Terza ed ultima giornata oggi in Vaticano del Colloquio interreligioso internazionale “Humanum. La complementarietà tra uomo e donna”. Numerosi i contributi offerti dagli esponenti delle 14 religioni presenti che hanno concordato nel ribadire la centralità del matrimonio e della famiglia per la società. Lo evidenzia al microfono di Paolo Ondarza della Radio Vaticana, mons. Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia:
R. – Ciò che mi ha colpito molto è l’unità che si è creata molto rapidamente tra i partecipanti delle varie religioni, già dopo poche ore, pochi istanti dall’inizio dei lavori… Tutte le religioni credono nella Creazione e che ci sia un’intelligenza divina, che non è un atto assurdo e disordinato. Quindi, le religioni sono qui per testimoniare che nell’amore tra un uomo e una donna c‘è qualcosa che trascende non solo la loro persona, ma anche la loro relazione perché la loro relazione costituisce qualcosa per tutta la società. Ma di più, quando uno ama e si sa amato, allora, ha in sé questa intuizione che è amato da un Altro e che desidera amare un Altro, un Dio, un Dio buono.
D. – Il valore non mutevole della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna è stato ribadito anche dal Papa. Già in passato il Papa era tornato a difendere il diritto dei bambini a crescere in una famiglia con un papà e una mamma. Nei mesi scorsi (parlando ad una delegazione dell’ufficio internazionale dell’infanzia. ndr) ha anche voluto rifiutare espressamente ogni tipo di sperimentazione educativa nei confronti dei bambini…
R. – Sì, durante questi giorni spesso il Santo Padre è citato dai relatori quando si parla del diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Cosa significa? Significa che la complementarietà uomo-donna, solleva un problema giuridico di protezione dei più deboli. Un bambino che viene alla luce ha il diritto di essere accolto da un padre e una madre, lo dice senza sosta Papa Francesco. E dicendo questo dimostra che questa complementarietà non è uno studio teorico per esperti, è davvero un elemento in cui si esprime il fondamento e la radice di un diritto per il più debole, per il bambino. Inoltre effettivamente, alcuni interventi hanno illustrato la sfida educativa a cui lei accenna, a partire da questa prospettiva della complementarietà. L’educazione è fondamentale, non poteva essere trascurata in questo congresso. Alcuni interventi importanti hanno ribadito l’importanza di questo riconoscimento del dato di natura, un dato fondamentale, strutturale.
D. – Lei nel suo intervento ha riaffermato la centralità anche per i nostri giorni dell’insegnamento di San Giovanni Paolo II sul matrimonio cristiano…
R. – Gli insegnamenti di Giovanni Paolo II non solo riassumono e portano con sé tutto l’insieme dei tesori del magistero della Chiesa. E’ la prima volta che abbiamo qualcuno che si è preparato a livello antropologico e che ha dedicato più di 25 anni della propria vita, anche prima di essere Papa, al tema del matrimonio tra uomo e donna; abbiamo quindi un contributo enorme non solo da studioso, da filosofo e da moralista ma soprattutto nell’insieme delle 134 catechesi pronunciate tra il 1979 e il 1984. In queste catechesi abbiamo una luce pluridisciplinare sul mistero dell’amore umano. E’ un opus monumentale che non possiamo non usare dal momento che è proprio ciò di cui le persone hanno bisogno oggi: cioè sapere qualcosa sulla loro vocazione all’amore, sulla visione di Dio, ciò che Papa Wojtyla chiamava sempre il disegno di Dio su matrimonio e famiglia. Un insegnamento che è straordinariamente attuale e che può raggiungere le persone di buona volontà al di là dei circoli strettamente cattolici o cristiani.
L’intervista con audio integrale :