“Dio c’è / non sei tu / rilassati”. È la scritta su una maglietta in vendita qualche tempo fa. Ha un messaggio valido. Alle volte siamo presi da un senso di responsabilità eccessivo, come se tutto dipendesse dal mio “fare”. Devo fare questo e quest’altro altrimenti il mondo casca. Lo stesso per quanto riguarda il rapporto con Dio. Sembra che tutto dipenda dal mio comportamento. Un po’ come quando ero bambino e tutti si aspettavano da me che, dopo la prima Comunione, mi comportassi in maniera esemplare. Invece mi ritrovavo sì un po’ migliore di prima ma restavo sempre lo stesso. Allora non capivo che Dio era disposto ad aiutarmi ma nelle misura in cui vivevo di fiducia in Lui e non di aspettativa nei miei confronti. Io, senza l’aiuto di Dio, ero e sono un animaletto più o meno intelligente che fondamentalmente pensa ai fatti suoi. Sembra quasi che viviamo ancora nel clima dell’Antico Testamento dove ciò che conta sono i Dieci Comandamenti assieme a qualche altro precetto derivante da quei comandamenti primi. Sembra che Gesù sia venuto ma che non abbia completato, reso più maturo, il rapporto con Dio. Sembra che tutto si riduca a fare e non fare.
Una prova l’ho avuta quando dovevamo fare una trasmissione sull’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto. Un collega (collaboro con RaiVaticano) subito ha detto: “facciamo un programma sui Dieci Comandamenti”. Ho osservato che era una buona idea ma che, in occasione dell’Anno della Fede, avremmo dovuto adottare come tema il Credo e non i Dieci Comandamenti.
L’importante è l’incontro con Gesù, che mi porta ad una visione delle cose in cui i Dieci Comandamenti hanno un valore importante ma non sono tutto. La via è Gesù stesso. Fare come Lui. Stare in un continuo rapporto con Dio Padre e vivere come Lui ha vissuto. Rilassiamoci. Contempliamo la Sua vita e poi procediamo.
Redazione Papaboys (Fonte www.donboscoland.it/ Pippo Corigliano)