L’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe chiama a “una sollevazione” il popolo napoletano per dire “no, basta” ai camorristi che stanno insanguinando le strade della città. Una chiamata che arriva attraverso una lettera alla Diocesi e alla città in cui si chiede alla popolazione di partecipare alla Giornata di preghiera e di digiuno indetta per il 31 maggio.
In quel giorno le chiese di Napoli resteranno chiuse così che i fedeli possano radunarsi a pregare nella Cattedrale. Una preghiera che sarà preceduta da un corteo che partirà, alle 18, dalla chiesa di Sant’Agrippino, a Forcella, per poi giungere al Duomo dove, davanti all’immagine dell’Immacolata del venerabile Don Placido, sarà recitato il rosario prima dell’Atto di affidamento della Diocesi e della città alla Vergine. “Dobbiamo uscire dalle sagrestie –- scrive Sepe nella lettera – andare nelle piazze e nelle strade per parlare, ascoltare, confrontarci con tutti, sopratutto con chi per ambizione, per sete di denaro e di potere ha scelto la via che porta alla morte e non alla pienezza della vita. Dobbiamo riportarli al rispetto delle regole e della persona, dobbiamo recuperarli all’osservanza della legge di Dio che è legge di amore e di vita”.
Un appello alla società, alle istituzioni e alla Chiesa che, dice Sepe, “non può tenere occhi e orecchie chiusi, non può non gridare il dolore per il tanto sangue versato sulle nostra strade, sangue che offende Dio”. E a chi versa quel sangue, il cardinale lancia un monito: “Deponete le armi, state sbagliando gravemente, state distruggendo il vostro futuro, state compromettendo le vostre famiglie, state profanando la vostra terra e la vostra città. Ravvedetevi siete ancora in tempo per salvarvi, per restituire a Napoli la sua bellezza. Siate uomini! Dimostrate il vero coraggio che non è quello delle armi”.
L’appello è rivolto anche a tutte e istituzioni “alla responsabilità perché –spiega –la preghiera da sola non può risolvere la situazione, servono altri strumenti per promuovere la prevenzione come la formazione, l’educazione e il lavoro”. E proprio sul tema del lavoro a Napoli e nel Mezzogiorno, Sepe ha annunciato che si sta lavorando con le altre Regioni del Sud per realizzare a Napoli un grande evento che abbia al centro il lavoro la cui mancanza, secondo il cardinale, “è la causa delle cause, il problema dei problemi con cui la camorra, accogliendo i tanti malcontenti, rinforza il suo esercito e crea le nefandezze che sono davanti ai nostri occhi”.
Redazione Papaboys (Fonte Avvenire)
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