peggio ancora, implica la totale resa alle forze oscure che governano il settore e la partecipazione a tutti i sacrifici spirituali che ne conseguono.
Bob Dylan, uno dei protagonisti della scena rock degli ultimi 50 anni, senza giri di parole spiegò in una intervista la ragione del suo successo. Il 5 dicembre 2004, nel corso di un’intervista concessa al giornalista Ed Bradley andata in onda durante il programma 60 Minutes (CBS News), l’artista affermò di aver fatto un patto. Di che genere? E soprattutto, con chi?
Ecco un estratto dell’intervista:
C’è anche chi, come la giovane cantante Katy Perry, trova nella faccenda anche un lato divertente, e racconta di aver venduto l’anima al diavolo nello stesso modo in cui potrebbe parlare della cena del giorno precedente:
“fin dall’età di 15 anni volevo diventare come Amy Grant ma non ci riuscivo, così ho venduto l’anima al diavolo”
Molti, naturalmente, hanno pensato che le sue affermazioni siano state dette per scherzo, ma perché una persona con fama e successo in tutto il mondo farebbe una dichiarazione simile? Che si tratti di una battuta o di una metafora poco importa, dal momento che all’interno del contesto del successo tali espressioni assumono di per sé delle valenze in parte inquietanti. La giovane Perry, tra l’altro, fu negli anni adolescenziali la classica ragazza tutta “casa e chiesa”, e dopo aver imparato a cantare nel coro della parrocchia, ed aver esordito con un album di brani a tematiche cristiane, ha infine deciso di aggiungersi alla schiera della Good Girls Gone Bad, le ragazze del pop che dopo essersi fatte conoscere come adolescenti innocenti con un look acqua e sapone si sono trasformate in burattini nelle mani degli Illuminati (vedi Britney Spears, Cristina Aguilera, Rihanna, Miley Cyrus e così via).
Nicole Scherzinger, l’ex delle Pussycat Dolls, al quotidiano The Independent (Marzo 2013) affermò di non essere pienamente soddisfatta dei riconoscimenti ricevuti e di questo diede la colpa al fatto di essere stata troppo quel che si dice una “brava ragazza”:
“Vengo da una famiglia molto religiosa (mio nonno era prete) se loro mi davano il supporto, e l’hanno sempre fatto, allora io mi sentivo bene. È un ambiente duro, per stare nel giro devi vendere l’anima al diavolo. Io non mi sono mai venduta. Probabilmente è per questo che non ho raggiunto la vetta della mia montagna”.
In una recente intervista esclusiva a Jeff Duran, produttore di Britney Spears, il giornalista ha chiesto: È vero che Britney Spears è sotto il controllo degli Illuminati e che certi suoi momenti negativi sono stati condizionati da loro? Il produttore ha così risposto:
“Gli Illuminati esistono, sono reali, ed è verissimo che lei ha attraversato un brutto periodo per essere indipendente e fare le sue scelte senza essere sotto il loro controllo ma Britney non fa parte degli “Illuminati” (o come volete chiamarli). Lei è in questo business dall’età di 8 anni ed è ovvio che per la sua posizione può essere tirata per dei fili”
Ovviamente Duran non poteva far altro che difendere la sua pupilla ma tra le righe ha affermato delle inquietanti verità: Britney ha tentato di ribellarsi al sistema che l’opprimeva ma nonostante il suo tentativo (fallito) di uscirne l’artista continua ad essere tutt’oggi un burattino nelle mani di chi vuole manipolarla per fini – a quanto pare – loschi.
Il giornalista Joseph Niezgoda, nel suo libro The Lennon Prophecy, un nuovo esame degli indizi della morte dei Beatles, porta delle buone prove sulla questione di John Lennon che abbia fatto un patto con Satana in cambio di fama e fortuna. “Nel mio libro – un progetto di 15 anni – ho raccolto fatti circa gli indizi e i segni del legame satanico che il gruppo aveva con gli occultisti e il loro dilettarsi con l’occulto. Credetemi, ce ne sono in abbondanza”. In tutto il libro, si afferma che l’intero gruppo era legato all’occulto. Niezgoda inizia il suo libro con la nota osservazione che Lennon fece al suo amico Tony Sheridan a metà degli anni ‘60: “Ho venduto la mia anima al diavolo”
Anche Eminem ha parlato del lato oscuro dell’industria discografica attraverso la canzone My Darling del 2009. È un vero e proprio dialogo tra l’artista e Satana nel momento in cui ha venduto la sua anima in cambio del successo. Ecco una parte del testo:
Non puoi uccidere uno spirito anche se ci provi varie volte
mi hai venduto la tua anima hai bisogno che te lo ricordi?
Ti ricordi quella notte in cui pregavi Dio
avresti fatto qualsiasi cosa per avere un contratto discografico,
bene, hai firmato con Dre, questo è tutto quello che volevi dalla vita, Marshall, giusto?
Guarda queste case, queste automobili, io sono così contento, woo!
Oh ma tu non lo sapevi che la fama ha un prezzo alto da pagare
e solo ora ne stai vedendo il lato negativo
hai perso il tuo migliore amico delle superiori e anche tua moglie
e non sei neanche sicuro di piacere alle tue bambine,
sei sempre in tour, la notte non ti addormenti senza prendere il Nyquil
sei diventato un tossicodipendente da valium
hai iniziato un ciclo di riabilitazione ma insieme noi possiamo interrompere il ciclo, Marshall!
Nessun altro ti amerà come lo faccio io
io non vorrei mai che tu mi lasciassi mio caro
io e te avremmo dovuto stare insieme mio caro
se io non posso averti, nessun altro potrà,
sei mio, mio caro, io possiedo la tua anima, la tua mente, il tuo cuore e il tuo corpo
Michael Jackson è sicuramente uno dei primi esempi di una giovane stella della musica reclutata dall’industria musicale e probabilmente costretta a cedere il controllo delle sue creazioni artistiche. Nel 2002 però Jackson tagliò – pare – i legami di questo controllo, iniziando a pronunciarsi contro il male che affligge questo settore. Stava diventando sempre più esplicito sui loschi traffici dell’industria della musica. Nel giugno del 2002 infatti il cantante tenne un discorso sul lato oscuro del commercio e dell’intrattenimento puntando il dito contro Tommy Mottola, ex presidente di Sony Music, dipinto come un vero e proprio manipolatore mentale più che un fedele compagno:
“La storia è generalmente la stessa, è dura, però, sapete che tutti questi grandi artisti, da Sammy Davis Jr, James Brown, Jackie Wilson, Fred Astaire, Gene Kelly finiscono male, sono storie molto tristi, perchè le case discografiche se ne approfittano di loro, per davvero. (…) Sono un artista che ha fatto guadagnare alla Sony miliardi, tanti miliardi. Credevano che io pensassi solo a cantare e a ballare, ed in parte è cosi; ma non credevano che sarei stato in grado di decidere per me stesso e mandarli a quel paese” (Michael Jackson, Giugno 2002).
Michael sapeva… aveva capito ciò che si nascondeva nello show business musicale, l’industria dell’intrattenimento aveva il controllo su di lui. La sua scelta di denunciare questa realtà potrebbe spiegare i motivi della sua morte. Potrebbe essere una pista! Potrebbe.
Certo è che l’industria della musica ha un potere straordinario sul condizionamento mentale delle masse. Molti artisti per raggiungere la vetta e rimanere sulla cresta dell’onda scendono a compromessi accettando la “spintarella” degli Illuminati e sono disposti a vendere la loro anima al diavolo. La fama e il successo arrivano ma è un successo che richiede sempre grandi privazioni in cambio, una concezione estremamente pericolosa da sempre presente nella natura umana ma che pare divenire ai giorni nostri sempre più un modello “vincente”, atteggiamento addirittura giustificabile. Un modello che (come una sorta di droga letale) alla fine, tuttavia, non paga mai. Anzi inganna, spegne l’amore, porta alla disumanità ed infine uccide! Lo stesso Vangelo parla dell’estrema seduzione (la terza), in termini molto eloquenti, ed attraverso un vero e proprio dialogo. La terza tentazione è una richiesta di adorazione da parte del diavolo (tentazione che non riguarda solo le star, ma riguarda in misura più o meno evidente tutti noi: c’è da stare sempre in guardia): “Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai” (Matteo 4,8-9).
Gesù seppe rispondere alle tentazioni del diavolo con delle citazioni bibliche tratte dal libro del Deuteronomio.
“Ma Egli rispose: sta scritto, non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Matteo 4,4)
“Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo” (Matteo 4,7)
“Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto” (Matteo 4,10).
Questa strada forse non porterà al fittizio ed ingannevole successo immediato, ma di certo porterà al successo finale ed eterno.
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